Si inaugura “Il Palazzo Enciclopedico”, la 55° Biennale d’arte di Venezia

Il titolo della mostra, che dal 1° giugno proseguirà fino a novembre, voluto dal curatore Massimiliano Gioni, è ripreso da un’idea dell’artista italo-americano Marino Auriti che brevettò il progetto.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2013 21:13
Si inaugura “Il Palazzo Enciclopedico”, la 55° Biennale d’arte di Venezia

Il titolo era un'idea dell’artista italo-americano Marino Auriti che brevettò il progetto. Auriti lavorò per tanto tempo alla realizzazione, mai avvenuta, di un museo immaginario che contenesse tutto il sapere dell’uomo con tutte le più importanti scoperte di tutti i settori, dalla scienza alla filosofia, fino all’arte, insomma una conoscenza universale e totale. E come in un universo di conoscenza si trovano, nella mostra pensata da Massimiliano Gioni, reperti storici, oggetti trovati, assemblaggi, artefatti insieme a opere d’arte moderna, disegni, foto, spaziando dall’inizio del secolo ad oggi con la presenza di centocinquanta artisti. Come ha spiegato il curatore, non sono state fatte distinzioni fra artisti professionisti e dilettanti, ma solo una ricerca a 360 gradi sull’immagine e la sua potenza sull’immaginario.

La mostra al Padiglione Centrale dei Giardini si apre con il Libro Rosso di Carl Gustav Jung, per la prima volta esposto in Italia e insieme a opere di arte contemporanea, che introduce il tema delle immagini interiori. Tanti gli esempi di disegni con immagini unite alla scrittura, descrittive, alcune duplicate in una ripetizione ossessiva, come se il numero e la quantità dei uno stesso oggetto avessero il potere di raggiungere una trasformazione e diventare una sola creazione artistica. Mappe, geometrie intricatissime, volti, figure, materiali di altri pianeti, come se nella quantità ci fosse un potere trasformativo.

ex_voto In quantità ci sono anche gli ex voto del Santuario di Romituzzo a Poggibonsi (Si), che è la rappresentazione, secondo lo storico d’arte Aby Warburg, dell’inestirpabile desiderio primitivo di avvicinarsi al divino. L’eremo trecentesco di Romituzzo conserva molti di questi ex voto, poiché ad un quadro anonimo, della Madonna con il Bambino, esposto nella chiesa, veniva attribuito un potere miracoloso, curativo e i fedeli chiedevano la guarigione di un arto o una parte del corpo raffigurandola nei dettagli in tridimensione e queste sculture anatomiche in poco tempo hanno riempito lo spazio delle pareti del santuario.

Attualmente sono 5000 i pezzi che si trovano a Romituzzo rappresentanti diverse parti del corpo di cui veniva richiesta la grazia della guarigione. Oltre a questi, il santuario ospita anche circa 400 figure intere, per lo più commissionate dai credenti e fatti in cartapesta. Cecilia Chiavistelli addome_ex_voto http://www.labiennale.org/it/arte/‎

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