Diciotto i decessi accertati a causa del ciclone che si è abbattuto sull'isola più grande dell'Italia. In Sardegna nelle ultime ore è caduta la pioggia che solitamente cade in 6 mesi. Il Presidente del Consiglio Enrico Letta l'ha definita: «Tragedia nazionale». Dichiarato lo stato d'emergenza. Misericordie mobilitate e pronte a partire con un primo contingente per portare aiuto nelle zone della Sardegna devastate dal maltempo. Le Misericordie d’Italia hanno attivato l’Ugem (Ufficio Gestione Emergenze di Massa) che ha mobilitato le prime dieci squadre, ciascuna composta da 4 confratelli, delle Misericordie toscane, che potrebbero salpare da Livorno nelle prossime ore, se e quando arriverà il via libera del Dipartimento della Protezione Civile, a cui le Misericordie hanno comunicato la propria disponibilità operativa.
Altre 4 squadre delle Misericordie del Lazio e dell’Umbria potrebbero invece partire da Civitavecchia. Le squadre allertate sono dotate di idrovore e materiali per la ripulitura dal fango, compreso un bobcat inviato dalle Misericordie dell’Emilia Romagna. Del primo contingente potrebbe far parte anche un nucleo logistico, con i moduli per allestire una cucina da campo e 20 tende auto stabili. Nelle zone colpite dal maltempo stanno già operando i confratelli delle Misericordie sarde. "La notizia rimarra' per qualche giorno sui media, poi tutto tornera' alla "normalita", con prevalenza di notizie del cosiddetto mondo politico" è il commento di Primo Mastrantoni segretario di Aduc.
"Stiamo parlando di quello che e' successo in Sardegna per il passaggio di un ciclone (per ora 17 morti), ma che puo' accadere in qualsiasi localita' del nostro Bel Paese. Del dissesto idrogeologico se ne parla da 50 anni ma, dopo l'emergenza, tutto torna come prima in attesa della successiva tragedia. Sara' cosi' anche questa volta. Eppure le cifre dovrebbero fare riflettere. Il 75% del territorio e' montuoso e collinare, il che dovrebbe sollecitare i nostri governanti a impegnarsi in interventi di difesa del suolo.
Lo stesso dicasi per i provvedimenti che riguardano il rischio sismico. Le aree a rischio dissesto idrogeologico rappresentano il 9,8% del territorio ma coinvolgono l'89% dei comuni. Un programma pluriennale di interventi sarebbe, a questo punto, indispensabile. Purtroppo i nostri governanti hanno l'occhio miope, al massimo riescono a vedere l'orizzonte dei prossimi appuntamenti elettorali che hanno scadenza annuale. Ovviamente, il giorno unico per lo svolgimento delle elezioni e' diventato un bello slogan (election day).
Esempio, le elezioni nazionali, regionali e locali che quest'anno si sono tenute a distanza di pochi mesi l'una dall'altra. Per oggi piangiamo i morti, domani e' un altro giorno" conclude Mastrantoni. Il Sottosegretario D'Angelis:"L'emergenza in corso in Sardegna porti al riscatto della politica nella difesa da alluvioni e frane. L'Italia può far partire subito un piano di difesa del suolo ma è sconcertante e autolesionistico prevedere in Legge di Stabilità solo 30 milioni per la riduzione del dissesto idrogeologico" "L'Italia intera vive il dolore della Sardegna, i morti, i dispersi, i danni" lo scrive Matteo Renzi nella e-news.
"Non è il momento delle polemiche, ma della solidarietà. E del resto è difficile capire, in stragi come queste, quanto sia addebitabile alla forza della natura e quanto all'incuria dell'uomo. Certo è che sarebbe bello se il Parlamento si facesse carico di uno sforzo in più sulla difesa del suolo. Cito solo cifre, fredde come sanno essere i numeri: negli ultimi 50 anni le alluvioni hanno travolto circa 1.500 centri urbani provocando 4.200 morti e quasi mezzo milione di sfollati. Quante vittime dobbiamo ancora contare perché finalmente si consideri la difesa del suolo una grande emergenza nazionale? È un tema che sento molto.
Ne ho scritto in "Oltre la rottamazione", ne ho parlato in Consiglio Comunale lo scorso 4 novembre commemorando l'Alluvione di Firenze, ne ho sottolineato l'urgenza fin dalle scorse primarie proprio dal Vajont, dove simbolicamente iniziammo il tour. Intanto un pensiero agli amici della Sardegna, piangendo insieme alle famiglie delle vittime e un grande abbraccio ai sindaci coinvolti in prima fila. Loro sono oggi le colonne della comunità: che sentano forte il sostengo dell'Italia e degli italiani, senza alcuna distinzione di colore politico.
Ci sarà tempo per le polemiche, ora proviamo a dare una mano". “E’ in corso in Sardegna l'ennesima emergenza alluvioni con un terribile bilancio di morti, dispersi e danni incalcolabili. Ma la politica può e deve riscattarsi da almeno 20 anni di disattenzione e di calo progressivo di risorse per la difesa del suolo e la riduzione del dissesto idrogeologico. Trovo sconcertante e ai limiti dell'autolesionismo che la Legge di Stabilità predisposta dal Ministero dell'Economia e Finanze stanzi per la tutela del suolo nell’81,9% dei 6.633 Comuni in dissesto e a rischio frane e alluvioni, dove vivono 5,8 milioni di italiani (9,6% della popolazione nazionale) con un totale di 1,2 milioni di edifici, decine di migliaia di industrie e un patrimonio storico e culturale inestimabile, la miseria di 30 milioni di euro per il 2014, altri 50 milioni per il 2015 e 100 milioni per il 2016.
Cioè per l'opera pubblica nazionale considerata più urgente, in tre anni dedichiamo 180 milioni! Un nulla. E’ un errore clamoroso e incomprensibile e faremo di tutto per correggere quelle cifre che sono un insulto per i tanti italiani e i territori alluvionati che da noi aspettano risposte concrete”. E’ quanto afferma il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis intervistato dall’emittente radiofonica Lady Radio. “L’Italia – spiega D’Angelis - ha tutte le condizioni per far partire un programma serio e coraggioso di investimenti per la più grande e utile opera pubblica della messa in sicurezza di milioni di italiani dai grandi rischi.
Al Ministero delle infrastrutture e Trasporti sono stati recuperati e trasferiti 100 milioni l’anno per i prossimi tre anni ai piccoli Comuni, altri 100 per l’edilizia scolastica e i bonus nell'edilizia per la sicurezza antisismica danno ottimi risultati. E va accolto l'appello della commissione Ambiente della Camera presieduta da Ermete Realacci che all’unanimità chiede almeno 500 milioni l’anno per la difesa del suolo, fuori dal Patto di Stabilità. C’è – conclude il Sottosegretario - anche un motivo economico e di risparmio, 1 euro speso in prevenzione determina un risparmio anche di 100 euro in riparazione dei danni”. Alberto Monaci, presidente del Consiglio è intervenuto sugli eventi della Sardegna, sui lutti che hanno colpito la regione cui ha indirizzato la solidarietà della Toscana, che “c’è e vuole fare la sua parte”.
Tuttavia ha aggiunto “un’amara doverosa riflessione, poichè quello che accade è frutto del rapporto dissennato con il territorio. Aggravato, esasperato, certo, da condizioni climatiche che rendono normali manifestazioni che un tempo erano eccezionali, ma comunque figlio di anni di trascuratezza praticata da amministrazioni e istituzioni di questo Paese”. Di ogni territorio del paese. Monaci ha ricordato che la Sardegna è solo l’ultima di una lista di regioni devastate della quale la Toscana fa parte: “Per questo – ha aggiunto – sappiamo bene come va; le condoglianze, l’emergenza conclamata e poi, sistematicamente, l’assenza di Stato e politica, cioè del governo centrale, ma non solo”. Per il presidente del Consiglio regionale, “mettere a regime davvero l’urbanistica, convertire gli investimenti alla salvaguardia del territorio e dell’assetto idrogeologico, è facile a dirsi, ma per farlo sul serio occorrono capacità e concretezza, visioni strategiche e volontà anche di scontentare egoismi potenti, rivedendo scelte che, alla luce dei fatti, oggi appaiono non praticabili o semplicemente meno opportune di altre, perché magari troppo costose o ad alto rischio ambientale”.
Introducendo i temi della crisi economica e finanziaria, e del patto di stabilità, Monaci ha affermato: “Quello che serve più che mai è una convertita politica sul territorio e i corsi d’acqua. Neppure la nostra regione, credo, si può dire immune da errori, costruzioni speculative, rischiose negligenze”. Monaci ha voluto ricordare anche, nell’occasione, le vittime del tifone Hayan, che ha colpito le Filippine. A Firenze sono iniziate stamani le prime demolizioni in riva sinistra d’Arno.
Sul posto era presente anche il sindaco Matteo Renzi che ha effettuato un sopralluogo per verificare l’andamento dei lavori. Si tratta di interventi di portata limitata e riguardano strutture precarie che, in caso di piena, potrebbero essere portate via. Successivamente saranno effettuate le demolizioni più importanti sulla base di un progetto di riqualificazione complessivo concordato tra Comune, Provincia, Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici. Gli interventi iniziati questa mattina e che, condizioni meteorologiche permettendo dovrebbero terminare in 3-4 giorni, riguardano la copertura metallica della terrazza dell’ex ristorante La Greppia, le vasche di voga con relativa tettoia dei Canottieri Comunali e la terrazza a sbalzo realizzata con tubi innocenti del centro anziani.
Queste strutture saranno quindi smontate e, nel caso delle vasche di voga, verranno effettuati anche gli interventi di ripristino dell'argine a seguito della demolizione delle vasche in cemento armato. Le demolizioni avviate questa mattina sono propedeutiche al progetto complessivo che riguarda la riva sinistra attualmente allo studio da parte di Provincia e Comune. Questo progetto non prevede soltanto la rimozione di strutture, nella fattispecie dell’ex Teatro Lido, ma la riqualificazione generale dell’area con interventi di rifacimento degli argini e di collocazione di piante.
Nell’occasione saranno anche realizzate le rampe di accesso all’argine necessarie per effettuare le opere di pulizia e manutenzione.