Firenze – Abiti elaborati o sobri, figurini, idee su manichino e su carta, gioielli, eleganze varie, borse, e poi scarpe, accessori di ogni genere, colori e sfumature di grigio su sfondo bianco. Il primo piano di palazzo Bastogi, una delle sedi del Consiglio regionale, richiama oggi il salone di una grande casa di moda, con nastrini e modelli, confezioni di classe ed abiti più o meno impegnativi. È invece la mostra “La grande moda, dal bianco al colore” che è stata inaugurata questa mattina e che raccoglie idee e progetti realizzati dagli studenti dei corsi di laurea di Moda dell’università di Firenze. L’esposizione sarà visitabile, fino a venerdì 3 gennaio, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.
L’inaugurazione è sicuramente un momento importante per la vita culturale fiorentina. Ma soprattutto è stata l’occasione per continuare la sensibilizzazione, da parte del Consiglio toscano, sulla soppressione del corso di laurea in cultura e progettazione moda avvenuta, nel 2012, nell’ambito della razionalizzazione dei corsi di laurea dell’ateneo cittadino. In questa battaglia l’Assemblea regionale è impegnata ormai da oltre un anno. “La parola bellezza non è di per sé opposta a sostanza.
Vi può essere sostanza ed opportunità, anche economica, pure nella bellezza e nella moda”, ha esordito il consigliere Marco Carraresi, che fa parte dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea toscana, tagliando idealmente il nastro della mostra nella Sala delle Feste del prestigioso palazzo fiorentino. “La necessità di riattivare il corso di laurea è condivisa dal Consiglio regionale”. E ancora: “Averlo soppresso è stata una scelta assai discutibile”. Anche il presidente della commissione Cultura, Nicola Danti, ha evidenziato di essere al fianco di docenti, personale amministrativo e studenti: “Non è possibile che Firenze abbia perso un corso universitario frequentato da una gran numero di studenti, molti dei quali stranieri.
Si è trattato di una decisione che danneggia un settore vitale dell’economia toscana. Firenze può ancora dare molto al mondo della moda”. “L’ateneo fiorentino può e deve tornare a formare figure altamente qualificate nel campo della moda”, ha aggiunto la curatrice della mostra, Isabella Bigazzi, docente di Storia del costume a Firenze. Per lei “togliere un corso di laurea così vuol dire togliere delle reali opportunità a Firenze e alla Toscana, oltre che agli studenti” ed inoltre “va valorizzata e non smantellata l’università pubblica”. La preside della Scuola di Studi umanistici dell’università di Firenze, Maria Pia Marchese, ha invece sottolineato che “per la realizzazione di questa mostra, tutti hanno dato il loro apporto in modo volontaristico” aggiungendo che “dà soddisfazione vedere che ancora si fa qualcosa per mero interesse culturale e scientifico”. Ha concluso l’intervento del preside del corso di laurea in Cultura e Progettazione moda, Alessandro Ubertazzi, che ha voluto ringraziare il Consiglio regionale, impegnato in una “costante sensibilizzazione sulla questione”, sostenendo che “in questa vicenda ognuno sta veramente dando il meglio di sé”. Da segnalare, infine, che mercoledì prossimo, 18 dicembre, alle 18, sempre nella Sala delle Feste di palazzo Bastogi si svolgerà una sfilata.
Anche gli abiti che saranno utilizzati in quell’occasione sono stati ideati e realizzati dagli studenti di Cultura e Progettazione moda.