FIRENZE, 25 MARZO 2013. “Furti in aumento fino al 50% in Toscana, in particolare nelle abitazioni”. La denuncia arriva dai consiglieri di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, firmatari di un’interrogazione sulla sicurezza insieme alla collega del Gruppo Misto Marina Staccioli. La risposta è attesa domani in Consiglio. “I dati sono allarmanti: in alcune province, come ad esempio Pistoia – spiegano i consiglieri – i furti in appartamento sono aumentati del 52% nel 2011 rispetto al 2010, mentre Pisa e Livorno fanno segnare una crescita di oltre il 45% nello stesso periodo.
Più contenuta ma comunque notevole la variazione registrata a Grosseto (+37,4%), Firenze (+30,8%), Massa Carrara (+26,2%), Siena (+23,6%) e Lucca (22,9%), mentre a Prato l’aumento è “solo” del 7,8%”. “Ad Arezzo, dopo il calo registrato nel 2010, assistiamo di nuovo a un’impennata dei furti nel 2011 (5.058) e nel 2012 (6.004)”. “Preoccupante anche la situazione di Lucca, di cui disponiamo solo i dati fino al primo semestre 2012: i furti – aggiungono i consiglieri - sono passati da 10,740 del 2010 agli oltre 13mila del 2011 e il trend è in crescita anche per l’anno successivo.
In particolare salta all’occhio il dato dei furti in abitazione: circa 500 in più tra il 2010 e il 2011, mentre le rapine sulla pubblica via sono quasi raddoppiate”. “Rapine in aumento del 40% nel corso del 2012, a Massa Carrara, mentre in provincia di Firenze i furti sono passati dagli oltre 27mila del 2010, ai 29.725 del 2011 fino al balzo dei 33.968 nel 2012: oltre 4.200 denunce in più rispetto all’anno precedente”. “Da qui la sensazione di minore sicurezza – sottolineano Donzelli, Marcheschi e Staccioli – che serpeggia tra la popolazione.
E in tutto ciò la Giunta regionale cos’ha fatto? Non si è presa neanche la briga di relazionare in Consiglio sulla situazione complessiva della Toscana, violando così la legge regionale 38/2001”. “La Regione ha così rinunciato a fare da cerniera tra le Istituzioni – concludono i consiglieri – e combattere la criminalità diffusa, come la stessa legge regionale impone”.