FIRENZE – La “web reputation” della polizia municipale non è proprio ai massimi livelli. Lo si deduce da un volume (“La polizia locale e la comunicazione sul web“) che contiene anche una ricerca svolta attraverso una analisi degli spazi internet più usati (Google, Facebook, YouTube). Cliccando, in particolare sui social network, le parole chiave (Polizia Municipale, Polizia Locale, Vigile Urbano, Polizia Urbana) emerge una immagine decisamente sofferente nei rapporti fra cittadini e polizia locale (il termine “vigili urbani”, ancora molto usato nella prassi, è ufficialmente decaduto nel 1986 quando entrò in vigore la legge nazionale quadro che riformò la polizia locale). Si sprecano offese e parolacce, commenti ironici o di scherno, stereotipi e frasi fatte: carente, nei social, la percezione di quanto importante, in realtà, sia il lavoro di questi dipendenti pubblici a servizio quotidiano dei cittadini su frontiere anche complesse.
L’85% dei commenti riscontrati su Facebook, cliccando “vigili urbani”, ha un tenore complessivamente negativo: cliccando le parole “Polizia Locale” il panorama sembra però cambiare con un 79% dei risultati privi di connotazioni negative. Il volume, di Samantha Gamberini e Francesco Pira, Maggioli Editore, e anche una ricerca ancora inedita (“La comunicazione esterna della Polizia Locale“) vengono presentati domani, martedì 18 giugno 2013, a Modena su iniziativa della Scuola Interregionale di Polizia Locale (SIPL).
L’appuntamento è per le ore 10:30 nella sede SIPL (via Busani, 14, Modena) con il saluto di Cristina Preti, presidente della Scuola. Il tentativo di reagire alla crisi di immagine della Polizia Locale parte dalla necessità di elaborare nuove strategie comunicative anche attraverso la capacità di utilizzare al meglio i social network. Alla ricerca, effettuata dal 18 marzo al 25 aprile 2013, hanno risposto 399 operatori (il 92% dei coinvolti) appartenenti alle polizie delle tre regioni (il 36% dalla Toscana). Quella di Modena è una esperienza unica a livello nazionale: esistono poche altre scuole di polizia locale, ma tutte in ambito regionale.
A Modena, dal 2009, opera una struttura interregionale costituita, sotto forma di Fondazione di partecipazione, fra le Regioni Toscana, Liguria, Emilia-Romagna e il Comune di Modena. Le attività prevalenti che si svolgono nei locali della SIPL sono di carattere formativo e di aggiornamento per le polizie municipali delle tre regioni coinvolte (in tutto 11 mila operatori, 4 mila dei quali toscani). Di evidente concretezza le attività formative: contrasto all’evasione fiscale e vigilanza commerciale, guida sicura e gestione cantieri edili, controllo dei mezzi pesanti e gestione conflitti.
Ma anche “come comunicare un evento luttuoso” e cosa fare “per un gioco legale e responsabile”. 36, attualmente ed escludendo i fondatori, i soci: la SIPL è gestita da un CdA (presidente a rotazione. Adesso è il turno della Toscana. Dal 2014 seguirà la Liguria) con un Comitato tecnico-scientifico. Cariche tutte onorifiche. La scuola è anche impegnata in attività di ricerca e in pubblicazione di volumi fra cui, in pubblicazione, un “Manuale dell’illecito amministrativo” e, pubblicato, un testo sulla “Etica nell’azione di polizia”.