''I timidi segnali di “fine caduta” dell’economia toscana non devono farci dimenticare che la situazione resta grave e l’incertezza profonda, complici la domanda interna in pesante recessione, il record della pressione fiscale, anche locale, le restrizioni del credito e le difficoltà del mercato del lavoro. E’ presto per dire se sia un graduale ritorno alla normalità o una tregua insidiosa; certamente si tratta di un passaggio delicato, perché il consolidamento del quadro economico - e l’avvio di una nuova fase espansiva per la Toscana industriale – non possono fare affidamento sul solo traino congiunturale.
Nonostante i solchi profondi lasciati dalla crisi, le imprese dovranno proseguire i loro sforzi di riposizionamento di prodotto, processo e mercato'' ''Ma una ripresa autentica della Toscana – continua Pacini -, che non sia ancorata a pochi decimi di Pil, passa anche da uno shock competitivo del contesto in cui operano le aziende. Più competitività e più crescita per la Toscana sono i due obiettivi strategici da seguire anche per far ripartire l’occupazione, agendo su quattro leve: fiscalità – in primis quella sul lavoro -, semplificazioni, internazionalizzazione e credito'' ''Una fiscalità, anche regionale e locale, più leggera e attenta alla crescita; un’internazionalizzazione finalmente orientata alle esigenze e al sostegno delle imprese; semplificazioni reali e percepibili dalle aziende; un credito che non faccia mancare ossigeno alla ripresa.
Ricordando che la prima misura anticiclica per rilanciare il lavoro è il taglio del cuneo fiscale'' ''E non dimentichiamo – conclude Pacini - che lo sviluppo passa dal buon utilizzo della risorse della programmazione europea 2014-2020, una partita che Regione e imprese dovranno giocare insieme orientando priorità e risorse al sostegno della crescita manifatturiera''