Un’idea che parte dalla Toscana, e potrebbe essere presa a modello da altre Regioni, per tamponare l’emergenza carceri in attesa di provvedimenti da parte del Governo e di un’urgente riforma del sistema giudiziario e penitenziario. Un progetto, con la collaborazione del Coordinamento Nazionale delle comunità di accoglienza, proposto dal presidente della Regione Enrico Rossi per trasferire 300 detenuti tossicodipendenti dalle carceri toscane ai domiciliari o all’affidamento in prova in strutture di recupero. “La direzione è quella giusta” – commenta il consigliere regionale Pd Enzo Brogi – “i detenuti tossicodipendenti devono poter accedere a misure alternative al carcere, che prevedano percorsi di recupero specifici.
La proposta che il presidente Rossi lancia al ministro Cancellieri può favorire questo percorso per 300 detenuti toscani e dare una boccata d’aria alle nostre carceri sovraffollate”. “Voglio ribadire che per effetto delle norme della Fini-Giovanardi, anche in Toscana quasi un quarto dei detenuti si trova in carcere per reati legati agli stupefacenti, in molti casi reati di lieve entità e pericolosità sociale. Quindi benissimo la proposta del presidente Rossi, ma anche dalla nostra Regione deve continuare la pressione sul Governo, oltre che per un’urgente superamento della Fini-Giovanardi, anche per mettere fine all’abuso della carcerazione in attesa di giudizio, che riguarda il 40% dei detenuti italiani, per un maggiore ricorso alle pene alternative e perché all’interno delle carceri si possa lavorare e cercare il reinserimento nella società.
Solo con questi elementi l’Italia potrà finalmente avere carceri degne di un civile paese europeo”. «Per svuotare le carceri? Basta trovare una sistemazione alternativa ai detenuti in attesa di giudizio. E questa struttura di “carcere attenuato” potrebbe essere per esempio la Villa dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino quando non ospiterà più l’Ospedale psichiatrico giudiziario». È l’idea lanciata già da qualche settimana dal consigliere regionale di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari, Gian Luca Lazzeri.
Un’idea rilanciata all’indomani della presa di posizione del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che punta a trasferire 300 detenuti tossicodipendenti in strutture alternative nel giro di sei mesi. «Se guardiamo al solo carcere di Sollicciano – prosegue Lazzeri –, nonostante la capienza sia di 520 detenuti, in realtà le persone imprigionate sono quasi il doppio. E un terzo di queste è ancora in attesa di giudizio». Di qui l’idea di realizzare «una struttura di carcere attenuato dove trasferire quei detenuti che non hanno ancora ricevuto una condanna in via definitiva e che quindi sono innocenti fino a sentenza di condanna passata in giudicato».
Una struttura che potrebbe essere benissimo la Villa dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino, attualmente adibita a Ospedale psichiatrico giudiziario, ma che rimarrà presto “orfana” della propria funzione. «Convertire l’Ambrogiana da Opg a carcere attenuato, oltre a rappresentare una scelta di civiltà e una boccata d’ossigeno per le carceri toscane, garantirebbe anche il riassorbimento del personale in forza all’Opg. Non ci dimentichiamo che gran parte degli attuali lavoratori hanno scelto Montelupo e le zone limitrofe come casa».
La decisione sulla destinazione dell’Opg, come prevede l’attuale normativa, sarà assunta dalla Regione Toscana insieme al Ministero competente, ossia, in questo caso, quello di Grazia e Giustizia. Ma, a causa della delibera regionale 175, la Giunta, “in virtù dell’ubicazione e del carattere storico dell’edificio”, definirà la futura destinazione della Villa dell’Ambrogiana coinvolgendo anche il Comune di Montelupo. «Peccato che il sindaco montelupino, rivendicando che si tratta di un monumento di portata storica e artistica, chiede il ritorno ad un utilizzo a fini civili.
Perciò – conclude Lazzeri – ho presentato una mozione in Consiglio regionale per obbligare la Giunta a rappresentare al Ministero di Grazia e Giustizia l’esigenza e l’opportunità di riconvertire l’Opg in struttura detentiva attenuata per i detenuti in attesa di giudizio».