Si dichiarano pronti a lanciare una campagna mediatica per raccogliere firme a sostegno della candidatura di Don Santoro al Vaticano. Una goliardata, una proposta choc, oppure il segno dei tempi che dettano la ricerca di una guida diversa, di principi condivisi tra la gente? Rispettiamo la volontà dei fedeli che hanno scritto alla Redazione di Nove da Firenze, il primo giornale on line della città, e manteniamo riservatezza sull' identità dei firmatari della missiva.
Non siamo un 'confessionale', ma vista la bontà dell'iniziativa, accogliamo e rilanciamo la proposta choc. Abbiamo domandato all'interessato se volesse commentare l'iniziativa, ma davanti all'anonimato dei fedeli, Don Santoro ha preferito non rilasciare dichiarazioni, salvo sottolineare che "Se hanno fatto questo forse non conoscono, o non hanno capito qualcosa della mia opera sul territorio". Qualsiasi ruolo i fedeli intendano affidare al loro parroco, è difficile che una raccolta firme possa fare le veci del voto per acclamazione al soglio Pontificio (è arrivato Twitter, ma forse non basta), né è possibile affidare su richiesta una 'parte' ad un parroco senza passare per la Curia di competenza, nel caso fiorentino ad esempio passando per la scrivania del cardinale Giuseppe Betori, che invece sarà presente nella Cappella Sistina come cardinale elettore. Don Alessandro Santoro è il parroco di una comunità viva, attiva, sensibile e sensibilizzante che nel corso degli anni ha prodotto una realtà culturalmente e socialmente invidiabile, un esempio di solidarietà applicata al quotidiano in tutte le sue componenti umane, spirituali, pratiche.
La cronaca ha spesso raccontato Don Santoro per eccessi, per 'casi', per le aperture alle coppie gay, per i battesimi ai figli di coppie omosessuali, per le ampie vedute che sono costate sonori richiami dall'alto. Sta per avere inizio il Conclave più inconsueto della storia che assegnerà ai cattolici il nuovo successore di Pietro, il primo che dovrà dividersi la scena con l'ex Papa in vita e presente all'interno del Vaticano. Papa Joseph Ratzinger si è dimesso ed ha scelto di "continuare a lavorare per la Chiesa" seppur in modo diverso, da buon "umile servo della vigna del Signore" come disse durante il discorso di presentazione ai fedeli il giorno in cui la Chiesa conobbe Benedetto XVI. Secondo il Codice di diritto canonico, il Papa, in quanto «capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale», « ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente», e in lui si assommano i poteri legislativo, esecutivo e amministrativo; oggetto della sua giurisdizione sono: la fede, i costumi e la disciplina ecclesiastica; la sua giurisdizione si estende a tutte le singole chiese, a tutta la gerarchia ecclesiastica e a tutti i fedeli.
In questa veste viene anche chiamato "sommo pontefice della Chiesa Universale" e "servo dei servi di Dio". Qualsiasi maschio battezzato celibe, secondo il diritto canonico, cioè che non ha contratto un matrimonio cattolico, può essere eletto papa e se non ha ancora ricevuto gli ordini sacri gli vengono subito conferiti e viene consacrato vescovo (Fonte wikipedia) MC