FIRENZE - In tutta Italia sono 62 (la percentuale più alta in Emilia, Lazio e Lombardia ciascuna con 7 Istituti a testa; quella più bassa in Umbria, Sardegna e Molise con appena un Istituto a testa. Tre gli Istituti attivi in Toscana) con 139 corsi attivati: sono nati - stabilizzati a partire da quest'anno - per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del nostro Paese (mobilità sostenibile, nuove tecnologie per la vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per attività culturali e turismo, tecnologie della informazione e comunicazione).
E sono la tipologia di istruzione che vanta, sul totale dei quasi 3mila studenti ammessi, un numero di abbandoni davvero esiguo (appena il 9,4%). Stiamo parlando degli Istituti Tecnici Superiori, che oggi, a Firenze, sono stati oggetto di un convegno nel quale sono stati presentati il rapporto nazionale a cura di Indire e il sistema di valutazione realizzato dalla IX Commissione della conferenza delle Regioni in collaborazione con il Miur e l'Indire. "Lo schema di valutazione - sottolinea Stella Targetti - definisce indicatori e descrittori di realizzazione e di risultato in base alle quali le Fondazioni saranno giudicate per il mantenimento dell'autorizzazione al riconoscimento del titolo e di accesso del finanziamento al Fondo".
Gli Its sono istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica che si qualificano per uno stretto raccordo con il sistema produttivo: permettono di acquisire un diploma tecnico superiore in 17 ambiti (dal sistema moda all'agroalimentare, dalla conservazione di edifici culturali all'approvvigionamento energetico, dai mezzi di trasporto agli apparecchi biomedicali). La gestione, un misto di pubblico e privato, è affidata, appunto, a "Fondazioni di partecipazione" con la sinergia fra istituti di istruzione secondaria, enti locali, strutture formative, imprese produttive, dipartimenti universitari.
Al convegno fiorentino è stata presentata la banca dati degli ITS: delle 62 Fondazioni presenti in tutta Italia (una per Istituto) fanno parte un totale di 184 Istituti secondari, 332 imprese e associazioni di imprese, 88 fra Università e Centri di ricerca, 152 strutture accreditate di alta formazione. Coinvolti, in totale, circa 3 mila docenti, il 38% dei quali proviene dalle imprese il 34% da scuole e università, il restante da agenzie e centri di ricerca. L'area che risulta maggiormente attrattiva per gli studenti è quella della mobilità sostenibile (con una media di 92,5 domande a corso) mentre l'efficienza energetica è quella con il valore medio più basso (39,6%).
La percentuale più elevata dei frequentanti, pari al 44,5%, appartiene alla fascia di età fra i 20 e i 24 anni. "Un'offerta formativa di nicchia - ha detto Stella Targetti - che deve dare la garanzia di un più facile inserimento nel mondo del lavoro ai giovani e una risposta concreta alle esigenze delle imprese: in questo senso gli ITS devono essere istituti di eccellenza. Di qui l'importanza di verificarne efficienza ed efficacia per coglierne fin dall'inizio le potenziali criticità ed il potenziale sviluppo proprio in quanto sistema formativo di eccellenza". Ma anche all’Isia di Firenze gli studenti lanciano un grido d’allarme: “I finanziamenti sono sempre di meno e da tre anni la nostra sede è sotto sfratto”. La Giunta della Conferenza Universitaria Italiana del Design, esprime la propria "profonda preoccupazione per il futuro degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche italiani, e in particolare per la specifica questione riguardante l'ISIA di Firenze su cui incombe il reale pericolo di non avere più una sede dove operare".
Gli ISIA "sono tra le realtà più dinamiche e attive nell'elaborazione della sperimentazione nel campo della didattica per il design, un tema oggi più che mai cruciale per mirare a quegli obiettivi di innovazione di cui il nostro paese ha bisogno. Il sistema universitario italiano del design ha sempre guardato agli ISIA come luogo di ricerca e sperimentazione, ed ha, negli anni, collaborato con esso per condividere esperienze e modelli reciprocamente soddisfacenti secondo le rispettive necessità".
"Un indebolimento, o peggio, una conclusione prematura dell'esperienza degli ISIA sarebbe di gravissimo nocumento per l'intero sistema della formazione italiana al design". "L'Isia opera a Firenze dal 1972. Ad oggi lavora con l'Arena di Verona, ma non con il nostro Maggio. Ha più collaborazioni con il Comune di Trieste che con quello di Firenze. Eppure da lì passano eccellenze del design e della comunicazione. A giugno 2014 l'Isia dovrà lasciare la sede in via degli Alfani, di proprietà dell'Istituto degli Innocenti" Così la consigliera del Pd Cecilia Pezza intervenendo oggi in Consiglio comunale.
"In campo - ha detto la consigliera Pezza- c'è l'ipotesi di trasferimento a Scandicci, ma per rimettere in sesto l'immobile in cui dovrebbe andare servono circa 3 milioni e mezzo di euro: l'AFAM, di cui l'Isia fa parte, ha in preventivo sull'edilizia di tutta Italia per il 2014 poco più di questa cifra, davvero troppo poco! Per questo il nostro Comune deve attivarsi, insieme agli altri Enti locali del territorio, per chiedere al Ministero di stanziare i fondi necessari per sistemare lo stabile di Scandicci o un altro immobile a Firenze in cui questa nostra scuola d'eccellenza possa continuare ad operare.
Perderla sarebbe una sconfitta per tutti noi" Anche la Lega Nord interroga la Provincia di Firenze per conoscre lo stato dell’arte della vicenda della sede fiorentina dell'Istituto superiore industrie artistiche; quali iniziative intenda e possa prendere Palazzo Medici Riccardi nell’ambito delle proprie competenze, per salvare la sede fiorentina dell’Isia, indubbiamente una scuola di alta formazione artistica e musicale che insieme ad altri prestigiosi istituti scolastici da lustro alla nostra città.