L’ultimo episodio risale a venerdì scorso: una festa di studenti universitari – non autorizzata – ha causato danni quantificati in circa 5.000 euro. L’ultimo di una lunga serie negli ultimi dieci anni: per questo il capogruppo di Forza Italia Marco Stella, sollecitato dalle associazioni studentesche di centrodestra, ha deciso di rivolgersi direttamente al Prefetto Varratta. Hanno parlato della vicenda questa mattina a Palazzo Vecchio lo stesso Stella insieme a Francesco Amistà, coordinatore vicario di Forza Italia Giovani, e Matteo Venturi, responsabile di Studenti della Libertà. “Dopo la sequela di occupazioni di questi anni e le periodiche rassicurazioni da parte del Rettorato che non hanno mai portato a nulla, siamo stufi e sfiduciati.
Per questo abbiamo deciso di coinvolgere il gruppo a Palazzo Vecchio per un intervento che possa mettere uno stop all’illegalità e ai disagi per gli studenti – hanno spiegato Amistà e Venturi –. I danni dell’ultima festa di venerdì scorso, con l’apertura degli estintori a puro scopo vandalico, hanno causato la chiusura del Plesso D5 di Novoli, con oltre 100 lezioni che sono state spostate e altre che sono addirittura saltate. Ma è solo l’ennesimo episodio di una storia fatta di aule occupate dal Collettivo e di vicende, come quella dell’occupazione dell’intero plesso nel 2008 che fu ‘benedetta’ anche politicamente dall’allora presidente della Regione Claudio Martini.
Difendiamo il nostro diritto allo studio e mettiamo fine a questa situazione che non degenera in episodi di violenza solo grazie al nostro senso di responsabilità”. “Esiste un problema di legalità, di sicurezza e di salvaguardia non solo del diritto allo studio dei ragazzi che frequentano l’università, ma anche dei residenti della zona, che più volte hanno lamentato disagi per gli schiamazzi notturni e lo sporco che viene lasciato al mattino finita la ‘festa’ di turno, che sia autorizzata o meno – ha sottolineato Stella –.
Ci rivolgeremo quindi immediatamente al Prefetto Varratta perché si intervenga a ripristinare la legalità nel plesso universitario, e valuteremo anche, laddove ne esistesse la possibilità, di costituirci parte civile. Ora basta: facciamo valere il principio che in questa città chi rompe, paga”.