"Nella Firenze patrimonio mondiale dell’Unesco, alluvionata due volte negli ultimi 50 anni, neppure la più imponente inchiesta della magistratura in casa TAV è riuscita a scalfire la determinazione caparbia del centro-sinistra, in Comune e in Regione, a bucare per due volte la città perpendicolarmente alla falda per un servizio di lusso che, se mai verrà realizzato, gioverà a pochissimi" lo dice in una nota l'associazione IDRA. "Un segnale di prudenza e ragionevolezza arriva invece da un sindaco della Versilia: “I luttuosi eventi accaduti in Sardegna sono l’ultima conferma dell’ormai quotidiana drammaticità di situazioni che fino a pochi anno fa venivano qualificate come straordinarie”, scrive Alessandro Volpi, sindaco di Massa.
Che aggiunge: “La fragilità dei territori, il dissesto idrogeologico, legato a una antropizzazione spesso selvaggia, uniti a una avvertibile modificazione climatica, creano una serie infinita di tragedie ambientali e umane. Occorre prendere atto dell'inderogabile esigenza di modificare la gerarchia delle priorità della spesa pubblica e delle regole di comportamento collettivo individuando nella prevenzione l'apriori logico dal quale far discendere qualsiasi altra scelta”. Idra raccoglie questo significativo messaggio proveniente da un territorio per tanti versi simile, quanto a delicatezza e vulnerabilità idrogeologica, all’area fiorentina, e lo propone all’attenzione del sindaco Matteo Renzi.
È saggio condividere col sindaco Volpi, ritiene Idra, la convinzione che ”per trovare le risorse vanno rapidamente abbandonate le grandi opere, molte non più strategiche, per indirizzarle al risanamento della più grande infrastruttura nazionale cioè il territorio; manutenzioni straordinarie importanti, pulizie degli alvei fluviali, misure di tutela e di "correzione" del patrimonio edilizio caoticamente sedimentato nel tempo, rimozione del pericolo frane e altri progetti di natura strategica - questi sì - a cui abbinare sul versante della spesa corrente una costante manutenzione ordinaria”. “Ci fa piacere trasmetterLe questa riflessione”, ha scritto stamani il portavoce di Idra a Matteo Renzi.
“Frutto di un'analisi particolarmente acuta e completa, che meriterebbe forse un'attenta considerazione anche sulla scena dell'amministrazione della città di Firenze e della gestione del progetto TAV, peraltro abbondantemente compromessa - ma pur sempre incombente - dai risultati dell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura”. “In proposito”, conclude l’associazione ecologista fiorentina, “ci pare che siano davvero maturate invece le condizioni perché si restringa finalmente la forbice fra il Suo dire di qualche anno fa (“Faccio notare al governo nazionale che in tempi di crisi l’idea di investire un miliardo e rotti in questa opera, fra tunnel e stazione, che non serve a nulla non è una buona idea”, giugno 2010) e il Suo fare (a partire dall'estate 2011, con l'ennesimo accordo per la realizzazione di un'opera che ne ha visti siglare davvero tanti, dal 1995 a questa parte...) in merito alla vicenda fiorentina della TAV.
Non crediamo infatti che sia conveniente sconfessare fuori dalle mura della città patrimonio mondiale dell'UNESCO un'intera filosofia di investimenti pubblici sbagliati, e al tempo stesso autorizzarli (anzi: promuoverli!) proprio dentro quelle mura. In una Firenze, per giunta, delicatissima e oltremodo vulnerabile proprio sul piano idrogeologico, dove l’ultima volta l’Arno è esondato rovinosamente 47 anni fa, e i torrenti Mugnone e Terzolle (i cui bacini interferiscono con la stazione AV Foster) solo 21 anni or sono!”.