«La sanità pubblica spende ogni anno 790 milioni in consulenze, la maggior parte delle quali sono inutili, come ha denunciato la Commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale presieduta da Ignazio Marino. Mentre i cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l’anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche. Il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato. Per questo noi vogliamo eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare». Sono parole del segretario del Pd Pier Luigi Bersani che in quest'ultimi scampoli di campagna elettorale sceglie di parlare di sanità pubblica e parlare dell'odiosa questione ticket; in Toscana particolarmente sentita dopo l'introduzione del ticket di 10 euro per la digitalizzazione.
A replicare è Stafano Mugnai consigliere regionale Pdl nonché Vicepresidente della Commissione sanità «Sì però, caro Bersani, prima di prometterlo agli italiani lo spieghi anche a quel campione di bersanismo che è il governatore toscano Enrico Rossi che invece, al contrario, da un paio d’anni non fa altro che aumentare i ticket mantenendo inalterati tutti i costi d’apparato». «Da quando è esploso lo scandalo delle voragini nei bilanci delle Asl toscane, Rossi e la sua giunta hanno dimostrato un’altissima creatività nell’inventarsi ticket su ticket: a scaglioni, a fasce, per tipologie di esami… ne hanno pensati e introdotti di ogni.
E figuriamoci – incalza Mugnai – se nel frattempo si sono mai degnati di tagliare mezza consulenza o mezza poltrona o uno straccio di spesa non direttamente legata all’erogazione di servizi sanitari come invece il Pdl chiede da sempre». «La vetta di questa scaltrezza impositiva – ricorda l’esponente del Pdl – è stata l’introduzione del ticket, particolarmente odioso perché viene richiesto anche ai malati cronici e oncologici, da 10 euro a prestazione per la digitalizzazione della diagnostica per immagini.
Un ticket così iniquo che non vanta alcun tentativo di imitazione da parte di altre regioni, e che quindi era e resta una peculiarità firmata Rossi-Marroni. E il bello è che viene riscosso anche laddove non si referta alcuna immagine, come sta accadendo in questi giorni in alcune zone della Toscana con evidente beffa che si aggiunge al danno per i cittadini. Ci domandiamo se Bersani sia a conoscenza di queste condotte della giunta rossa per eccellenza. Allora: il governatore si coordini con il suo candidato premier e insieme diano un bel segnale fin da subito, iniziando con l’abolire questa peculiarità tutta toscana che è il ticket da 10 euro “Non si capisce come mai Mugnai stia attaccando il presidente Rossi su una questione che fu decisa proprio dalla sua maggioranza politica ai tempi del governo Berlusconi – spiega Marco Ruggeri, vicecapogruppo in consiglio regionale e responsabile sanità del Pd toscano - I ticket sanitari in vigore nella nostra regione non sono frutto di una decisione presa dal presidente Enrico Rossi, bensì la conseguenza dei tagli fatti al Fondo sanitario nazionale con la legge 111/2011, emanata dal governo di centrodestra.
Voglio ricordare che tale legge, per ovviare ai minori trasferimenti alle regioni del Fondo sanitario nazionale, stanziava i cosiddetti ‘super ticket’ di dieci euro sulla ricetta per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatorie. E che la stessa normativa lasciava comunque alle Regioni la possibilità di adottare misure alternative alla quota fissa, pur dovendo rispettare il saldo complessivo. Ricordo che la Toscana, insieme ad altre Regioni, decise di modulare in base al reddito l’ammontare dei ticket, stipulando delle vere e proprie fasce e individuando categorie di soggetti comunque esenti da ogni tipo di contributo; come invalidi, pensionati al minimo e disoccupati.
Quindi è necessario spiegare che le questioni dei bilanci Asl, di cui parla Mugnai, non c’entrano assolutamente niente con i ticket sanitari. Bersani non solo fa bene a dire che i ticket sulle visite specialistiche devono essere aboliti, ma fa bene anche a difendere con forza la sanità pubblica affinché la legge ad oggi in vigore, emanata dal governo Berlusconi, possa essere superata”.