Firenze, 13 febbraio 2013– L’espansione del tessuto imprenditoriale regionale si ferma al +0,4% nel 2012, ben al di sotto rispetto al biennio precedente (+1,2% del 2010, +1,0% del 2011), ma leggermente meglio della media nazionale (+0,3%). A fine dicembre 2012 sono 416.154 le imprese registrate presso le Camere di Commercio della Toscana, con 28.276 iscrizioni e 29.593 cessazioni, per un saldo negativo di 1.317 unità. In Toscana il calo delle iscrizioni è lieve (6,8%, comunque il valore più basso degli ultimi otto anni), mentre pesa molto l’aumento delle cessazioni (tasso di mortalità salito al 6,4% dal 5,9% del 2011).
Aumenta il turnover imprenditoriale, nel 2013 al 13,2% rispetto al 12,8% del 2011. Questi i dati rilevati da Unioncamere Toscana e raccolti nel Rapporto Movimprese -IV trimestre 2012 su natalità e mortalità. Per Vasco Galgani, presidente Unioncamere Toscana “la crescita imprenditoriale in Toscana è in una fase di sostanziale stallo, con tutte le conseguenze a livello economico e occupazionale che sappiamo. Secondo diversi esperti, il contesto di crisi finanziaria si starebbe avviando a un miglioramento, ma non è certo il momento di stare con le mani in mano.
Diversificazione, promozione dei talenti e delle specificità regionali, ricerca di nuovi mercati: sono gli imperativi che ripetiamo da mesi, su cui ci stiamo muovendo come Unioncamere Toscana e che soprattutto vogliamo mettere all’attenzione del prossimo Governo. Ne va non solo della nostra crescita, ma anche della sopravvivenza dell’economia toscana: le imprese che chiudono non è detto possano riaprire a fine crisi.” Andamento provinciale In regione Prato (+1%), Firenze (+0,7%), Grosseto (+0,6%) e Pisa (+0,5%) registrano dinamiche superiori alla media regionale.
La crescita è particolarmente debole per Massa Carrara (+0,3%), Arezzo e Lucca (+0,1%), mentre è leggermente negativa la situazione a Livorno, Siena e Pistoia, città che segnalano qualche difficoltà in più. Tipologie imprenditoriali Lo sviluppo del tessuto imprenditoriale regionale è sostenuto dalle società di capitali, che registrano un incremento medio del +2,1%, confermando un trend positivo anche se in progressivo rallentamento (+2,8% nel 2011 e +3,3% nel 2010). In negativo invece le dinamiche delle società per azioni (-1,3%).
Le società di persone nel corso del 2012 hanno sostanzialmente tenuto dopo un 2011 in forte diminuzione. Le imprese individuali chiudono il bilancio 2012 in negativo facendo registrare un -0,4%, dopo un biennio di decisa espansione. Continua la diffusione delle altre forme giuridiche, soprattutto delle imprese cooperative (+1,8%), seppur in frenata rispetto agli ultimi anni. Forte calo invece per le imprese artigiane (-1,9%). Positivo e poco distante dal 2011, l’andamento delle imprese non artigiane (+1,3%). Imprese femminili e giovanili Si rileva una crescita dello 0,8% delle imprese femminili che coprono il 24,2% del totale delle imprese registrate, in leggero miglioramento rispetto al 2011.
In forte calo invece (-3,8%) le imprese giovanili (10,3% del tessuto imprenditoriale regionale). Le imprese straniere (11,3% del totale regionale) crescono del +3,3%. Settori di attività Il rallentamento della dinamica imprenditoriale, iniziato nel 2011, è proseguito nel 2012 e sta riguardando tutti i principali comparti regionali di attività economica. A livello di macrosettori, aumentano solo le imprese dei servizi (+1,2%), con una impennata di alberghi e ristoranti (+3%), noleggio e servizi di supporto alle imprese (+4,3%), altri servizi pubblici, sociali e personali (+1,9%) e attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,7%), mentre rientrano in terreno negativo agricoltura (-0,2%) e industria (-0,1%), per quanto il risultato peggiore sia quello dell’edilizia, in calo di due punti percentuali. Il manifatturiero Il settore manifatturiero evidenzia un calo dello 0,3%, con andamenti nel complesso eterogenei: se il sistema moda recupera lo 0,3%, il tessile-maglieria perde oltre due punti percentuali (-2,4%), le confezioni-abbigliamento restano stabili e la meccanica allargata tiene (-0,1%), ma solo grazie alle imprese delle riparazioni.
Le altre imprese manifatturiere (-1,0%) fanno registrare un’accelerazione del ritmo di caduta mostrato a fine 2011.