FIRENZE - La bellezza salverà il mondo. Questo l’assunto che ha guidato l’artista Italo Bolano nella lunga e paziente realizzazione del suo museo di opere ambientali all’Isola d’Elba, la cui genesi è raccontata in ISOLA D’ELBA un museo diffuso d’Arte Contemporanea all’aria aperta, monografia dedicata alla grandiosa opera artistico-paesaggistica che il pittore e scultore Italo Bolano ha realizzato sull’isola a partire dal lontano 1964, Mezzo secolo di passione per l’arte sublimato dall’amore per il territorio, presentato alla IX edizione di Florence Biennale, che da quest’anno dedica uno spazio alla presentazioni delle novità editoriali nel campo dell’arte contemporanea. Il volume, con scritti, fra gli altri, di Erica Romano, Cinzia Tesio e Diva Trevisani, indaga e illustra il fascino di un’opera di ampio respiro che coinvolge l’intero territorio dell’Isola d’Elba, integrandone la natura primitiva e selvaggia con la nitidezza delle sculture dell’artista.
Un progetto concettualmente e tecnicamente molto vasto - sviluppato su quello che era un terreno di campagna in stato di semi-abbandono -, e che racchiude dentro di sé cinquanta anni di passione, esperienze, lotte burocratiche, nonché di legame con il territorio. Una presenza importante per la comunità elbana e i numerosi turisti estivi, che possono trovarvi laboratori di artigianato, di scultura, di arte-terapia, visiti guidate e incontri. Il museo voluto e realizzato da Bolano rappresenta un valente esempio di politica culturale, che oltre a diffondere la curiosità e la conoscenza per il mondo dell’arte, valorizza e tutela il territorio elbano.
Tutto questo, senza, o quasi, nessun sostegno da parte delle istituzioni. Situato nella suggestiva valle di San Martino, nelle vicinanze di Villa Napoleone, il parco-museo si estende su una superficie di 10.000 mq, e divide la fama con il museo diffuso di Lanzarote, unico altro museo del genere in Europa. Visitabile durante la stagione estiva, il parco offre ben 31 monumenti, fra cui quello al poeta Luzi, e ancora Gabbiani, Itaca, La nave, questi ultimi che rievocano il tema del mare sin nelle sue radici mitologiche, mentre il primo è dedicato alla memoria di un intellettuale al quale Bolano è stato molto vicino.
Un luogo pensato per contribuire alla rigenerazione dello spirito attraverso l’arte, per incoraggiare la persona a soffermare lo sguardo sulla bellezza della realtà circostante, lasciandosi alle spalle il ritmo vertiginoso della società contemporanea. Oltre al parco ambientale, il museo diffuso comprende varie opere distribuite nei territori degli otto comuni elbani, opere legate alla storia e alle tradizioni dell’Isola d’Elba, e a quei suoi personaggi dei quali ancora oggi, grazie all’arte è viva la memoria, come Teseo Tesei, militare in forza presso l’Unità Speciale Subacquea e perito eroicamente in missione a Malta nel 1941.
dalla guerra, a Napoleone, agli antichi Romani, alla natura, tutto trova posto nelle opere in ceramica, smalti, sabbia e vetro dallas, che costituiscono un ritratto dell’isola eseguito con quell’amore che per il solito si riserva alla donna amata. L’arte di Bolano non si esaurisce nella scultura, ma vanta anche una vasta produzione pittorica. Come spiega la storica e critica d’arte Erica Romano, la sua è una pittura che riflette sul gesto, lungamente meditato nelle profondità dell’essere; si tratta del frutto di una percezione, che giunge sulla tela per fermare e conservare ricordi.
Bolano è un artista che dall’espressionismo figurativo giovanile è passato all’espressionismo astratto, accostabile, nella sua leggerezza naif, all’astrattismo di Joan Mirò. Lo stesso Luzi lo definì “un vero artista dalla grande creatività”. Una pittura, la sua, che con pochi tratti riassume la semplice e grandiosa bellezza della natura nella quale si riflette l’Io, non uno specchio autoreferenziale, ma una visione delle proprie radici, quasi un istante di pace interiore. Idealmente, si può affermare che Bolano intinga il pennello nel mare dell’Elba, tanta è la forza evocativa di una pennellata pastosa ed espressiva quanto l’azzurro che circonda l’isola. Niccolò Lucarelli