Un migliaio di lavoratori, quadri e delegati di Cgil, Cisl e Uil di Firenze si ritroveranno lunedì prossimo, 10 Giugno, all’Obihall di Firenze, per dire a politici e istituzioni che non c’è più tempo per aspettare. L’iniziativa (inizio alle ore 10 e conclusioni affidate al segretario confederale nazionale Cisl Maurizio Petriccioli) è stata presentata stamani nel capoluogo toscano dai segretari generali provinciali dei tre sindacati Mauro Fuso (Cgil), Roberto Pistonina (Cisl) e Vito Marchiani (Uil). Dopo 5 anni di rapporti non idilliaci i sindacati confederali tornano dunque a marciare uniti, nel nome del lavoro: quello che manca, quello di cui gli italiani, soprattutto i giovani, hanno drammatico bisogno e per promuovere il quale governo e istituzioni non possono più perdere tempo. Lo fanno, sulla base di una piattaforma unitaria, con una mobilitazione in tutta Italia che sfocerà nella grande manifestazione nazionale programmata a Roma il prossimo 22 giugno.
Quella di Firenze è una delle tappe di avvicinamento, perché anche nel nostro territorio la crisi è feroce. “Lo dimostrano –ha detto in conferenza stampa Pistonina- le 8500 persone in cassa integrazione straordinaria per 5 milioni di ore nel 2012, quando nel 2009, a crisi già iniziata, erano 1,2 milioni. Il ricorso massiccio alla Cig in deroga e il crollo delle richieste per quella ordinaria dice che le difficoltà sono davvero strutturali e che la crisi è più pesante.” “A livello locale le occasioni unitarie ci sono state, soprattutto sulle vertenze, –ha detto Fuso- ma a livello nazionale è una novità.
E’ un’assunzione di responsabilità di fronte alla drammaticità della crisi, ed anche il segnale che vogliamo giocare il nostro ruolo nella coesione sociale di fronte ai segnali di scollamento della società che arrivano anche dall’astensionismo elettorale.” Segnali sui quali ha insistito anche Vito Marchiani: “l’astensionismo, come i tanti disoccupati che hanno rinunciato a cercare un lavoro sono il segnale che tantissime persone –soprattutto giovani- si stanno chiudendo in loro stesse e non hanno più speranze sul futuro.
Dobbiamo batterci per cambiare questa tendenza. Vogliamo obbligare il sistema politico-istituzionale ad affrontare la questione ed agire velocemente prima che il Paese vada in rovina.” Nella riunione che si è svolta questa mattina a Firenze tra le strutture della CGIL delle province toscane su cui insistono stabilimenti Finmeccanica, è emersa una condivisione sulle possibili penalizzazioni per il territorio regionale, derivante dai processi di riorganizzazione di Selex e dalle notizie sulle commesse “ Belgio-Olanda” di Ansaldobreda. "Al di là delle specifiche vicende, molto diverse, ma che evidenziano il rischio che si accentui un processo di ridimensionamento della presenza industriale nella nostra regione che va avanti da molti anni - categoria, RSU e CGIL Toscana sottolineano - la necessità che siano rispettati gli impegni di consolidamento di Finmeccanica sul territorio più volte assunti, anche con specifici protocolli con la regione, sempre disattesi, da parte del gruppo.
Finmeccanica è un gruppo che molto ha avuto da tutte le regioni, Toscana compresa, in termini di sostegni all'innovazione, alla ricerca, alla formazione; non è accettabile un processo di sola riduzione di stabilimenti, scarsi investimenti, incertezza sui prodotti. Va sostenuta l'iniziativa del coordinamento delle regioni con la Toscana capofila, che hanno chiesto al Governo nella persona del Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, un confronto per conoscere le determinazioni dello stesso rispetto alla riorganizzazione del gruppo, ai propositi reiterati di dismissione del “civile”, alla strategicità di comparti di Finmeccanica ritenuti dalla CGIL determinanti.
Alla vigilia del rinnovo della Governance della Holding, i cui vertici potrebbero essere rinnovati nelle prossime settimane, questo confronto appare quantomai utile e necessario. Nello stesso tempo, non ci sottrarremo, a partire da domani al tavolo per la vertenza Selex, dal necessario confronto di merito sui piani industriali delle singole aziende" Dopo che l'emittente televisiva Teletruria ha formalizzato l'apertura della procedura di licenziamento di 6 dipendenti fra giornalisti e tecnici (di fatto un terzo del totale degli addetti) e dopo che sia in sede aziendale che in sede Istituzionale (provincia di Arezzo presente l'assessore competente) non si è raggiunto nessuna intesa e si sono firmati due verbali di mancato accordo, chiediamo un incontro urgente in Regione per spiegare in dettaglio la situazione.
I sindacati ritengono che in presenza di ammortizzatori sociali disponibili si debba fare ogni sforzo per evitare i licenziamenti.