La Tramvia si ferma a Santa Maria Novella e dopo il travagliato tracciato della Linea T1 Firenze - Scandicci è destinata a proseguire sottoterra, forse. I cantieri si sono fermati "per le difficoltà economiche delle ditte" ha spiegato a più riprese il sindaco Matteo Renzi che si è detto al tempo stesso contento di non aver aperto cantieri che sarebbero rimasti per mesi fermi per la città. Ma una decisione andava presa, mentre i tempi si facevano stretti per non perdere i finanziamenti europei: l'opinione pubblica già storicamente divisa si è disintegrata cercando l'esegesi del pensiero di Palazzo Vecchio.
La fanno, non la fanno, ma la vogliono ancora fare? E soprattutto da dove passerà? E' lo stesso Matteo Renzi a rendere pubblico un desiderio neppure così celato, visto che già al tempo della pedonalizzazione di piazza Duomo fu avanzata la proposta di un attraversamento in sotterranea dei nodi nevralgici e delicati del capoluogo toscano. “Abbiamo vinto, Firenze ha vinto. Non era bastato il referendum, ci volevano le ristrettezze economiche e il timore dell’imminente giudizio dei fiorentini alla prossima tornata elettorale, perché l’amministrazione si decidesse a fare un passo indietro, meglio tardi che mai!" così il consigliere Mario Razzanelli commenta la scelta dell’Amministrazione di non avviare i cantieri per la linea 2 e 3 della tramvia a Firenze e dell’ipotesi alternativa di correre in sotterranea con una metropolitana leggera.
“Quella di oggi non è solo una vittoria personale ma di quei, tanti fiorentini che contro tutto e tutti, contro interessi di banche e costruttori, di destra e di sinistra, parteciparono in massa al referendum del 17 febbraio 2008 che bocciò senza appello le linee 2 e 3. Da allora insieme ai comitati cittadini diciamo che l’unica vera alternativa possibile alla mastodontica e rumorosa tramvia è andare sottoterra con una metropolitana leggera come si conviene a una città moderna ma che deve essere salvaguardata nella sua bellezza d’arte, di monumenti e di paesaggio.
Ci dicevano che eravamo dei ” visionari”, degli “estremisti”dei “contestatori sterili”; sin dai tempi della giunta Domenici l’obiezione più in voga era che la nostra proposta avrebbe avuto come unico effetto quello di bloccare la tramvia e lasciare tutto com’era. Ebbene da allora non solo tutto effettivamente è rimasto com’era, salvo, e ci sarebbe mancato pure il contrario, il completamento della linea1, con tutti i suoi difetti. Renzi, che non è mai stato d’accordo con questo sistema di trasporto, si era dovuto piegare agli interessi di una certa sinistra e se non fosse stato per l’impossibilità a procedere forse oggi la città sarebbe devastata da un’opera che adesso improvvisamente tutti riconoscono come inutile.
A questo punto chiediamo che il sindaco si pronunci in modo chiaro: i fiorentini avranno una metropolitana come Brescia, Genova e Torino e non la tramvia di superficie. Sui costi poi le affermazioni fatte sono inesatte: nel tempo le metropolitane leggere sono più economiche sia in termini di costi di costruzione che di gestione”. Chi invece non la pensa affatto come Razzanelli sull'alternativa della metropolitana è il Consigliere comunale di Sel Tommaso Grassi che contesta la mancata apertura dei cantieri.
La crisi economica ha comportato il fallimento dele aziende costruttrici, ma al sindaco dare avvio ai lavori per la linea 2 e 3 non conviene in vista di un possibile secondo mandato. E' vero però che fu lo stesso Matteo Renzi a sollevare obiezioni sui progetti durante la sua campagna elettorale, in particolare per il tratto che prevedeva il passaggio in Via dello Statuto. "Se riteneva che le cantierizzazioni erano migliorabili e in alcuni punti il progetto meritava modifiche aveva tutto il tempo sufficiente, in questi 4 anni di intervenire concretamente piuttosto che prendere in giro con inaugurazioni dell'avvio dei cantieri farsa e di slogan come quello dei lavori in 1000 giorni, che adesso dopo che ne sono passati oltre 580, l'unica cosa realizzata è qualche palizzata di cantiere e la bonifica bellica.
- dichiara Grassi- Adesso poi resuscitare l'idea della micrometropolitana in sotterranea di Firenze non ha alcun senso è antieconomica visto i costi ingenti, insostenibile ambientalmente e trasportisticamente: per rendersi conto di cosa significherebbe scavare sottoterra basti pensare che la idea progettuale sull'attraversamento in sotterranea della tramvia del centro storico prevedeva numerosi camini che dal livello dei binari arrivavano fino alla superficie per garantire l'aerazione, oppure al tempo che sarebe necessario nel percorrere le numerose scale e passaggi per raggiungere dalla strada i binari e viceversa.
Senza dubbio SEL continuerà a fare tuttavia del sistema tramviario uno dei temi principali della propria azione politica e amministrativa a livello locale e ritiene necessario non fermarsi alla sola realizzazione delle linee 2 e 3 della tramvia, come finora progettato ma è necessario riuscire ad accedere a nuovi finanziamenti per le estensioni delle tre prime linee e alla pianificazione delle altre. - conclude Grassi - Se Renzi pensa di risolvere la mobilità della Città che rischia presto il collasso con la realizzazione di nuove arterie stradali per il traffico privato, noi crediamo che si devva puntare decisamente su una valorizzazione e sfruttamento delle linee ferroviarie già esistenti e malgestite, sulla mobilità privata sostenibile da quella ciclabile a quella elettrica a emissioni zero, a cui è impensabile non affiancare un vero, efficiente ed effettivamente funzionale impianto di trasporto pubblico su gomma e su ferro, che sicuramente non abbiamo visto sviluppare da questa Amministrazione, che, solo per citare alcuni esempi, con la vendita di ATAF e di GEST, con il quasi azzeramento dei fondi per progetti come le busvie e la mancata realizzazione di piste ciclabili come auspicato, e infine con la perdita dei fondi dell'Europa per il bike sharing e la tramvia non ha certo fatto un buon servizio alla Città e ai fiorentini".
Rincara la dose il collega regionale Mauro Romanelli: “Se la situazione è davvero quella riportata in tale articolo, siamo in presenza di un grave schiaffo a Regione Toscana e al Presidente Rossi che si era speso oltre ogni limite per salvare un'opera strategica per la mobilità pubblica fiorentina, rendendosi disponibile a ricontrattare i fondi europei, mettendo in gioco anche l'affidabilità e l'immagine della nostra Regione, e in via subordinata addirittura a garantire fondi regionali, pur in tempi di tagli durissimi ai servizi sociali e sanitari.
E tutto questo dopo aver annunciato in pompa magna per cinque volte l'inizio dell'apertura dei cantieri”.