FIRENZE – Solidarietà con le organizzazioni sindacali che stanno manifestando, oggi a Roma, con un presidio davanti al ministero dell'Economia e delle Finanze, per chiedere certezze sulla copertura della Cassa integrazione in deroga per tutto il 2013. A esprimerla è l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, che sottolinea come l'attuale situazione, in assenza di risorse che garantiscano il finanziamento degli ammortizzatori in deroga fino a fine anno, rischi di produrre fortissime tensioni sociali. “Mi auguro che il presidio organizzato da Cgil, Cisl e Uil – afferma Simoncini - riesca nell'intento di indurre il governo a trovare le risorse.
Le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali sono anche le nostre. Purtroppo negli ultimi incontri, come è accaduto ieri per la ex Isi di Firenze, abbiamo dovuto dire ai lavoratori che chiedevano garanzie sulla copertura, che non c'è ,al momento, alcuna certezza”. “Come più volte ho fatto presente anche al governo – prosegue l'assessore – sono convinto che il sistema deve cambiare e che si debba sempre più spostare risorse e interventi sulle politiche attive ed interventi a sostegno dello sviluppo, come sta facendo la Regione Toscana.
Ma detto questo, non può succedere che questa svolta avvenga in corso d'opera, lasciando senza reddito migliaia di lavoratori che hanno diritto agli ammortizzatori sulla base della normativa attualmente in vigore”. Le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali della Toscana considerano inaccettabile che il Governo, come annunciato dal sottosegretario Dell'Aringa, non garantisca il totale finanziamento degli ammortizza sociali in deroga, ivi comprese le domande di cassa integrazione già giacenti presso le Regioni e che già oggi interessano, in Toscana, oltre 23.000 lavoratori dipendenti di ca.
6.000 imprese. "E' inconcepibile che, a fronte di uno strumento che si è dimostrato essenziale per ridurre l'impatto della crisi sull'occupazione e per evitare la dispersione del capitale di competenza e professionalità delle imprese, tanto più importante per un sistema di minore impresa come quello che caratterizza la Toscana, in corso d'anno si possa disconoscere ai lavoratori il diritto ad un reddito finora garantito dalla legislazione ed alle imprese la garanzia di non dover essere chiamate in causa per il venir meno dell'impegno del Governo.
Una decisione improvvida, come quella annunciata dal sottosegretario Dell'Aringa rischia di compromettere un modello di coesione sociale che ha consentito, anche in questa Regione, di fronteggiare una crisi gravissima e ben lungi da essere superata, evitando un ulteriore aumento della disoccupazione, l'insorgere di conflitti sociali dagli esiti imprevedibili e lo smantellamento di un intero apparato economico e produttivo che, per le sue caratteristiche di flessibilità e punti di eccellenza, ha costituito e costituisce il principale sostegno dell’economia regionale.
Per tutte queste ragioni chiediamo con forza al Governo che garantisca il completo finanziamento degli ammortizzatori sociali per l'anno 2013 ed un altrettanto congruo finanziamento degli stessi per il 2014" Il Gruppo Colacem ha avviato la procedura per la chiusura del Cementificio di Pontassieve. "Dopo una serie di incontri sindacali per ricercare possibilità di ripresa dell'attività e di tutela del reddito dei lavoratori (n.48) impiegati nel cementificio di Pontassieve, il Gruppo Colacem ha avviato la procedura per la cessazione dell'attività del cementificio. Circa 18 mesi fa, lo storico cementificio è stato ceduto dall'Italcementi al Gruppo Colacem con una prospettiva di rilancio degli investimenti per la ripresa della sua attività. Purtroppo di fronte al perdurare della profonda crisi del settore delle costruzioni , e di conseguenza del cemento con calo di circa il 40% della produzione a livello nazionale, il Gruppo Colacem, ci ha comunicato la decisione di procedere alla chiusura dello stabilimento avviando le procedure previste dalla legge. Negli incontri avuti con la Direzione abbiamo avviato la definizione di un percorso per il sostegno del reddito dei lavoratori a partire dal ricorso agli ammortizzatori sociali, ma rimane molto alta la preoccupazione per la perdita del lavoro oltre che per la perdita di una fabbrica così importante per l'economia locale. Riteniamo che in questa fase sia di fondamentale importanza anche il coinvolgimento delle Amministrazioni locali e regionali per realizzare piani di ricollocamento del personale, avviare progetti per lo sviluppo industriale locale, nonché per gestire l'eventuale fase di dimissione e bonifica del sito" Fillea CGIL Firenze Artemide, gruppo che conta oltre 700 lavoratori tra Italia ed estero, si rifiuta di concedere la cassa integrazione straordinaria ai 21 dipendenti della Nord Light di Sieci che, in risposta, proclamano lo stato di agitazione. Oltre la mobilità, un anno di ammortizzatori sociali permetterebbe a chi non è in grado di trasferirsi a Pregnana (MI) e Telgate (BG) di organizzarsi nella ricerca di un nuovo posto di lavoro, o in alcuni casi, di arrivare al pensionamento. Di fronte ad una chiusura così netta le organizzazioni sindacali hanno proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero, domani presidieranno i cancelli dalle 10 alle 12,30, giovedì e venerdì effettueranno uno sciopero di 4 ore articolate tra amministrazione e produzione. "Non comprendiamo una posizione così intransigente quando ci sarebbero tutte le condizioni per attivare un anno di cassa integrazione straordinaria, dato che il trasferimento costituisce una ristrutturazione dell’attività produttiva e come tale apre tutte le condizioni per accedere all'ammortizzatore" è la posizione di Marco Trapassi della Fiom Cgil di Firenze che avverte: "Lo stato di agitazione terminerà solo nel momento in cui la Direzione darà la propria disponibilità ad un confronto utile sugli ammortizzatori sociali e se le nostre richieste non verranno riconosciute passeremo a forme di lotta più incisive."