Il cartellone proposto dall’ORT per la sua 33esima Stagione prosegue nella fortunata formula tra scoperta e rilettura: oltre a ragionate rivisitazioni di repertorio, stavolta con Schubert e Schumann protagonisti, preziose incursioni nel contemporaneo (Tan Dun) e valorizzazione di perle del Novecento strumentale italiano (insieme con Berio anche Dallapiccola, Malipiero, Castelnuovo Tedesco e Martucci. Attorno ai direttori Kawka e Rustioni, che hanno maturato un suono tanto caratteristico quanto duttile nell’Orchestra, tre solisti nella doppia veste di direttori, con i graditi ritorni di Michele Campanella e di Patricia Kopatchinskaja.
E poi direttori emergenti del panorama italiano, virtuosi eccellenti (dalla giovane Gloria Campaner a Isabelle Faust e Alban Gerhardt). Programma affascinante quanto vario e sapiente, dunque, che ha le carte in regola per appassionare il pubblico di tutta la regione. I floni, già frequentati con esiti brillanti in precedenza, sono quelli di un’indagine diffusa del repertorioclassico e romantico, che stavolta affronta Schubert e le sue sinfonie e lo Schumann concertista, non accantonando Beethoven (presente con le magnifche Romanze per violino), unita alla perlustrazione del pre-contemporaneo (soprattutto Novecento italiano, ma anche Scuola di Vienna e con attenzione particolare alle trascrizioni).
Senza disdegnare puntate nel contemporaneo (con l’attesissimo Grammy Award Tan Dun), e la “contaminazione” del Concerto/Spettacolo di Carnevale pensato da Maria Cassi. Il tutto mira ad espandere ulteriormente la palette sonora di un’orchestra sempre più versatile e capace.Questo grazie all’ospitalità di solisti di spessore: non solo gli “strumenti principe”, ma anche gli “ancillari” (ad esempio fagotto e arpa) e nella formula della doppia veste solista-direttore. Si parte con il concerto inaugurale (30 ottobre) afdato a Daniele Rustioni, che continua nella sua esaltante rilettura mendelssohniana, ma offre anche una chicca nelle Otto romanze di Verdi trascritte da Luciano Berio.
Dopo il concerto dell’orchestra ospite, l'Orchestra da Camera di Mantova (con programma ancora da defnire) il già citato concerto “clou” (il 30 novembre) del compositore cinese, americano di adozione, Tan Dun, in veste di direttore, che presenta la sua trilogia degli elementi, Concerti per orchestra e percussioni ad acqua, carta e pietre e ceramica: nella sua “esoticità” un concerto che è un banco di prova difcile per l’orchestra, chiamata a rendere sonorità complesse e sfuggenti.
Dopo il festoso concerto natalizio (24 dicembre, ore 17) dedicato alla danza con musiche di Glinka, Cajkovskij, Ponchielli e Prokof'ev afdato ancora a Rustioni, toccherà al direttore principale Daniel Kawka (il 7 gennaio) il compito di anftrione all’ennesima solista di sicuro avvenire: la giovane pianista veneziana Gloria Campaner la quale eseguirà il Concerto di Schumann op. 54. Ad assistere al battesimo forentino del giovanissimo violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan sarà Rustioni (il 22 gennaio).
Il solista, del quale fu mentore l’ultimo Rostropovich, sarà impegnato con il Concerto di Schumann, mentre il direttore stabile oltre al diletto Mendelssohn eseguirà pagine squisite di Dallapiccola e Martucci.