Firenze– Allarme e preoccupazione. Sono queste le reazioni suscitate in commissione di Controllo, presieduta da Paolo Marcheschi (FdI), dalla relazione del presidente di Firenze Fiera spa, Antonio Brotini, nel corso di un’audizione sul piano industriale della società. Brotini, dopo aver sottolineato le difficoltà in cui si trova l’intero comparto fieristico nazionale, ha ricordato che Firenze Fiera aveva chiuso il bilancio 2012 con un piccolo utile di circa 50mila euro, sul quale però si sono abbattute le sentenze del Tar sul ricorso del comune di Firenze per i padiglioni abusivi e la multa di 1 milione e 780 mila euro, per la quale non esisteva alcun accantonamento in bilancio.
Un problema, quello delle tensostrutture, che pare senza soluzione. “Dobbiamo smontarle e rimontarle ogni volta – ha precisato – con un costo annuale di 500mila euro”. A suo parere Firenze Fiera, nonostante le difficoltà, ha dato prova di dinamismo ed ha prospettive interessanti di sviluppo, ma ha bisogno di essere ristrutturata per poter competere sul mercato, a partire dal costo del personale. Tre sono le direzioni indicate: una revisione del contratto integrativo, che dal 2005 non è stato toccato e prevede un costo medio a dipendente superiore di 13mila euro al contratto nazionale; dare una soluzione adeguata al problema dello straordinario, che è diventato strutturale ed incide per 100mila euro l’anno; prevedere forme di mobilità, “perché chi lavora nel settore congressuale e nel settore fieristico senza sapere parlare l’inglese non è adatto”.
“Vogliamo concertare un piano con i sindacati – ha aggiunto il presidente – ma non ci sono alternative”. Non solo. Brotini ha sottolineato le difficoltà incontrate nell’ospitare manifestazioni internazionali, a fronte di una cattiva manutenzione degli immobili. “L’ultimo intervento importante è stato fatto 45 anni fa – ha rilevato – Gli incidenti sono all’ordine del giorno. L’ultimo congresso internazionale di medicina è stato interrotto perché nella sala pioveva e si sono bagnati tutti”. Una relazione che ha scatenato un vero fuoco di fila di domande da parte dei consiglieri Simone Naldoni (Pd), Marina Staccioli (FdI), Gabriele Chiurli (gruppo Misto), Marco Manneschi (IdV), Paolo Marini (Federazione Sinistra e Verdi), come pure del vicepresidente della commissione Paolo Bambagioni (Pd) e del presidente Paolo Marcheschi. Secondo Marco Manneschi dalla relazione del presidente Brotini nascono alcuni interrogativi, cui gli enti proprietari devono dare risposta, primo fra tutti il riequilibrio delle quote di proprietà fra gli enti locali, per il quale “la Regione ha sborsato milioni di euro, cui non ha fatto seguito il riequilibrio nelle quote di Firenze Fiera”.
“Il valore immobiliare fu calcolato tenendo conto anche di possibilità edificatorie, mentre oggi scopriamo che i manufatti sono oggetto di smontaggio e rimontaggio, al costo annuo di 500.000€ - ha osservato, chiedendo una nuova audizione del dirigente competente - Tutti i soggetti pubblici coinvolti devono trovare una soluzione ispirata al rispetto delle leggi, delle caratteristiche storiche del luogo, e del buon senso a tutela dell'interesse pubblico”. Manneschi ha inoltre auspicato “una soluzione concordata con i lavoratori, che riqualifichi o comunque salvaguardi le professionalità ed i posti di lavoro". Un allarme ed un invito sono stati lanciati da Paolo Bambagioni (Pd).
“A fronte di un piano concordato tra Regione, Provincia e Comune di Firenze, che prevedeva un importante impegno finanziario per sanare e rilanciare il polo fieristico fiorentino in un'ottica strategica regionale, la Regione ha portato avanti il suo impegno con risorse significative, mentre Comune e Provincia di Firenze, con motivazioni diverse, non procedono – ha rilevato – E' necessario che la Regione, prima di procedere al previsto aumento di capitale, pretenda un chiarimento dagli altri soci, per evitare di trovarsi da sola ad affrontare tutti i problemi”. "La preoccupante situazione di Firenze Fiera va affrontata senza ulteriori esitazioni.
Mentre Comune e Provincia si defilano dagli accordi stipulati, la Regione è chiamata all'ennesimo aumento di capitale ed è rimasta praticamente sola – ha dichiarato il presidente Paolo Marcheschi – E’ arrivato il momento per chiarire se ci sono prospettive e come si intendono recuperare gli 80-100 milioni di investimenti necessari per rilanciare la struttura. Senza certezza di un piano industriale con relative coperture, non servono tagli di personale e aumenti di capitale.
Serve solo gettare la spugna." “La linea oltranzista di Brotini è sempre più incomprensibile”. Lo afferma il consigliere del Pd Andrea Vannucci che spiega: “ La scelta di ieri di arrivare ad una rottura con le organizzazioni sindacali è assurda, come assurda è la gestione dell’azienda dell’ultimo anno. Aggiungerei anche incomprensibile, dal momento che nessuno viene a spiegarcelo, nonostante i ripetuti inviti alla direzione dell’azienda a venire in commissione Controllo prima del 30 ottobre, a giochi ormai fatti”.
Il consigliere Vannucci ha poi espresso solidarietà e vicinanza ai 13 lavoratori “che rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro, nonostante un Piano industriale 'vecchio' di soli 13 mesi in cui si diceva di voler puntare sulle risorse umane interne. Un Piano – ha concluso Vannucci - che improvvisamente è diventato carta straccia” "Sentir parlare di licenziamenti è un qualcosa che fa sempre male, a prescindere dalle situazioni. Ma sentir parlare di licenziamenti in un'azienda che, solo sei mesi fa era, per bocca dello stesso presidente, in attivo e sulla rampa di lancio per crescere ancora, diventa un qualcosa di assolutamente inaccettabile".
Questo quanto dichiara Francesco Torselli, consigliere comunale di Fratelli d'Italia. "Non mi interessa - aggiunge il consigliere - neppure ascoltare le motivazioni per cui un'azienda decide di riparare ai propri errori gestionali licenziando 13 dipendenti, perlomeno non prima di conoscere le ragioni che hanno trasformato un bilancio che avrebbe dovuto, dalle previsioni, presentare un attivo in un passivo di oltre 1.700.000 Euro". "Intanto - conclude Torselli - sto ancora attendendo le risposte a due interrogazioni depositate per conoscere le spese per viaggi, alberghi, trasferte e rimborsi vari sostenute con le carte di credito della società.
Prima di discutere sui licenziamenti, credo sia doveroso fare la massima trasparenza sui conti ed i bilanci dell'azienda".