“Esortiamo i cittadini a chiedere ai tre giganti del cioccolato – Nestlè, Mondelez e Mars – di proteggere di più le donne che lavorano nella filiera del cacao. Le ‘Grandi Sorelle’ del cibo fanno ancora troppo poco per tutelare i produttori ed il pianeta, ma i consumatori possono fare la differenza”. Ecco come. Firenze – Oxfam classifica, attraverso il rapporto di ricerca Scopri il Marchio, le politiche adottate nei paesi in via di sviluppo dalle 10 maggiori aziende del settore alimentare presenti in tutti i supermercati e con diversi stabilimenti anche sul nostro territorio.
E lancia un appello rivolto ai consumatori fiorentini e toscani, affinché: chiedano ai tre giganti del cioccolato – Nestlè, Mondelez e Mars – di proteggere di più le donne che lavorano nella filiera del cacao, realizzando un piano di azione per affrontare il problema della diseguaglianza femminile e promuovendo il loro accesso al credito, alla formazione e a migliori opportunità lavorative. Un appello alla responsabilità delle aziende e dei consumatori, che parte dalla costatazione di un quadro ben preciso.
Oggi nel mondo 900 milioni di persone soffrono la fame – e 100 di loro sono bambini sotto i cinque anni. Più dell’80% di queste persone – compresi la metà dei 215 milioni di bambini sfruttati - lavora per produrre cibo. Sullo stesso pianeta, nello stesso momento,1,4 miliardi di persone è in sovrappeso e si consuma sempre di più: oltre 4.000 tazze di Nescafè, più di 19.000 Coca Cola al secondo. “Bastano queste cifre a rendere l’idea che il sistema alimentare è al collasso: ed è venuto il momento che anche le grandi imprese alimentari si assumano la propria responsabilità di ripararlo” dichiara Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne e Cittadinanza Attiva di Oxfam Italia.
Sulla base di questi temi, la pagella-Scopri il Marchio ha evidenziato come alcune aziende (ABF, Kellogg’s, Mars) siano nettamente più indietro di altre, come Unilever o Nestlè. Tuttavia, nessuna di queste aziende è oggi leader nella lotta alla fame e alla povertà. “Oxfam ha analizzato per un anno e mezzo le politiche delle 10 più grandi aziende alimentari del mondo. Abbiamo scoperto che alcune aziende si sono assunte degli impegni importanti, che meritano un riconoscimento. Tuttavia, nessuna delle 10 maggiori aziende del cibo sta tutelando abbastanza i milioni di uomini e donne che producono e coltivano le loro materie prime, né la terra, l’acqua e l’aria da cui dipende ciò che mangiamo ogni giorno.
Eppure le ‘10 Grandi Sorelle’ del cibo guadagnano, complessivamente, un miliardo di dollari al giorno: hanno tutta l’influenza economica, sociale e politica necessaria per fare la differenza nella lotta alla fame e alla povertà globale”, aggiunge Elisa Bacciotti. L’appello ai consumatori fiorentini e toscani Delle dieci multinazionali prese in esame, sono diverse quelle presenti con stabilimenti in provincia di Firenze, nel resto della Toscana e dell’Umbria, con 61 marchi commercializzati sul nostro territorio, e alcuni stabilimenti, in particolare: il gruppo Nestlè con quello del marchio Acqua Panna in provincia di Pistoia, di Buitoni a Sansepolcro e naturalmente Perugina in provincia di Perugia.
Coca cola ha invece uno stabilimento di distribuzione a Montelupo fiorentino. Ma soprattutto capillare è la presenza di questi marchi in tutti i supermercati e punti vendita delle nostre città. Da qui la grande forza che ogni consumatore fiorentino e toscano può avere nel condizionare le scelte delle aziende nei paesi del Sud del mondo, verso un maggior rispetto dei diritti delle lavoratrici, dei piccoli produttori, dell’ambiente. Per avere maggiori informazioni sulle “pagelle” stilate da Oxfam, si può visitare il sito dell’associazione all’indirizzo web: http://www.oxfamitalia.org/coltiva/coltiva/introduzione-scopri-il-marchio.
Per sottoscrivere l’appello: http://www.behindthebrands.org/it-it/news/donne-e-cioccolato. “Abbiamo voluto analizzare le politiche delle maggiori aziende dell’alimentare perché conoscendole, consumatori e produttori possano cominciare a valutare l’operato di queste aziende, e chiedere loro di fare di più per il bene comune - spiega Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia - Chiediamo ai consumatori fiorentini e toscani: non di smettere di comprare i prodotti che amano, ma di sollecitare alle aziende a comportarsi in modo da restare all’altezza delle loro aspettative.
E’ l’enorme potere che abbiamo tutti noi: il potere di tante piccole azioni che contribuiscono a un grande cambiamento. Nessuna azienda è così potente da ignorare la voce dei propri consumatori”. Sui temi specifici, il rapporto Scopri il Marchio evidenzia che · Donne: Alcune imprese hanno riconosciuto i diritti delle donne e i loro bisogni, ma nessuna ha intrapreso misure concrete per eliminare la discriminazione delle donne coinvolte nella loro catena produttiva; · Terra: Nessuna delle 10 Sorelle del cibo ha dichiarato guerra al land grabbing, nonostante tutte loro acquistino materie prime – olio di palma, soia, zucchero – spesso oggetto di fenomeni di accaparramento di terra e acqua a scapito di comunità locali; · Trasparenza: Se è vero che Nestlé e Unilever sono più aperte riguardo ai paesi da cui provengono le loro materie prime, né queste aziende né tutte le altre forniscono sufficienti informazioni riguardo ai propri fornitori, e questo rende molto difficile verificare quanto gli impegni in materia di sostenibilità e responsabilità sociale siano effettivamente attuati; · Acqua: tutte le aziende esaminate stanno complessivamente aumentando la loro efficienza rispetto al consumo di acqua, ma la maggior parte non ha adottato politiche che limitino il proprio impatto sulle risorse idriche locali.
Solo Pepsi si è impegnata a consultarsi con le comunità locali, mentre Nestlé ha sviluppato delle linee guida per i propri fornitori sulla gestione dell’acqua; · Cambiamenti climatici: Tutte le aziende hanno intrapreso alcuni passi per ridurre le emissioni di gas serra, ma solo Mondelez, Danone, Unilever, Coca Cola e Mars pubblicano rapporti sulle emissioni associate alla propria produzione di cibo, e solo Unilever ha assunto l’impegno di dimezzare il proprio impatto sull’effetto serra entro il 2020.
Nessuna delle 10 sorelle del cibo ha ancora sviluppato delle politiche volte ad aiutare i contadini della propria filiera di produzione a rovesciare gli effetti del cambiamento climatico. · Sostegno ai piccoli produttori: Nessuna delle aziende esaminate si è ufficialmente impegnata a retribuire un salario equo ai braccianti o a stipulare accordi di commercio equo con i produttori agricoli. Solo Unilever ha adottato linee guida specifiche che favoriscono il rifornimento da produttori di piccola scala.