Il Cappello fra arte e stravaganza alla Galleria del Costume

Accessorio indispensabile tanto per la nobiltà e l’alta borghesia, quanto per i ceti più umili

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2013 20:01
Il Cappello fra arte e stravaganza alla Galleria del Costume

FIRENZE - Il cappello, accessorio elegante che raramente passa inosservato. Da passeggio, da teatro, per la domenica, per un evento di gala, da sera o da giorno, dalla prima metà dell’Ottocento il cappello si afferma definitivamente nel mondo della moda, accessorio indispensabile tanto per la nobiltà e l’alta borghesia, quanto per i ceti più umili. Non c’è teatro, dalle poltrone di platea al loggione, in cui non facciano bella mostra di sé i cilindri maschili o i cappelli più elaborati delle signore.

Quando anche non fossero accessori di moda, cappelli e copricapo in genere hanno comunque una loro ben precisa connotazione sociale, basti pensare ai cappucci dei militi della Misericordia, o ai tricorni, poi sostituiti dal cilindro, dei fiaccherai fiorentini. Un accessorio alla cui valenza sociale si associava un’estetica che oggi è purtroppo andata perduta. A questo mondo variegato ed elegante, rende omaggio la mostra Il Cappello fra arte e stravaganza visitabile dal 3 dicembre alla Galleria del Costume, e realizzata con il contributo del Consorzio Il Cappello di Firenze. È ovvio che oggi il cappello abbia persa quella forma voluminosa che caratterizzava l’eleganza - in certi casi anche la stravaganza -, del passato, e tranne rari casi, il suo uso è limitato a una funzione più pratica che estetica. Per riscoprirne la valenza, attingendo ai ben guarniti depositi della Galleria, le curatrici Simona Fulceri e Katia Sanchioni hanno realizzato un interessante ed evocativo percorso nel design del Novecento e di questo primo scorcio del nuovo millennio, attraverso le creazioni di Pierre Cardin, Givenchy, Suzanne Talbot, Christian Dior, Borsalino Clemente Cartoni, e molte altre etichette.

Si spazia dalle grandi case di moda, alle realtà artigianali più piccole, vocate esclusivamente alla produzione di cappelli. La mostra è anche un’occasione di scoperta della realtà delle piccole modisterie - molte delle quali purtroppo scomparse -, che hanno rappresentato un tassello importante della sapienza artigiana del Paese, il cui nome hanno contribuito a diffondere nel mondo. 142 pezzi, un viaggio poetico in quell’universo, in gran parte femminile, di ispirazioni e genialità, compiuto attraverso sezioni tematiche dedicate ai diversi stili del cappello; colorato, bianco/nero, fantasia.

Si prosegue l’esposizione con i modelli guarniti di dettagli quali piume, fiori, velette, e passando per i cappelli-scultura, si termina con i modelli attuali. Innumerevoli le fogge in mostra: toque, cloche, basco, turbante, le stravaganti pagode, e altre curiosità. In ognuno di questi cappelli parla una femminilità d’altri tempi, che ad ogni occasione sapeva abbinare abito e accessori, riuscendo, attraverso di essi, a far parlare di sé. La mostra si sublima in questo cercare la quint’essenza della femminilità anche attraverso un accessorio, ricerca che presuppone una maturità e una consapevolezza di sé stesse della quale oggi, tante donne ignorano la possibilità. Ovviamente un accessorio importante come il cappello, non poteva non andare di pari passo con il progresso tecnologico, ed ecco che, a partire dai primi anni Trenta, si producono i primi berretti per automobilisti, dei quali è in mostra un esemplare, in pelle marrone, corredato di occhiali protettivi.

Un modello femminile, particolare che ci fa pensare ai primi passi delle donne sulla strada dell’emancipazione e dell’affrancamento dalla famiglia patriarcale. Icona dell’automobilismo rosa, la pittrice Tamara de Lempicka, autoritrattasi nel ’32 al volante della sua potente Bugatti. Poiché l’arte è legata al territorio, l’ultima sezione della mostra - Tradizione e presente -, è dedicata a quelle aziende artigiane che da oltre cento anni sono attive nella piana fiorentina e ancora oggi continuano a conservare nella loro produzione, quell’eleganza, qualità e distinzione che contraddistinguono il made in Italy nel mondo. Il Cappello fra arte e stravaganza, è una mostra importante che fa riscoprire il piacere di indossare un accessorio del genere, e ne fa riscoprire tutta quell’eleganza che, ai nostri giorni, sembra soppiantata dal cattivo gusto di tante starlet più o meno note, che si affidano all’inutile vistosità di un cappello, nel goffo tentativo di richiamare l’attenzione, o imitare un signorile aplomb che però sono ben lungi dal possedere. Realizzata dalla Galleria del Costume, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della città di Firenze, e il MiBAC, la mostra è visitabile da 3 dicembre al 18 maggio 2014 Tutte le informazioni su orari e biglietti sono reperibili sul sito www.cappelloinmostra.it. Niccolò Lucarelli

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