E' meno peggio sentirsi dire che il primo posto disponibile per una visita ortopedica per il bambino al Meyer è il 22 novembre prossimo, oppure che per le risonanze magnetiche di posti non ce ne sono proprio? I dati dal mondo del ‘meno peggio’, diffusi oggi dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) e dal suo collega del Pdl Tommaso Villa, arrivano con fotografia realizzata al Cup della Asl 10 di Firenze lo scorso venerdì 8 marzo alle 11 e mostrano un quadro che in parte è sui tempi d’attesa; lunghi, ok, ma prima o poi la prestazione si ottiene.
La parte più oscura invece è quella che racconta di fior di prestazioni per le quali di disponibilità non ce n’è affatto. Unica soluzione? Il privato. E sono molte, le specialità cui non c’è versi di accedere: elettromiografia, chirurgia della mano, risonanze magnetiche, campo visivo computerizzato e manuale, visita oculistica al Meyer, dentalscan, ecocolordoppler venoso degli arti inferiori a cui si aggiungono, solo per gli esenti dal ticket, ecografia dell’addome, eco muscolo tendinea, Moc, Tac con mezzo di contrasto, mammografia ed eco mammaria. Meglio aspettare? Forse, a patto di armarsi di pazienza.
Sì perché in tutta la Asl 10 di Firenze non c’è modo di fare un ecocolor doppler carotideo fino al 19 luglio. E tira via, visto che che per prove di funzionalità respiratoria, holter pressorio, ecocolordoppler cardiaco e holter cardiaco si va all’autunno (rispettivamente 18, 19, 24 settembre e 28 ottobre le prime disponibilità). In più, chi è esente da ticket non potrà effettuare un ecocolordoppler arterioso degli arti inferiori fino al 19 settembre. Tanto.
Troppo. «La piaga delle liste d’attesa purtroppo non è cosa nuova né nella Asl 10 di Firenze né più in generale in Toscana», commentano Mugnai e Villa. «Nel passato recente – ricordano gli esponenti del Pdl – la Regione Toscana asseriva di aver destinato risorse da investire in operazioni di contrasto a questo fenomeno, ma i non-risultati sono stati sotto gli occhi di tutti. E oggi, in un contesto di ulteriore contrazione delle risorse con tagli lineari ai servizi e abbattimento delle convenzioni, la nostra preoccupazione non può che aumentare.
Il pericolo, oggi più che mai concreto, è che i cittadini vedano seriamente compromesso il loro diritto alla cura e all’assistenza, soprattutto laddove si parla degli screening legati all’attività di prevenzione per alcune patologie. Intanto le procure indagano…» Groupon nella sanità fiorentina, boom del low cost. Più Toscana: “Flop ticket, pagati dal 44% dei fiorentini” «I ticket aggiuntivi per fasce Isee? Un grande flop che ha favorito anche a Firenze lo sbarco della sanità low cost».
È la denuncia del consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, che commenta l’ondata di offerte sanitarie promozionali promosse da istituti privati comparse online con l’arrivo dei ticket per le fasce di reddito. «Fra le diagnosi in saldo – spiega – a Firenze sono finiti esami come una Moc, la fotografia computerizzata per la diagnosi dell’osteoporosi in offerta a 29 euro anziché 149, quasi la metà di quanto chiesto dall’Asl, ma anche un check up medico standard con esame delle urine e analisi del sangue a 29 euro invece di 96». Una fuga verso i “saldi” che per il consigliere si spiega osservando i dati sui ticket dell’Asl 10 fino a gennaio che hanno portato, in certi casi, a incrementi di 20 euro. «A pagare i ticket – dice – è stato finora solo il 44% dei fiorentini (811.303 pazienti, vedi tabella allegata).
Sulle spalle di questa percentuale grava il 56% degli esenti. Una percentuale dei paganti che in Toscana scende al 36% con poco più di 4 milioni di pazienti non esenti. In pratica, chi ha un reddito superiore ai 36.000 euro cerca rifugio nel privato dove la certezza e la rapidità dei tempi d’attesa ora si coniuga con prezzi inferiori a quelli del sistema sanitario regionale. Ma a incidere sulla fuga verso il low cost sono anche i tempi d’attesa. Si pensi che per un holter cardiaco si può aspettare quasi 8 mesi, per un ecodoppler oltre 200 giorni mentre per una colonscopia si arriva a 100 giorni. Passando in rassegna gli standard del Piano sanitario regionale, a balzare agli occhi nella Asl fiorentina è il fatto che, a fronte delle oltre 5mila prenotazioni per un’ecografia dell’addome superiore registrate da gennaio a agosto 2012, solo la metà siano state fatte entro un mese.
Per quanto riguarda l’ecografia ostetrico ginecologica, invece, solo il 34% delle prenotazioni sono state evase. Risultato? 50 giorni di attesa in media. Costi e attese del nostro sistema sanitario sono spropositati rispetto ai reali, sterilizzati dai costi di una macchina burocratica a rischio elefantiasi. Morale della favola? Groupon e simili – conclude Lazzeri – battono una Asl zavorrata dai tempi d’attesa e burocrazia». Livorno perde neurochirurgia? L'intervento dei Consiglieri regionali del Pdl Marco Taradash e Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione sanità).
Taradash e Mugnai, sulla base di un esposto sindacale, nella premessa del loro documento: «E’ in corso da tempo – scrivono i Consiglieri regionali – lo smantellamento di servizi essenziali presso l’ospedale di Livorno, al punto che la segreteria del più importante sindacato della sanità livornese Fials ha ultimamente riassunto così la situazione: “L’ospedale di Livorno rischia di restare tritato dalla ristrutturazione della sanità toscana e della nuova dislocazione dei servizi d’area vasta.
Senza più 118, senza più laboratorio di analisi, senza più neurochirurgia, tanto per cominciare. Col risultato che decine di dipendenti saranno costretti a muoversi in altre Asl e migliaia di livornesi dovranno spostarsi per avere servizi che oggi hanno qui. Nel tempo dall’Asl 6 e in particolare da Livorno sono state cancellate unità operative su unità operative, da rianimazione a chirurgia pediatrica fino a un’unità di chirurgia, con pneumologia, urologia, neurologia ridotte ai minimi termini.
Sono stati ridotti i posti letto di medicina di 40 unità con aumento dei carichi per il pronto soccorso. Il progetto dell’ospedale per intensità di cure presenta rilevanti carenze. A Livorno è assente il livello di bassa intensità nell’area di medicina e non si registrano i potenziamenti delle attività di diagnostica e nemmeno quello delle attività di assistenza domiciliare. Le istituzioni locali e la politica non hanno esercitato il ruolo che gli compete, per vari anni le scelte programmatiche e gestionali sono state concentrate nelle mani delle direzioni aziendali.
Da ben 11 anni il Piano attuativo locale non è stato approvato e sono state perdute occasioni importanti come l’unità spinale, la possibilità della camera iperbarica, e la creazione dei posti letto di riabilitazione”». Prima di formulare i loro quesiti, Taradash e Mugnai avanzano una considerazione: «Neurochirurgia – scrivono a Marroni – è considerata un’eccellenza della sanità livornese che nel 2012 ha eseguito 854 interventi e 918 ricoveri, che dal 2011 ha una convenzione con l’Asl di Viareggio e che offre inoltre la possibilità di fare in tempo reale consultazioni neurochirurgiche ai pazienti dell’ospedale Versilia».
Come (e perché mai) farne a meno? Risponderà la giunta in forma scritta.