Dopo aver sollevato il relitto, inizia la fase di monitoraggio del fondale marino sino ad ora inesplorato. Non era possibile infatti valutare chi o cosa fosse rimasto sotto lo scafo del Costa Concordia adagiato davanti al Giglio. La ricerca dei dispersi impegnerà adesso le squadre che avevano concluso questa parte del lavoro alcuni mesi fa con la conta dei dispersi in sospeso. Dopo il raddrizzamento c'e' lo smantellamento. "Il primo e' stato fatto con soldi privati e tecnici - commenta Primo Mastrantoni, segretario Aduc - il secondo sconta le decisioni dei cosiddetti politici, ovvero dei nostri governanti.
Ad avere l'ultima parola sembra essere il presidente della Giunta Regionale Toscana, il quale indica Piombino come sede per lo smantellamento del "rifiuto speciale" Costa Concordia. Ovviamente, per l'operazione smantellamento si sono offerti altri governanti, regionali e locali. Piu' che una sfida fratricida, come scritto da qualcuno, le offerte potrebbero apparire come concorrenziali, insomma, una sana competizione per offrire le condizioni migliori per un affare (lo smantellamento) milionario (mezzo miliardo) e con migliaia di posti di lavoro garantiti. Per la demolizione della Concordia occorre, pero', un porto attrezzato alla bisogna e in Italia ancora non ne esistono. Piombino, tanto per fare un esempio, ha fondali bassi e non ha dighe foranee e aree di comunicazione idonee.
Poco prima del Natale scorso, il governo Monti aveva stanziato 110 milioni di euro (e la spending review?) per attrezzare il porto di Piombino. Sono passati 9 mesi e i lavori non sono iniziati. E' probabile che, come succede nel nostro Paese, i lavori se avviati non si concluderanno in tempo, cosicche' i 110 milioni di euro non serviranno allo scopo. Vale a dire che il contribuente avra' sborsato inutilmente i propri soldi. Ci aggiungiamo che, per mantener in efficienza la nuova struttura portuale piombinese, occorrera' spendere, cioe' prelevare dalle tasche dei cittadini altri soldi.
Ecco chi paga e paghera': noi." “Chi pensa di dirottare la Costa Concordia lontano da Piombino sappia che così si rischia seriamente di compromettere in modo definitivo il rilancio economico di una città intera, che vive grazie al suo porto e alle sue acciaierie, oltre a impedire un rilancio occupazionale, fondamentale in una situazione di crescente crisi come quella attuale. E dunque ne tragga le conclusioni” la dura presa di posizione del vicepresidente del Consiglio Regionale, esponente dell’Italia dei Valori, Giuliano Fedeli, dopo le notizie apparse sulla stampa secondo cui sarebbero esercitate pressioni perché il relitto della Costa Concordia non venisse portato a Piombino per lo smantellamento ma fosse dirottato verso altri scali.
“E’nell’interesse della Toscana intera che la Concordia venga smantellata in uno dei porti della nostra regione. Già Livorno ha perso una grande opportunità – commenta il capogruppo dell’Italia dei Valori, Marta Gazzarri – per resistenze interne che personalmente io non ho condiviso. Adesso con Piombino non si facciano scherzi, perché sarebbe inaccettabile. Si lavori dunque affinché il porto sia adeguato ad ospitare la nave non appena ne sarà deciso lo spostamento dalle acque del Giglio”. “Piombino - prosegue Fedeli - è la naturale meta per la Concordia, sia per ragioni di vicinanza, dato che sono stati sottolineati i rischi anche per l’ambiente di un viaggio in mare aperto per il relitto, sia perché in qualche modo rappresenterebbe una sorta di indennizzo per la Toscana, costretta a sopportare la presenza dello scheletro per lunghi mesi.
A far risollevare la nave sottraendola agli scogli in cui si era arenata sono state le intelligenze e le capacità dei tecnici. Adesso non sia la politica a rovinare un’operazione di recupero e smantellamento destinata a passare alla storia. Chiedo a tutti senso di responsabilità. Perché se Piombino dovesse perdere questa opportunità è necessario che qualcuno se ne assuma piena responsabilità”.