Sciopero delle edicole dal 24 al 26 febbraio, su tutto il territorio nazionale è dovuto alla ''prolungata assenza di regole certe – richieste con forza e ripetutamente dalle Organizzazioni Sindacali – al Governo e alla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), alla mancata riforma dell'editoria, promessa dai diversi Governi, di cui molto si è discusso senza approdare a soluzioni concrete, e alla mancata apertura del confronto per il rinnovo dell'accordo nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e dei periodici, che pongono in seria difficoltà l'operatività e l'esistenza stessa delle edicole''.
Lo sottolineano Snag-Confcommercio, Sinagi aff. Slc-Cgil e Usiagi-Ugl. ''Il silenzio del Governo e della Fieg è divenuto intollerabile a fronte di 30.000 posti di lavoro che rischiano di sparire nei prossimi mesi, aggiungendosi agli oltre 20.000 posti di lavoro persi negli ultimi anni a seguito della chiusura di 10.000 edicole'' viene sottolineato nella nota dai sindacati. Come ha messo in luce il presidente di Snag Confcommercio, Armando Abbiati: '' Nel solo 2012 hanno chiuso in media 5 edicole ogni giorno, più di 4.000 posti di lavoro persi.
Questo non è e non deve rimanere soltanto un problema delle famiglie che facevano dell'edicola il loro unico mezzo di sostentamento ma dell'opinione pubblica e di tutta la filiera dell'informazione a partire dai giornalisti che, come gli edicolanti, stanno scontando a caro prezzo la mancanza di idee e di innovazione da parte degli editori per rilanciare il settore. Dall'altra parte – conclude Abbiati – abbiamo bisogno di regole certe e di una reale azione di Governo per ricostituire un sistema di diritti e di equità intorno all'informazione''.