Firenze, 5 dicembre 2013 - Mentre l’economia tradizionale arranca, il no profit cresce a ritmo sostenuto ormai da dieci anni. Il dato è emerso ieri al convegno “Una fotografia del Terzo settore” organizzato dalla Camera di Commercio di Firenze alla Sala Brunelleschi dell’Opera del Duomo. Secondo i dati del Censimento Istat presentati dall’Osservatorio dell’Economia Civile della Camera di Commercio di Firenze, le sedi delle organizzazioni no profit nella provincia sono aumentate del 46,5% dal 2001 al 2011, portando con sé un forte aumento degli addetti (+32,4%); un tasso di crescita che riguarda tutta la Toscana (+39,9% di sedi attive e 37% di addetti). Si rafforza molto anche il ruolo dei volontari, passati da 85.469 a 124.093 (+45,2%), risorsa assolutamente rilevante per le associazioni, visto che rappresentano il 92,4% dell’intera “forza lavoro”.
Nelle cooperative sociali e nelle fondazioni, invece, il peso degli addetti cresce rispetto ai volontari, rispettivamente, all’88,6% e al 40,3%. La crescita del terzo settore appare tanto più rilevante se confrontata con le variazioni accertate da Istat per le imprese “for profit” e le istituzioni pubbliche. Firenze è la prima provincia toscana per sedi di organizzazioni col 27,3% e il 32,9% di addetti. Il no profit è composto soprattutto da associazioni, riconosciute (22,6%) e non (67,9%).
Importante anche il ruolo delle cooperative sociali (il 2,3% del totale) che occupano il 50% degli addetti. Circa il 16% delle fondazioni e il 14,2% delle altre istituzioni hanno 20 o più addetti rispetto al 3,8% delle associazioni riconosciute e all’1% di quelle non riconosciute. Circa l’82% delle organizzazioni non hanno dichiarato addetti: su di esse convogliano il 75,9% dei volontari. Le organizzazioni no profit fiorentine che si occupano di cultura, sport e istruzione sono 4.700, con un peso del 62,7% sul totale, di poco inferiore al dato regionale (63,2%) ma superiore a quello nazionale (60,7%): all’interno di questo ambito prevalgono le attività sportive con circa 2100 organizzazioni, insieme alle attività artistiche con 1500.
Gli altri settori rilevanti sono l’assistenza sociale e la protezione civile (8,5%), l’istruzione e la ricerca (6,7%), le relazioni sindacali (5,3%), la sanità (4,6%), la tutela dei diritti e le attività politiche (3,1%). “In Toscana, ad alti tassi di crescita, si associa un elevato numero di volontari (9,2% sul totale nazionale, ndr), testimonianza di uno spiccato senso di partecipazione della società civile allo sviluppo delle attività no profit – ha commentato Enrico Bocci, presidente dell’Osservatorio dell’economia civile della Camera di Commercio di Firenze -.
Emerge anche un legame tra sviluppo economico, benessere e crescita del no profit, che si pone come elemento d’innovazione sociale in grado di inserirsi all’interno dei processi di trasformazione socio-economici”. In Toscana sono circa 300.000 i volontari attivi a fronte di un aumento costante delle associazioni. Nel 2013 infatti risultano registrate 3.337 associazioni con un incremento del 10% rispetto al 2012. Di queste 1.116, pari al 33,45% del totale, lavorano in ambito sociale e si occupano di adozione, affido, immigrati, profughi, attività ricreative, detenuti, handicap, minori, giovani, anziani, assistenza alle famiglie, attività sportive di carattere sociale, donne, e senza fissa dimora.
951, pari al 28.5%, sono impegnate nel settore sanitario, organizzano cioè ambulatori medici, si occupano di informazione e prevenzione sanitaria, di assistenza ospedaliera, di donazione di sangue, di organi, di pronto soccorso. 326 associazioni, circa il 10%, si occupano di cultura e, nello specifico, di archeologia, musei, monumenti, biblioteche, archivi, arte, musica, teatro e cinema, tradizioni e folklore. Altre 189 lavorano con la protezione civile, 214 sulla difesa e tutela dell’ambiente, 409 sul socio-sanitario, 39 sulla tutela e promozione dei diritti e 92 sul volontariato internazionale.
Dal 2005 ogni 10 nuove associazioni, 7 scelgono di lavorare in ambito sociale e culturale. Ma, soprattutto, scelgono sempre più di concentrare la loro attenzione sui soggetti deboli e vulnerabili della società: minori, anziani, malati, immigrati, famiglie. Inoltre si nota una nuova tendenza delle associazioni ad occuparsi dei temi della tutela e dell’advocacy, in particolare rispetto a beni ambientali, territoriali, culturali, di protezione civile e di volontariato internazionale. E’ il cosiddetto no-welfare, l’ambito dove è maggiore la partecipazione giovanile ma anche quello che è più difficile incontrare nei tradizionali luoghi di rappresentanza.
Per quanto riguarda il genere la Toscana rispecchia quanto reso noto da Istat: il 46% dei volontari è donna, mediamente i volontari hanno un età compresa fra i 30 e i 45 anni e il 52% ha un’occupazione fissa. “Oggi il mondo del volontariato festeggia la propria presenza.” Afferma il Presidente del Cesvot Federico Gelli “In Toscana sono oltre 300 mila i volontari che lavorano in questo settore, dico 'lavorano' perchè dedicare alcune ore della propria giornata al servizio degli altri è un grande esempio e una grande testimonianza.
Sono oltre 3 mila le associazioni in Toscana – spiega ancora Gelli - ma voglio sottolineare anche un altro dato importante: oltre 46% dei volontari sono donne. La presenza femminile è una caratteristica molto interessante di come il volontariato, nel corso degli ultimi decenni, è andato cambiando inserendosi nel tessuto sociale e politico della nostra regione. Il mondo del volontariato è poi un esempio ed una testimonianza per la politica". Negli ultimi 10 anni il Cesvot ha attivato 6.000 consulenze, dato il sostegno a 682 progetti per un valore di quasi 19milioni di euro che hanno attivato ulteriori 11milioni di cofinanziamento; ha finanziato 2048 corsi di formazione rivolti a trentamila partecipanti.
Edita la pubblicazione I Quaderni, la cui tiratura ha superato le 200mila copie. Cesvot è organizzato in 11 Delegazioni territoriali che vedono la partecipazione attiva di 215 associazioni di volontariato. Il Centro Servizi fa parte di Csvnet, rete nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e di Volonteurope, rete europea che ha lo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e la cultura del volontariato e che raccoglie un centinaio di organizzazioni non profit di tutta Europa. Cesvot è gestito da 31 associazioni a carattere regionale