"Il giorno di pre-apertura della caccia, è festa grande per chi considera uno sport e un divertimento uccidere altri esseri innocenti, ma chi abita in campagna e magari di Domenica vorrebbe non essere svegliato alle quattro del mattino, o semplicemente chi in campagna vorrebbe andarci per vivere una giornata di pace, oggi è un cittadino di serie B" - così Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, a commento della preapertura della stagione venatoria. "Gli squilibri ecologici sempre più marcati tra le popolazioni di animali, i conseguenti danni all'agricoltura provocati da animali in sovrannumero, costituiscono la foglia di fico della politica che cerca soltanto i voti dei cacciatori e che non può più sostenere che la caccia è uno sport, oppure una bella tradizione da conservare" - "Ormai, grazie al lavoro delle associazioni animaliste che hanno diffuso una sensibilità sempre più forte tra i cittadini, uccidere per divertimento non è più difendibile tout court, e allora agricoltura ed ecologia vengono reclutate come supporto ideologico per continuare come e peggio di prima.
In questo senso l'Assessore all'Agricoltura Salvadori, nell'annunciare il provvedimento, ha dimostrato onestà intellettuale nell'ammettere, parole quasi testuali, che il provvedimento consiste in una mediazione tra gli interessi dell'ambiente e le aspettative delle associazioni venatorie". "Questa parziale ammissione rivela che la foglia di fico è sempre più piccola e copre sempre di meno. Gli squilibri ecologici e i danni all'agricoltura, i costi pubblici degli indennizzi agli agricoltori, sono sempre maggiori e soprattutto lo sono dove ci sono tanti cacciatori, ad esempio in Veneto e in Toscana, disvelando a chi non vuole nascondere la testa sotto la sabbia che la caccia non è la soluzione, bensì è parte del problema". "Il ripristino degli equilibri ecologici e degli habitat, la valorizzazione delle aree protette, la gestione scientifica e incruenta del patrimonio faunistico, sono un'altra grande opera necessaria per il Paese, che può mettere al lavoro competenze scientifiche e universitarie, tanti giovani laureati in scienze forestali, biologiche, naturali, che non trovano lavoro e se ne vanno dall'Italia...
sarebbe un pochino più serio affidarsi a loro che alle doppiette!" "Per concludere, devo però dire che una nota di flebile speranza questa giornata la porta: ovvero la crescente protesta dei cittadini, che si evince dalle email che arrivano alle nostre caselle postali o da quello che la gente dice nei social network come facebook. Oggi ho visto, proprio su facebook, decine di cittadini lamentarsi per gli spari fin dall'alba, e alcuni confessare di aver paura ad uscire di casa.
Credo che la voce della protesta debba levarsi sempre più alta e forte verso la politica, che non può più insistere ad ignorare queste istanze" - conclude Romanelli.