Assunzione di almeno 50 infermieri e 50 O.S.S. a tempo indeterminato, 6 ostetriche a tempo determinato (in data 3 aprile è stato pubblicato il Provvedimento del Direttore Generale n. 255 del 3/4/2013 che delibera dette assunzioni); il pagamento del credito orario accumulato dal personale; il riconoscimento dei 10 minuti per il passaggio delle consegne tra i turni; la possibilità da parte del coordinatore di concordare con il personale una gestione flessibile dei rientri; un numero di rientri non superiore a quello in essere fino ad oggi; l'impegno a rivedere gli standards assistenziali (ovvero il rapporto numerico tra pazienti e addetti). Questi i punti dell'accordo trovato insieme alla FP-CGIL che alla luce delle ultime dichiarazioni sui nuovi orari afferma: "Nel corso della lunga e difficile vicenda sindacale di Careggi di questi mesi abbiamo sempre cercato di mantenere una discussione di merito, tra molte strumentalizzazioni e atteggiamenti in malafede. Ci preme ricordare come la posizione iniziale dell'azienda prevedesse il turno in nona (un giorno libero ogni nove!!!) e che la prima bozza di “nuovo orario” prevedesse fino a 21 rientri l'anno sul turno in quinta. Occorre poi ricordare che l'azienda ha la legittimità di assumere simili posizioni grazie ad una legge dello Stato, nota come legge Brunetta, contro la quale la CGIL ha promosso sei scioperi generali di categoria e che altri (la UIL ad esempio) hanno invece condiviso festanti. A tutto questo ci siamo opposti con il massimo della fermezza per molti mesi.
Nello scorso mese di Febbraio abbiamo fatto una cosa normale per un sindacato. Siamo andati a chiedere ai nostri iscritti il mandato a trattare su alcuni contenuti precisi. Una volta ottenuta la condivisione di quella piattaforma siamo andati al tavolo con la controparte e, verificato che le nostre proposte erano state accolte, abbiamo firmato un accordo in data 13 Marzo 2013". "Sarebbe utile che tutti facessero lo sforzo di rimanere sui contenuti senza alimentare un surreale teatrino di dichiarazioni. Naturalmente è legittimo dissentire da questo accordo che rivendichiamo con convinzione e che è stato sottoscritto non solo dalla CGIL ma anche da CISL e USB. Vorremmo ricordare che per noi è fondamentale non prescindere dalla realtà concreta e soprattutto è necessario rappresentare in modo corretto il contesto preciso che non è più quello delle prime proposte dell’Azienda"conclude il sindacato.