La Procura di Firenze dissequestra la talpa che era stata sequestrata quando era oramai pronta ad attraversare Firenze dopo un lungo periodo di attesa dovuto ai ritardi sulla cantierizzazione e sulla decifrazione della normativa in merito allo smaltimenti dei materiali di scavo. Macchinario complesso e composto da più parti assemblate sul posto: era stato sottoposto a sequestro probatorio nell'ambito di un'inchiesta che ipotizzava che alcuni componenti della fresa non fossero originali, da qui l'ispezione.
Non si conoscono gli esiti degli esami effettuati, ma la fine dei controlli comporta il dissequestro del mezzo. Era il 17 gennaio quando i PM Gianni Tei e Giulio Monferini facevano seguito agli accertamenti compiuti dai carabinieri del Ros secondo i quali MONNA LISA era stata montata con "materiale in parte non originale, privo di affidabilità e sicurezza propria del costruttore e in particolare le guarnizioni montate sulla testa rotante della fresa potrebbero essere inidonee a sostenere le pressioni dello scavo e quindi a rilasciare grandi quantità di oli lubrificanti idonei a contaminare i materiali estratti".
31 persone indagate fra dirigenti di Italferr e Rfi, ditte assegnatarie di appalto e funzionati dei ministeri dell'ambiente e delle infrastrutture e autorità di vigilanza. Reati ambientali sullo smaltimento dei fanghi, ma anche rischio della sicurezza, in particolare in merito al materiale usato come copertura delle gallerie. Fra i reati ipotizzati l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata in danno di enti pubblici, la frode in pubbliche forniture, la corruzione e il traffico di rifiuti.