Nella giornata di ieri, nel corso di un’accurata attività investigativa dirette dal P.M. dr. Cutrignelli, la Terza Sezione (Reati contro la Persona) della Squadra Mobile di Firenze ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un apolide di origine giamaicana del 65’, indagato per il reato di violenza sessuale aggravata ai danni di un’australiana dell’82’. La misura cautelare è stata emessa dal GIP dr. Frangini nell’ambito di un procedimento penale che vede il soggetto indagato anche per i reati di rapina aggravata ai danni della giovane australiana e violenza sessuale aggravata consumata ai danni di una ragazza finlandese dell’86’.
Le indagini della Terza Sezione, guidata dal dr. Alessandro Ausenda, sono state avviate il 23 maggio scorso, a seguito di un intervento di una Volante in uno stabile di Via de’ Macci, ove era segnalata dagli inquilini una lite in atto. In tale frangente, gli agenti procedevano anzitutto all’identificazione delle parti presenti: l’apolide, la ragazza finlandese, una giovane svedese del 91’ e la ragazza australiana, la quale riferiva che l’uomo la sera prima le aveva scattato, contro il suo volere, delle foto che la ritraevano in atteggiamenti intimi e, quindi, di essere tornata in Via de’ Macci sia per recuperare le fotografie sia per riappropriarsi del cellulare e di altri effetti personali e soldi non più ritrovati nella borsa.
L’apolide negava tali circostanze, mostrando una macchina fotografica digitale, nella cui memoria non risultavano salvate immagini della giovane ma di altre donne ritratte in pose quantomeno equivoche. Gli inquirenti, insospettiti, avviavano subito le indagini ed, interrogata nell’immediatezza l’australiana, quest’ultima, visibilmente scossa e stordita, riferiva che il giorno prima, essendo in cerca di una sistemazione a Firenze, si era recata in Via de’ Macci, per visionare una delle camere dell’appartamento, già in uso all’apolide, ad un’italiana (non presente) ed alle altre due straniere.
In tale circostanza, l’uomo, presentatosi quale fotografo professionista, proponeva alla giovane australiana di posare nuda per lui, lasciandole peraltro intendere la possibilità da ciò di lauti guadagni. Rifiutata la proposta, la straniera accoglieva invece l’invito a trattenersi in casa per bere qualcosa con lui e, dopo avere sorseggiato del vino dal sapore “strano” e dopo aver bevuto una birra, cedeva alle insistenze dell’indagato, lasciandosi fotografare, a condizione di essere completamente vestita.
Da tale momento, riferiva di non avere più ricordi e di essersi svegliata quella mattina, molto confusa, a casa sua. Essendosi accorta di aver dimenticato in Via de’ Macci i propri effetti personali, si recava nuovamente lì, dove incontrava le due coinquiline dell’uomo le quali, dopo una breve conversazione su quanto accaduto la sera prima, le raccontavano di aver udito, mentre lei era in casa con l’apolide, provenire dalla stanza di quest’ultimo il rumore sia di scatti fotografici sia di gemiti, evidentemente riferibili a rapporti sessuali tra i due.
Rientrato l’uomo, la ragazza chiedeva di visionare la macchina fotografica e, una volta viste le immagini, di soffermarsi su quelle in cui la stessa appariva in pose “particolari”. Da tale richiesta, nasceva un’accesa discussione tra i due, poi sfociata in una colluttazione, nel corso della quale la ragazza veniva spinta e cadeva in terra. L’australiana veniva accompagnata dagli inquirenti in ospedale ove, oltre ad alcune contusioni, i medici accertavano uno stato di intossicazione da benzediazepine ed una sospetta intossicazione da carbamazepina, sostanze in grado di produrre unitamente all’uso di alcool – quali effetti collaterali – sonnolenza, confusione, riduzione della vigilanza, allucinazioni ecc. Nell’abitazione di Via de’ Macci, nella camera in uso all’indagato, venivano rinvenuti medicinali contenenti proprio tali sostanze, mentre nessun medicinale rispondente a tali caratteristiche era ritrovato nell’abitazione della vittima.
Le coinquiline dell’indagato confermavano agli inquirenti il racconto dell’australiana, precisando di aver udito -la sera prima- provenire dalla camera dello straniero sia il rumore di scatti fotografici sia di gemiti e di avere ricevuto proprio da quest’ultimo contezza su quanto stesse accadendo, avendo questi detto loro, nel corso di quella serata, di aver consumato rapporti sessuali con la ragazza, “completamente sbronza”. La giovane finlandese, preso coraggio, raccontava inoltre di aver anch’ella subito analoga violenza da parte dell’apolide pochi mesi prima, quando, qualche giorno dopo aver subaffittato una stanza in Via de’ Macci, era invitata dal coinquilino a posare per delle “fotografie artistiche”.
Anche in quella occasione, l’indagato aveva offerto da bere alla ragazza che, dopo qualche bicchiere, riferiva di essersi sentita “male”, come in stato di confusione, e di non ricordare nulla se non di essersi risvegliata il giorno dopo nel proprio letto e di avere rinvenuto lì le tracce di un rapporto sessuale consumato. Lo straniero, che conta 33 precedenti passati in giudicato oltre a precedenti di polizia anche specifici, dovrà quindi rispondere di violenza sessuale aggravata, per aver, mediante uso di sostanze narcotiche somministrate in maniera occulta insieme a sostanze alcoliche, posto le due ragazze in stato di incoscienza e compiuto con loro atti sessuali.