II Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze diretto dal Dr. Alfredo Pinto nei giorni scorsi ha eseguito 18 perquisizioni locali e personali disposte dal Tribunale di Firenze a seguito delle quali sono stati denunciati 20 soggetti, 3 dei quali in stato di arresto per la detenzione di ingente quantitativo di materiale video e foto prodotto attraverso lo sfruttamenti di minori degli anni diciotto. L’indagine è partita da una segnalazione di un utente che ha riferito di aver costatato, durante una chat su un sito Internet, la presenza di materiale video pedopornografìco diffuso sulla rete tramite software di file sharing. La seguente attività investigativa portata a termine con il monitoraggio del traffico generato dal citato programma, ha permesso agli investigatori della Squadra Informatica, guidati dal Vice Questore Aggiunto Stefania Pierazzi, di individuare, e quindi successivamente identificare, 18 utenti che in più sessioni e costantemente nell'arco temporale monitorato si sono connessi al web al solo fine di acquisire questi tipi di file per catalogarli e custodirli.
L'attività ha coinvolto nella sua fase finale i Compartimenti Polpost di Bologna, Catania, Milano, Venezia, Roma e Torino nonché le Sezioni di Reggio Emilia, Sassari, Varese, Vicenza, Siracusa, Caserta e Macerata con il necessario coordinamento degli uffici centrali del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni in Roma. Le perquisizioni, che in tutti i casi hanno portato al sequestro di materiale hardware utilizzato per la commissione del reato, ha anche permesso in tre casi di poter applicare la misura dell'arresto nella flagranza del reato in considerazione della particolare gravita del fatto reato e della personalità dei soggetti sottoposti alla misura, nonché per la quantità e la qualità del materiale video rinvenuto.
Nello specifico un uomo di 44 anni, arrestato a Siracusa, usava scaricare i file pedopornografici per custodirli in hard disk esterni e DVD masterizzati. A Varese è stato perquisito e tratto in arresto un 49enne trovato in possesso di alcuni hard disk con oltre 100.000 (centomila) immagini e circa 500 video pedopornografici, nonché una serie di DVD contenenti esclusivamente filmati pedopornografici. A Roma, nell’abitazione di un uomo di 38 anni arrestato dalla polizia, gli agenti hanno sequestrato un ingente quantitativo di materiale pedopornografìco con oltre 30 ore di immagini video.
Per quanto riguarda il territorio fiorentino i poliziotti hanno perquisito un 36enne sequestrando 2 computer ora al vaglio degli inquirenti. I video e le immagini pedopornografiche sequestrate ritraggono nella maggior parte dei casi adolescenti in tenera età. In seguito agli arresti e delle denunce per detenzione di materiale video e foto prodotti attraverso lo sfruttamento di minori e all'arresto dell'agente di polizia penitenziaria con l'accusa di violenza sessuale, per aver molestato un bambino di 12 anni a Empoli, la Lega Nord insorge: «castrazione chimica verso queste persone».
Ad entrare nel merito è Claudio Morganti, eurodeputato della Lega Nord Toscana, che parla di «persone malate. Per chi commette questi reati – commenta l'eurodeputato – l'unica pena certa deve essere la castrazione chimica. Queste bestie segnano inevitabilmente il bambino che si sentirà per tutta la vita violato. Purtroppo – evidenzia l'europarlamentare – in Italia non se ne discute, ma in alcuni Paesi europei, dove è già in vigore, la soluzione della castrazione chimica ha dato risultati soddisfacenti.
Nei casi più gravi questo trattamento non dovrebbe essere volontario, ma obbligatorio. La violenza sessuale – prosegue Morganti – è un abuso barbaro, inaccettabile, e che segna in modo indelebile la vita di una persona. Pene certe quindi per delle persone malate». Per Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale del Carroccio, «in Toscana esiste un'emergenza pedofilia» e annuncia «la presentazione di una Legge regionale che possa prevenire simili situazioni. Manca una Legge regionale sulla prevenzione degli atti di pedofilia – fa notare Lazzeri – così come mancano gli aiuti da parte della Regione alle Amministrazioni comunali in modo che possano organizzare una rete di sorveglianza, formazione e controllo.
Infine, si devono sensibilizzare le autorità locali affinché mettano a punto strategie per la protezione del bambino dalla pedofilia e da ogni forma di sfruttamento sessuale».