Con Machiavelli e il suo "Principe" è nata la scienza della moderna politica, con le sue leggi, le sue regole fuori dalla morale comune e comunque legate ad un codice. Ma forse soprattutto il concetto moderno del potere non derivante da un qualsiasi potere divino, invece conquistato e mantenuto dall'abilità e dalla fortuna degli uomini. Per questo il cinquecentenario della composizione di quest'opera universale assume un'importanza che avrebbe meritato maggiore eco nell'opinione pubblica. Comunque Firenze e la Toscana non mancheranno di dedicare all'evento una mostra dal prossimo 10 dicembre (data dell'annuncio in una lettera a Pier Vettori dello stesso Machiavelli della conclusione della stesura di un "trattatello") al 22 febbraio 2014. "E' stata una felice unione di forze e di volontà – ha affermato il presidente del comitato organizzatore Valdo Spini presentando stamani l'iniziativa nella sede della Stampa estera, presente il suo presidente Maarten Val Aalderen – tra il Comune di Firenze, la Regione che ha finanziato la mostra, il Polo Museale, la Biblioteca Nazionale e l'Archivio di Stato che consente di portare a fondo una iniziativa dovuta ad una delle maggiori figure della nostra storia nella sua sua terra, dopo quella di Roma organizzata dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e dalla Aspen University". Ringraziando Valdo Spini per l'impegno e il lavoro svolto, l'assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti ha sottolineato quanto la politica della Regione Toscana privilegi "il ricordo e la celebrazione della nostra storia come strumento di creazione e trasmissione culturale.
Solo trasferendo la memoria nel vissuto di ciascuno di noi si può arrivare a farne metodo efficace di rapporto con la società per aiutarne la crescita. In più oggi possiamo contribuire al dibattito aperto da Machiavelli sull'etica della politica in un evidente momento di crisi, anche per cercare di superare la troppa improvvisazione che in Italia riesce purtroppo a marginalizzare la cultura". La mostra, ospitata nelle sale monumentali della Biblioteca Nazionale di Firenze, raccoglierà circa novanta opere; di queste tredici messe a disposizione dal Polo Museale, tra cui non si può dimenticare la tavola Doria, esposta per la prima volta a Firenze dopo la prima del Quirinale a seguito del ritrovamento da parte di Carabinieri e magistrati e l'accordo con il Tokio Fuji Art Museum che l'aveva acquistata in buona fede.
E poi i documenti rari e importanti messi a disposizione dall'Archivio di Stato di Firenze; tra gli altri la copia splendida dei vangeli su cui giuravano le cariche repubblicane, il bando e il cifrario degli ambasciatorit. Testimonianze sull'età della Repubblica fiorentina poco conosciute, in grado di riportarci al Machiavelli uomo di governo nei turbamenti politici dell'epoca e al suo ruolo nelle vicende storico-politiche di quegli anni, che alla fine lo videro emarginato, ma capace di portare sull pagina la sua esperienza.