Adesione pressoché totale dei lavoratori dello Sheraton di Firenze allo sciopero proclamato da Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs, tanto che la direzione ha dovuto esporre un cartello all’ingresso in cui si comunica che “la struttura non è operativa” oggi e domani (in programma oggi c’era anche un meeting Menarini nella sala congressi) “a causa di una agitazione sindacale”. Per tutta la mattina i lavoratori hanno tenuto un presidio davanti alla sede dell’hotel, all’uscita Firenze Sud dell’A/1. “A parte due, i lavoratori sono tutti qui fuori –racconta Carlo Di Paola, segretario regionale della Fisascat Cisl della Toscana-.
La rabbia è molto alta. Il comportamento della proprietà, la Fga, è inaccettabile: non hanno pagato lo stipendio di gennaio parlando di mancanza di liquidità, senza dare alcuna altra spiegazione o rassicurazione. Hanno anche rigettato la richiesta di pagare almeno un anticipo. Tra 4 giorni c’è la scadenza di febbraio, ma la sensazione è che non verrà pagato.” “I lavoratori –prosegue Di Paola- sono in grande difficoltà, hanno scadenze da onorare, mutui da pagare, credo che abbiano tutto il diritto se non altro di conoscere la situazione e le intenzioni dell’azienda.
Invece finora ci siamo scontrati con un muro. Siamo abituati, purtroppo, ad aziende che vivono momenti di difficoltà, ma non accettiamo questo atteggiamento di chiusura. Anche perché ci risulta che negli altri alberghi del gruppo gli stipendi siano stati pagati regolarmente. Per questo chiediamo alla proprietà di aprire immediatamente un confronto per fare chiarezza su quanto sta accadendo. Speriamo che in questa nostra battaglia anche le istituzioni siano al nostro fianco. Intanto abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di intraprendere le vie legali per chiedere il regolare pagamento degli stipendi”. Lo Sheraton di Firenze è oggi di proprietà della Fga (Fezia Grandi Alberghi), società che possiede anche altre strutture alberghiere in Italia (come l’Ergife di Roma) e che fa capo a Giovanni Fezia.
Ha subito negli anni un drastico ridimensionamento del personale, passato da 150 a circa 60 occupati.