Piazza Duomo gremita oggi, nonostante il tempo incerto, da migliaia di turisti e tanti fiorentini per il tradizionale Scoppio del Carro, la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda ormai da oltre 9 secoli e vuol ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate e del loro ritorno in città. Alla storica rievocazione erano presenti il sindaco Matteo Renzi e le autorità cittadine. Il sindaco, prima di arrivare al Duomo, così come vuole la tradizione, ha partecipato con il Gonfalone al Corteo storico della Repubblica fiorentina partendo da piazza della Signoria dove ha ricevuto gli ‘onori’ dei bandierai degli Uffizi. Quest’anno però la colombina non ha compiuto l’intero percorso così come invece vuole la tradizione: il razzo, sagoma di una colombina, partito dall’altare centrale del Duomo, ha compiuto l’intero percorso sul filo d’acciaio andando ad innescare i fuochi del ‘brindellone’ (così i fiorentini chiamano il carro), posto tra il Duomo e il Battistero.
Ma il razzo, nel ritorno, si è fermato prima di arrivare all’altare maggiore. La storia affida a Pazzino de’ Pazzi, al ritorno da una crociata nel 1099, le origini dello scoppio del carro. Fu Pazzino, infatti, a riportare alcune pietre focaie del sepolcro di Cristo con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del sabato santo. In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla domenica e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale che ancora oggi è scortato fino in piazza Duomo dagli armigeri del Comune nei tipici costumi.
La forma attuale del carro risale al '600. Per tutto l'anno il ‘brindellone’ resta in un apposito deposito di via il Prato e il giorno di Pasqua arriva al Duomo trascinato da quattro buoi, ripuliti e agghindati per la festa.