Conoscere in modo innovativo il patrimonio artistico conservato nei musei, anche con l’aiuto della tecnologia. E’ questo l’obiettivo de “La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d'arte”, un progetto triennale coordinato dall’Università di Pisa che ha appena ricevuto un finanziamento MIUR di circa 120mila euro. Ad affiancare nella ricerca Antonella Gioli, docente di Museologia e Critica Artistica e del Restauro dell’Ateneo pisano, ci saranno anche altre due ricercatrici, Chiara Piva dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Maria Beatrice Failla dell’Università degli Studi di Torino. “Il progetto muove da due assunti fondamentali – ha spiegato Antonella Gioli - in primo luogo, la considerazione che un museo, oltre che presentare le opere d’arte, possa anche raccontare le vicende che le hanno lì condotte, le modifiche che hanno subito, i valori diversi che hanno avuto nel tempo, in altre parole la ‘vita delle opere’ anche come espressione di più ampi fenomeni culturali, sociali, religiosi, politici.
In secondo luogo, pensiamo che sia possibile declinare questi contenuti attraverso nuove forme di comunicazione, nella convinzione che la tecnologia digitale possa essere impiegata come tramite di conoscenza del patrimonio culturale”. I musei che saranno coinvolti nella sperimentazione del progetto sono la Gallerie dell’Accademia e il Museo archeologico nazionale di Venezia, il Palazzo reale a Torino e le residenze sabaude, il Museo nazionale della Certosa Monumentale di Calci, i Musei nazionali di Villa Guinigi e Palazzo Mansi a Lucca, la Galleria civica “Lorenzo Viani” a Viareggio e il Museo Diocesano a Massa. “L’idea – ha aggiunto la ricercatrice dell’Università di Pisa – è infatti di declinare il progetto su uno spaccato significativo del complesso panorama museale italiano esteso dall’arte antica alla contemporanea, dalla residenza nobiliare alla raccolta monografica, dal capolavoro, al mobile, all’ex voto, dalla città ad altissima affluenza turistica, alla località decentrata e dunque a diversi segmenti di pubblico”. A livello scientifico il progetto si articola in tre fasi.
Inizia dallo studio delle fonti documentarie, archivistiche, iconografiche e scientifiche per ricostruire globalmente la vita delle opere d’arte, ossia le vicende di conservazione e restauro, i passaggi collezionistici espositivi e di mercato e la loro fortuna visiva e critica. La seconda fase prevede la progettazione di nuove forme di comunicazione di queste informazioni, con particolare riferimento alla realizzazione di video, app, siti e altri prodotti digitali. L’ultima parte del progetto riguarderà la sperimentazione vera e propria nei musei con valutazioni e verifiche che coinvolgeranno sia gli operatori museali sia i visitatori reali e virtuali. Una APP per svelare tutti i segreti del Museo Civico di San Gimignano Dall’esperienza sensoriale a quella multimediale, il Palazzo Comunale, la Pinacoteca e la Torre Grossa si vestono di abiti nuovi e curiosi, per offrire a tutti un viaggio ricco di fascino tra i propri tesori artistici e architettonici, a cavallo tra passato, presente e futuro.
È “Museo San Gimignano”, l’innovativo progetto di valorizzazione dei musei civici realizzato con il Comune di San Gimignano da Fondazione Musei Senesi, Milc, T4All e Moviement HD. Si tratta di uno strumento dinamico, affascinante, coinvolgente che rende ancora più piacevole la scoperta di questo straordinario scrigno di opere d’arte e di architettura, aggiungendo all’esperienza culturale una componente ludica, elemento sempre più importante per coinvolgere anche i “nativi digitali” nella scoperta del patrimonio museale.
Visitare le meraviglie del Palazzo Comunale, muoversi tra le sale della Pinacoteca e la Torre Grossa accompagnati dalle parole di esperti – del calibro di Alessandro Bagnoli, Roberto Bartaliani, Franco Cardini, Massimo Gavazzi, Michele Maccherini, Antonello Mennucci - e da due mappe interattive che permetteranno di collocare la nostra visita virtuale nello spazio “reale” del museo, mentre ammiriamo nei minimi dettagli di ogni opera. L’applicazione per iPhone e iPad fa vivere un “tour personalizzato” sulle singole esigenze: è possibile attraversare le diverse sale ed aumentare via via il grado di approfondimento dei contenuti; trentaquattro zoom permettono di osservare altrettante opere, anche quelle meno visibili per dimensioni e distanza, grazie a foto ad alta risoluzione; sette contributi audio-video offrono approfondimenti multidisciplinari appositamente realizzati per l’occasione, regalando così un vero e proprio viaggio nel tempo tra i segreti di un passato più che mai presente e completamente accessibile.
La app “Museo San Gimignano” - in due versioni, italiano e inglese, è scaricabile da Apple Store al costo di 3,59 euro - si rivolge non solo a un pubblico internazionale, ma anche ai tutti i cittadini che vogliono riscoprire la bellezza dell’arte senese e toscana. “Museo San Gimignano” non è solo uno strumento di preparazione e di supporto alla vista, o un modo originale e facilmente consultabile per conoscere e apprezzare i Musei Civici, è anche uno strumento per riportarli “a casa” dopo la visita e per tenerli sempre a portata di mano.
“Uno strumento d’avanguardia inserito nel progetto di valorizzazione tecnologica dei beni culturali che Fondazione Musei Senesi sta portando avanti già da tempo” – ha dichiarato Luigi Di Corato, direttore generale di Fondazione Musei Senesi - “basti pensare alle applicazioni già on-line dedicate al Museo Civico di Siena, al castello di Monteriggioni, al territorio di Rapolano Terme, alla galleria di immagini dell’arte senese ad alta risoluzione ospitata su Google Art Project, all’attività di catalogazione partecipata e geo-referenziata in atto con gli ecomusei digitali e ancora alle numerose postazioni multimediali realizzate in occasione dei vari eventi in Italia, all’estero e nelle musei del territorio.
Sono molte le iniziative di questo tipo che Fondazione Musei Senesi lancerà nei prossimi mesi a dimostrare che l’alleato più forte per il rilancio di un territorio così prestigioso è la tecnologia e nello specifico i servizi mobile, che permette di entrare in contatto diretto e quotidiano con le persone e di rendere i contenuti culturali sempre più accessibili e tascabili”. “Offriamo da oggi a tutti i potenziali visitatori un primo tocco virtuale del patrimonio artistico, storico e culturale che custodiamo nella nostra città – ha sottolineato Giacomo Bassi, sindaco del Comune di San Gimignano - Sono certo che quegli stessi utenti dei sistemi mobile saranno invogliati a toccare con mano i tesori di San Gimignano.
L’evoluzione tecnologica al servizio del turismo e della cultura. E’ questa la ricetta che permette alla nostra città di essere moderna e competitiva nei settori che fanno anche da traino alla nostra economia. Questa nuova App dimostra inoltre che non vogliamo e non possiamo permetterci che San Gimignano sia una città cartolina ma un luogo dove sviluppo e tutela corrano di pari passo verso il futuro. Se non avessimo in dotazione delle forti limitazioni dettate dal Patto di Stabilità – conclude Bassi – avremmo dato già vita a tanti altri progetti che, tramite tecnologia e modernità, sviluppano cultura e turismo proprio come questa App “Museo San Gimignano” è stata ideata e realizzata da un gruppo di lavoro coordinato da Fondazione Musei Senesi in collaborazione con il Comune di San Gimignano, che ha visto coinvolti: Milc srl per la parte grafica; T4All srl per lo sviluppo software; Moviement HD srl per la produzione audio-video.
Editing e testi sono a cura di Letizia Galli, le immagini sono state realizzate da Bruno Bruchi, Fabio Lensini e Andrea Lensini.