di Montecristo Mentre le forze di polizia sono impegnate a reprimere i reati di stalking e gli uxoricidi dilaganti, mentre in Parlamento si tratta in modo bypartisan per approvare una legge contro l'omofobia, in Toscana c'è chi su questi argomenti si permette di fare dell'ironia. E' il caso dei consiglieri regionali del Gruppo Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, Giovanni Donzelli e Marina Staccioli che nei giorni scorsi hanno presentato una mozione in Consiglio Regionale affinché la Giunta e tutta l’assemblea prendano posizione “contro la mammofobia e la babbofobia”. Sorprende che a permettersi simili giochi di parole sia un uomo come Giovanni Donzelli, che qualche grattacapo deve già averlo avuto con il proprio cognome, appunto il plurale di donżèllo, il termine che nel medioevo -spiega il dizionario della lingua italiana- indicava quei giovinetti destinati in genere a far corte, in qualità di paggi, a cavalieri e baroni; sicché il nome assunse poi il significato generico di domestico d’un signore.
“Poste le mense avean quivi i donzelli” scrive appunto l'Ariosto. Corsi e ricorsi storici? Certo il termine rimane ancora vivo in Toscana dove viene inteso come usciere, ad esempio del Comune, o nel caso dell'Amministrazione regionale? I latini dicevano “Nomen numen”, che si può tradurre con “nel nome la sua potenza”.