Firenze– Franco Corleone è il nuovo Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Toscana. Corleone è stato eletto dal Consiglio regionale, che si è trovato a scegliere fra tre candidature: oltre a quella di Corleone, erano pervenute quelle di Francesco Ceraudo e di Aldo Vitelli. Corleone è stato scelto con 25 voti a favore, mentre Ceraudo ne ha ricevuti 13 e Vitelli 3. Franco Corleone, attualmente Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze e coordinatore dei Garanti territoriali per i diritti dei detenuti, succede ad Alessandro Margara, che si è dimesso il 20 luglio scorso per motivi personali.
Nato a Milano nel 1946, Corleone è stato deputato nell’VIII, IX, XII e XIII legislatura e senatore nella X, ricoprendo anche per cinque anni (1996-2001) l’incarico di sottosegretario al ministero della Giustizia. È presidente dell’associazione “La Società della ragione” e ha scritto numerosi saggi e articoli sui temi della giustizia, dei diritti, del carcere e sulla politica delle droghe. Il gruppo Più Toscana ha deciso di non partecipare al voto. Il perché lo ha spiegato Gian Luca Lazzeri: “Innanzitutto abbiamo presentato una proposta per far svolgere la funzione dei garanti ai consiglieri regionali: questo – ha detto Lazzeri – permetterebbe un notevole risparmio di costi e garantirebbe un maggiore raccordo dell’attività dei garanti con il Consiglio regionale stesso.
Inoltre, come ha segnalato Daniela Lastri in Ufficio di presidenza, esiste un mancato rispetto delle quote di genere e dunque sarebbe preferibile scegliere una donna. E nutriamo molte perplessità sulla scelta della maggioranza di puntare su Corleone”. Marco Ruggeri (capogruppo Pd) ha al contrario sottolineato che “i Garanti devono essere figure terze e quindi non è opportuno che siano consiglieri regionali” e che “c’è bisogno di persone con grande esperienza in materia”. Per questo ha avanzato, a nome del gruppo Pd, la candidatura di Franco Corleone.
Marco Taradash (Pdl) ha invece avanzato la candidatura di Ceraudo, “perché è necessario dare un segnale forte su quella che è la drammatica situazione sanitaria nelle carceri, e il dottor Ceraudo è stato impegnato per anni come medico negli istituti penitenziari”. Giovanni Donzelli (FdI) ha spiegato di non voler sostenere la candidatura di Corleone, “perché non si tratta di un soggetto terzo, essendo attivamente coinvolto in politica ed essendo stato parlamentare a più riprese”. “Corleone – ha detto Donzelli – ha fatto più volte uso del suo ruolo per propagandare posizioni politiche”.
Enzo Brogi (Pd) ha infine messo l’accento sulla situazione drammatica delle carceri italiane e anche regionali. “Occorre far partire una commissione, senza costi – ha detto il consigliere – che valuti l’attuale situazione delle carceri toscane”. L'elezione di Franco Corleone, che succede così al dimissionario Alessandro Margara, come Garante dei detenuti della Toscana, avvenuta nella seduta odierna del Consiglio regionale ha suscitato un dibattito sul tema delle carceri e del sistema penitenziario.
“Franco Corleone è una persona seria e capace, che conosce in maniera approfondita la situazione carceraria. Per questo a nome del gruppo Pd esprimo grande soddisfazione per la sua elezione, siamo convinti saprà portare avanti al meglio questo incarico: a lui vanno i più sinceri auguri di buon lavoro” così Marco Ruggeri, capogruppo Pd Regione Toscana. Anche alla luce del messaggio rivolto dal Presidente Napolitano al Parlamento, che denuncia la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane e la continua violazione dei diritti umani perpetrata ai danni delle persone recluse. Per questo, alcuni mesi addietro, la Commissione Europea per i diritti dell’uomo, ha condannato il nostro Paese. “La nomina di Franco Corleone a garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana potrebbe aprire le porte ad una forma di collaborazione istituzionale in grado di fare da apripista in questo contesto e generare importanti risparmi.
Sarebbe infatti auspicabile a questo punto, con la nomina di Corleone che deve diventare punto di riferimento per l’intera Toscana, che il Comune di Firenze, il quale già aveva affidato lo stesso incarico proprio a Corleone, decidesse di rinunciare a nominare un suo garante, creando una figura che in qualche modo verrebbe a sovrapporsi. Si potrebbe invece favorire la stipula di una specifica convenzione con la quale regolare l’utilizzo di un unico garante, tanto più che entrambi gli Enti riconoscono la capacità professionale e le qualità di Corleone”.
E’ la proposta avanzata dal Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori e presidente della prima commissione Marco Manneschi. «Garante regionale dei detenuti: è stato posto in ufficio di Presidenza del Consiglio regionale il problema che non era rispettato in Regione Toscana il criterio della equa distribuzione tra i sessi degli incarichi e delle nomine del Consiglio, come previsto dalla Legge. Pertanto avevo chiesto di sospendere la nomina del Garante dei Detenuti cogliendo l’occasione su questa importante nomina di invertire la situazione di fatto che vede privilegiare in maniera quasi assoluta i rappresentanti di sesso maschile.
E poiché sono prevalentemente nomine di Maggioranza, a questa Maggioranza la responsabilità politica». È il commento del consigliere regionale di Più Toscana, gruppo nato per difendere gli interessi dei toscani, e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, a margine della nomina in Consiglio del Garante dei detenuti. «Inoltre – prosegue Lazzeri –, il gruppo Più Toscana ha presentato delle proposte di Legge in base alle quali i Garanti dovrebbero essere consiglieri regionali senza oneri per il bilancio della Regione.
Oggi invece il Garante percepisce una cifra che fra indennità e stipendio sfiora i 43.000 euro. Attribuendo invece il mandato di Garante ad un consigliere regionale (ovviamente senza oneri per le finanze pubbliche) si risparmierebbero questi soldi. Siamo poi contrari alla nomina del dottor Corleone in quanto espressione della politica, di una parte della politica, mentre il Garante dovrebbe essere un soggetto che aiuta il Consiglio regionale nella elaborazione delle politiche a favore dei detenuti.
Questa è una nomina che a mio avviso creerà una dicotomia tra il Consiglio regionale e il Garante che andrà a svolgere un forte ruolo politico oltre e senza il Consiglio regionale. Per queste tre ragioni non abbiamo partecipato alla votazione in Aula». Nel frattempo le condizioni dei detenuti proprio a Firenze hanno raggiunto un punto di non ritorno. «Nel carcere fiorentino infatti a fronte di un capienza di 520 persone sono rinchiusi poco meno di 1000 detenuti di cui più un terzo in attesa di giudizio.
Poiché spetterà alla Regione Toscana insieme al Ministero di Grazie e Giustizia di decidere sulla futura destinazione e sul futuro uso dell’Opg di Montelupo, realizziamo all’Ambrogiana – conclude Lazzeri – una struttura di carcere attenuato dove trasferire questi detenuti che non hanno ancora ricevuto una condanna in via definitiva». Ma il Garante dei detenuti quali poteri ha nel sistema giudiziario attuale? "Da anni denunciamo le fatiscenti condizioni degli istituti penitenziari e lo stato di illegalità, oramai persistente da anni.
Una profonda riflessione sul senso della pena ma soprattutto su quale pena è stata da noi sollecitata da tempo, sollecitazioni spesso cadute nel vuoto. Ora si presenta una occasione importante ed irripetibile. È tempo di procedere ad una riforma del sistema sanzionatorio, di procedere alla depenalizzazioni di reati minori e di scarsissimo allarme sociale, soprattutto per quel che concerne il tema delle dipendenze da stupefacenti, di aprire una riflessione importante sulla questione della carcerazione preventiva, di allargare gli scenari delle alternative alla pena detentiva e dei lavori di pubblica utilità e risarcimento sociale, di cancellare o modificare profondamente leggi che hanno prodotto carcere come la Bossi Fini e la Fini Giovanardi, di applicare, finalmente, l’ordinamento ed il regolamento penitenziario del 2000 in tutte le sue parti.
Solo questo determinerebbe un importante decongestionamento delle nostre carceri. Giacciono in Parlamento, da lungo tempo, proposte di legge sui temi enunciati. Diventi questo tema, dunque, una priorità politico istituzionale e si proceda senza indugio verso questa auspicata riforma. Riforma che dovrà essere accompagnata, assolutamente, da un provvedimento di AMNISTIA ED INDULTO, indispensabili non solo per allentare la stretta asfissiante del sovraffollamento, ma sopratutto per garantire una proficua ed efficace entrata in vigore della riforma.
Il tempo, dunque, è arrivato. È questa la grande occasione per ripristinare diritti e legalità all’interno delle carceri, di superare una fase esclusivamente emergenziale, di riaffermare decoro e dignità e ridare senso e valore ai percorsi di reinserimento e reinclusione sociale, di riaffermare in pieno i principi costituzionali. Se il Parlamento assume la questione nella sua rilevante portata sono convinto che entro pochi mesi si possa davvero cambiare pagina e ridefinire nuovi orizzonti dove la civiltà ed il diritto ritrovano senso e collocazione" Marco Solimano Garante dei diritti dei detenuti Comune di Livorno. “Ringrazio la Regione Toscana ma anche il Ministero della Giustizia per queste risorse indispensabili per il completamento della struttura a custodia attenuata per le madri detenute e i loro bambini”.
È quanto sottolinea la vicesindaco Stefania Saccardi dopo aver letto le dichiarazioni dell’assessore regionale Luigi Marroni in merito al finanziamento regionale per sostenere i lavori di adeguamento alla normativa antisismica, inizialmente non previsti ma necessari per aprire la struttura ospitata in un edificio della Madonnina del Grappa. “È vero che la Regione ha previsto i 221.000 euro mancanti, ma è anche doveroso precisare che tali risorse dovrebbero essere restituite dal Ministero della Giustizia come promesso dal ministro Anna Maria Cancellieri durante la recente visita al carcere di Sollicciano su sollecitazione della sottoscritta e dell’onorevole Dario Nardella”.
“Si tratta dell’ennesima testimonianza di come la collaborazione tra enti possa ottenere risultati importanti come, nello specifico, la realizzazione dell’ICAM a Firenze. In questo caso il Comune, attraverso la Società della Salute, i parlamentari fiorentini, il ministero e la Regione hanno lavorato insieme per portare sul nostro territorio un intervento di grande civiltà. Mi auguro che questo metodo possa ripetersi anche in altre situazioni, perché solo con la collaborazione tra enti si possono raggiungere risultati davvero utili alla collettività” conclude la vicesindaco Saccardi.