Firenze – “Investirò della questione il Dipartimento amministrazione penitenziaria ed il commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. La Toscana non merita questo affronto, tenendo conto che il carcere di Arezzo aveva una vitalità testimoniata dall’impegno degli operatori dell’istituto e anche dalla presenza dell’attività teatrale del regista Pedullà“. È quanto dichiara il garante regionale dei detenuti della Regione Toscana, Franco Coroleone, che oggi ha compiuto la seconda visita agli isttuti toscani, ad Arezzo appunto.
Al termine del sopralluogo, condotto col direttore dell’istituto Paolo Basco, il garante ha dichiarato: “Siamo di fronte ad uno scandalo ciclopico. Un carcere funzionante è stato chiuso nel 2010 per un progetto di ristrutturazione che non è mai arrivato a compimento. Tutti i detenuti furono sfollati ed i lavori avviati giusto il tempo di rendere di fatto inagibile la struttura”. Nelle parole di Corleone la storia della struttura “abbandonata e che versa in condizioni fatiscenti; i tre piani del principale corpo detentivo sono stati lasciati dall’impresa fallita, e ora le finestre sono state divelte e si cammina tra macerie, stanze allagate e cadaveri di piccioni.
In una condizione di sovraffollamento come l’attuale è stato un delitto impostare una ristrutturazione in questi termini, ma ora è un crimine vero e proprio l’abbandono dei lavori”. Ad oggi la capienza effettiva dell’istituto è di 32 posti, di cui 14 riservati ai collaboratori di giustizia, nonostante i dati ufficiali del Dap continuino a parlare di una capienza regolamentare di 103 posti. I presenti sono oggi 29. Continua Corleone: “Il turn over è molto elevato e abbiamo incontrato vicende umane molto gravi, ci sono persone in carcere per reati bagatellari, con pene brevissime e per fatti molto risalenti nel tempo, che non riescono ad uscire in misura alternativa”. Si segnalano poi gravi difficoltà relative all’organizzazione sanitaria.
Dalle 16 in poi in istituto non è garantita la presenza di un medico, nemmeno su chiamata