FIRENZE – Il segno è ancora negativo, cioè meno 4,8 per cento, ma il secondo trimestre del 2013 registra la prima frenata di rilievo al calo costante delle vendite al dettaglio in corso da tempo. In Toscana le cose vanno inoltre meglio che in Italia (dove il meno è pari al 7,6 per cento): si conferma dunque la tendenza che, a partire da inizio 2012, vede la regione subire meno gli effetti del calo generalizzato dei consumi, anche se va registrata una flessione di rilievo della grande distribuzione.
Queste le indicazioni contenute nel rapporto sulla Congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in Toscana, consuntivo II trimestre 2013- aspettative III trimestre 2013, elaborata dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana. "Il calo del potere d'acquisto delle famiglie continua a darci la dimensione della crisi che stiamo attraversando. Ma la Toscana continua a registrare un calo inferiore al dato nazionale, anche grazie agli interventi della Regione per mitigare i disagi sociali ed economici – commenta l'assessore regionale al commercio Cristina Scaletti -.
Non possiamo parlare ancora di un vero e proprio cambio di rotta, ma sta aumentando, anche se di poco, la fiducia dei commercianti e al contempo cresce la voglia di reagire e di riorganizzarsi per uscire dalla crisi. Per far fronte a questa difficile situazione la Regione sta lavorando d'intesa con tutte le categorie all'organizzazione degli Stati degli generali del Commercio". "Ora più che mai servono azioni a sostegno delle imprese. La Regione sta intervenendo per semplificare la vita alle pmi, alleggerendo il peso della burocrazia attraverso la revisione del Codice del Commercio e rendendo più agevole l'erogazione dei finanziamenti – conclude l'assessore Scaletti -.
Da sottolineare inoltre i benefici già registrati dal potenziamento delle attività dei Centri commerciali naturali, in grado di intensificare e vivacizzare la vita economica e sociali dei centri storici, e il lavoro svolto con Vetrina Toscana, il fortunato progetto regionale che sostiene e promuove la ristorazione e il piccolo commercio". Andrea Nardin, direttore di Confcommercio Toscana, commenta i dati congiunturali sul commercio al dettaglio in Toscana pubblicati oggi da Unioncamere Toscana: “C’è da stare poco allegri nel mondo del piccolo commercio: gli effetti della crisi sono ormai sotto gli occhi di tutti, basta fare un giro in centro a Firenze, per non parlare della morìa di negozi nelle periferie e nei piccoli centri.
Ma per i negozi di vicinato la caduta libera sembra avvertire una lieve frenata e le piccole strutture - pur nella drammaticità del dato negativo dell’andamento delle vendite al -5,2 - non peggiorano rispetto al primo trimestre di quest’anno, con un trend migliore rispetto a quello nazionale. E’ un dato interessante, se confrontato con la variazione tendenzialmente più accentuata di ipermercati, supermercati e grandi magazzini, che scontano probabilmente un riposizionamento dei piccoli negozi a prezzi più competitivi e i salatissimi costi di spostamento in auto per raggiungere strutture lontane dai centri abitati.
Anche le giacenze sono in via di normalizzazione, e le aspettative degli imprenditori sembrano in fase di crescita, anche se modesta. Ci auguriamo che questi timidissimi segni di ripresa non vengano vanificati da un improponibile aumento dell’Iva”. Nel commercio di vicinato (da 1 a 5 dipendenti) il calo delle vendite è stato del -5,2%: si riduce a meno di due punti la forbice con l'andamento delle grandi strutture (almeno 20 addetti), che perdono il 3,5%, peggior risultato trimestrale di sempre.
Incide la perdita secca di ipermercati, supermercati e grandi magazzini (-2,3% Toscana, -1,9% Italia): la flessione arriva dopo tre anni di sostanziale equilibrio e un balzo in avanti (+2,4%) registrato nell'ultimo trimestre 2012. Gli specializzati alimentari e non alimentari chiudono il II trimestre con una perdita di circa il 5% ed un risultato migliore rispetto alla media nazionale, soprattutto per quanto riguarda gli alimentari. Fra i non alimentari, tutte le diverse tipologie merceologiche specializzate rallentano le dinamiche negative degli ultimi trimestri: gli andamenti maggiormente negativi restano quelli registrati nel segmento "abbigliamento e accessori" (-6,0%) e fra i "prodotti per la casa ed elettrodomestici" (-6,3%), mentre meno rilevante è il caso degli "altri prodotti non alimentari" (farmaceutici, profumeria, libri, giornali), che nel II trimestre 2013 si riducono del 4,3%. Parallelamente all'attenuazione del calo delle vendite, gli operatori del settore registrano un significativo processo di "normalizzazione" delle giacenze di magazzino, con un ritorno su valori quasi fisiologici. L'attenuazione delle criticità sembra indurre un leggero miglioramento del clima di fiducia espresso dai commercianti (relativamente agli andamenti attesi nel III trimestre), con riferimento alla dinamica sia delle vendite che degli ordinativi.
Cresce, seppure in modo lieve, il fronte degli ottimisti nella piccola e media distribuzione, mentre cala nella grande distribuzione. L'andamento dell'inflazione sembra aver contribuito in maniera significativa a contenere il calo delle vendite. L'indice dei prezzi al consumo dei beni e servizi, in Toscana, tocca i livelli di minimo (+1,1%) da tre anni e mezzo a questa parte, con un taglio netto rispetto ai livelli raggiunti alla metà del 2012 (inflazione superiore al 3%). Per i beni del commercio al dettaglio il risultato è trascinato verso l'alto soprattutto dagli alimentari (+2,6).
Fra i non alimentari sono praticamente fermi i prezzi di abbigliamento e calzature (+0,2%), mentre l'unica dinamica di un qualche rilievo si ha per i mobili e prodotti per la casa (+1,1%). Nel II trimestre 2013 continua a ridursi – anche se di poco – la rete del commercio al dettaglio (le unità locali si riducono del -0,3%) per colpa dell'ennesima flessione dei non alimentari (-0,6%). Il dato positivo degli alimentari (+0,7%) è invece trascinato verso l'alto dalla performance degli specializzati nel segmento food (+1,6%), mentre dopo sette trimestri consecutivi di risultati positivi cala la rete distributiva non specializzata (-0,4%).