Recupero ticket ad ogni costo. E' questa la linea dettata dall'Assessore Luigi Marroni che intende andare a caccia degli evasori che non contribuisco in modo corretto al sistema sanitario locale. Lo aveva stabilito una delibera di giunta del gennaio scorso, e ora tutte le aziende sanitarie stanno uniformando le procedure di riscossione del ticket. Queste le azioni sulle quali le aziende si stanno allineando: il pagamento del ticket prima dell’erogazione delle prestazioni; i controlli sul corretto pagamento dei ticket e sugli altri adempimenti previsti dalla normativa regionale; la verifica delle autocertificazioni; il procedimento di recupero delle somme dovute e non pagate; il sanzionamento delle autocertificazioni non veritiere. “La Regione Toscana ha approvato un Progetto speciale di contrasto all’evasione – spiega l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – non limitato alle sole entrate fiscali, ma esteso a tutte le prestazioni patrimoniali imposte ai cittadini.
In questo ambito, particolare cura è riservata alla riscossione delle entrate derivanti dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, i cosiddetti “ticket”, oggetto di un progetto di ottimizzazione gestionale”. Nella prima fase di questo progetto, l’obiettivo da raggiungere è l’uniformità delle procedure di riscossione dei ticket sanitari su tutto il territorio regionale. Ecco le linee guida, alle quali tutte le aziende (Asl, Aziende ospedaliere-universitarie, Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, Fondazione Monasterio, Estav) si stanno uniformando: Procedure inerenti il pagamento del ticket e il ritiro del referto Il pagamento dei ticket dev’essere effettuato sempre prima dell’erogazione delle prestazioni (salvo ovviamente le prestazioni di pronto soccorso), e non dopo, come avveniva finora. Controlli sul corretto pagamento dei ticket e sugli altri adempimenti previsti dalla normativa regionale Le aziende devono garantire con procedura informatizzata tracciabilità, completezza e automazione di tutte le fasi del processo, relativamente a: - prestazione effettuata e ticket ordinario e/o aggiuntivo non pagato; - ticket dovuti e non pagati per gli accessi al pronto soccorso; - mancato pagamento del contributo per la digitalizzazione; - mancata disdetta della prenotazione da parte dell’utente nei termini previsti dalla normativa; - mancato ritiro del referto. Verifica autocertificazioni Si tratta delle autocertificazioni annuali inerenti l’esenzione dal ticket ordinario (per reddito), quelle inerenti il ticket aggiuntivo e quelle sul raggiungimento dei tetti di spesa previsti per l’assistenza farmaceutica.
Gli esiti dei controlli effettuati dalle Asl vengono inoltrati alla Guardia di Finanza, come previsto dal Protocollo siglato il 25 febbraio scorso. Procedimento di recupero delle somme dovute e non pagate Effettuati i controlli e verificate le eventuali insolvenze, le Aziende dovranno prima emettere un “avviso bonario”, sollecitando il cittadino ad adempiere al pagamento o segnalare l’errore. In caso di mancata adesione all’avviso bonario, le Aziende dovranno emettere formale “intimazione al pagamento”, e successivamente iscrivere a ruolo le somme non pagate, che verranno inserite nel portale web di Equitalia: per questo si procederà alla stipula di un protocollo d’intesa tra Regione Toscana ed Equitalia Centro. Recupero successivo a verifica delle autocertificazioni e applicazione sanzioni a seguito di mnacato ritiro del referto o mancata disdetta prenotazione Saranno le stesse aziende a irrogare le sanzioni: emetteranno l’ordinanza ingiuntiva e provvederanno alla successiva iscrizione a ruolo. A supporto dell’intero progetto è stato attivato un gruppo di monitoraggio, che avrà anche il compito di verificare le somme recuperate. "Se con le nuove idee della giunta regionale sul recupero di quelli inevasi tutto andrà come a Firenze, dove un’ondata di cartelle pazze ha raggiunto nel dicembre scorso centinaia di cittadini, siamo rovinati" il timore espresso dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) e non è per nulla infondato.
Proprio pochi giorni fa, infatti, è arrivata la risposta della giunta regionale all’interrogazione che proprio Mugnai aveva presentato insieme al suo collega Pdl Tommaso Villa sul caso fiorentino. Ebbene, il direttore generale della Asl 10 di Firenze Paolo Morello ammette gli errori. Uno, già quantificabile, relativo alle prestazioni di pronto soccorso erogate dal 2004 al 2007: «In tale periodo – scrive Morello – la normativa prevedeva la riscossione del ticket per accessi al pronto soccorso oltre le sei ore.
Non essendo possibile, a posteriori, rilevare tale dato, tutte le richieste relative a prestazioni di pronto soccorso 2004-2007 (pari a 743) sono state annullate». Poi ci sono tutte le altre, con dati non ancora disponibili e sui quali sta lavorando Estav. «Se tanto mi dà tanto – osserva Mugnai – le nuove norme di recupero crediti genereranno una gran confusione. Tra l’altro prevedranno per tutte le Asl il ricorso a Equitalia». Recupero a parte, c’è tutto il fronte della riscossione tout court a destare perplessità nell’esponente del Pdl: «I ticket sono esosi, e su questo non ci piove.
Per di più la loro attuazione più che equa è cervellotica. Però adesso si deve far cassa su tutto, e quindi si vanno a richiedere ticket, come quello sui codici bianchi al pronto soccorso, per lunghi anni mai domandati ai cittadini ignari. Oggi la riforma da attuare per riportare la sanità toscana ad essere sostenibile sarebbe una sola: smettere di utilizzarla come strumento di produzione e mantenimento del consenso per una parte politica». E le intenzioni della giunta non paiono proprio queste: «Sotto l’etichetta della “riorganizzazione” – incalza Mugnai – l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni sta tagliando di tutto: posti letto e reparti negli ospedali, servizi, postazioni di 118, turni, turn over, provvedimenti a favore della non autosufficienza… tutto! E allora: invece di prepararsi a mettere sui portali web, anche se vogliamo credere su cartelle non pubbliche, nomi e cognomi di pensionati che non hanno pagato ticket vecchi come il cucco, perché non si mettono in rete i legami tra i vertici dei troppi organismi sanitari tra Asl, Estav o Aziende ospedaliere e alcuni politici regionali e locali? O, magari, i risultati centrati dai manager scelti dalla politica in termini di miglioramento e qualificazione dei servizi.
O quelli sulla soddisfazione dei cittadini. Su questo nulla, e ci sono Aziende che ancora oggi, pur avendone l’obbligo ormai da anni, non pubblicano sui loro siti gli scandalosi tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie. Comprensibile la vergogna, ma non è una giustificazione».