18 dicembre 2012: una data importantissima, da non dimenticare. Infatti dopo lunghi 12 anni di proposte, di rinvii, di tenaci scontri e confronti istituzionali, la Camera dei Deputati ha approvato in maniera definitiva la modifica all'art. 182 del Codice dei Beni Culturali in merito alla Disciplina di qualificazione dei restauratori. Commenta Andrea Fedeli, Presidente CNA Artistico e Tradizionale Toscana, restauratore: ”CNA Toscana esprime enorme soddisfazione per aver contribuito alla conclusione di una problematica che ha pesato gravemente sul lavoro di tutti i restauratori italiani e sulla conservazione e la tutela del patrimonio artistico del nostro paese.
Con l'applicazione della nuova normativa, le imprese del settore finalmente potranno veder riconosciuta in qualsiasi ambito la loro attività con il conseguimento della qualifica professionale di Restauratore di Beni Culturali”. Sono ben 5100, con oltre 19.000 addetti le imprese di restauro in Italia; in Toscana sono 1.100 con oltre 4.000 addetti. “Oltre alla formazione universitaria, viene riconosciuto anche il lavoro svolto, così come abbiamo richiesto” – annuncia con soddisfazione Riccardo Bianchi, presidente di Confartigianato Restauro che ha partecipato al lavoro di “revisione” del provvedimento presso la Camera. “Si riconosce così la competenza e il saper fare di 13.000 restauratori artigiani, di cui ben 568 concentrati a Firenze e provincia, eredi della secolare tradizione italiana” prosegue Bianchi che riconosce la sensibilità mostrata dai relatori (Franco Asciutti-Pdl e Andrea Marcucci-Pd) nell’accogliere le istanze Confartigianato tese a modificare criteri troppo rigidi che rischiavano di spazzare via un’intera generazione di professionisti senza di fatto garantire la nascita di nuove professionalità.
Criteri che non riconoscevano appieno né le competenze acquisite sul campo, né quelle formative. Nello specifico, oltre alla formazione universitaria, viene riconosciuto il lavoro svolto anche dopo il 2004. Inoltre è prevista la possibilità di far valere le prestazioni di lavoro iniziate alla data di entrata in vigore della nuova legge e portate a compimento entro il 2014 con il riconoscimento del lavoro portato a buon fine delle Sovrintendenze appaltanti. Relativamente all’intero artigianato artistico e alla città di Firenze, Confartigianato nutre preoccupazioni per il “dopo-Nardella” in considerazione della probabile candidatura del vicesindaco alle Politiche 2013. “Con il vicesindaco – spiega Bianchi – avevamo avviato lavori soddisfacenti per il riassetto del settore ed in lui avevamo trovato un interlocutore attento, capace di accogliere proposte come quella presentata in ottobre da Confartigianato, nel corso del Big Bang dell’artigianato, per destinare l’ex tribunale a locale di esposizione di artigianato, subito inserita nel Libro Verde e poi fatta propria anche da altre associazioni del settore”. Confartigianato attende un sostituto in grado di portare avanti il lavoro del Libro Verde, capace di valorizzare le 699 imprese dell’artistico (24 nella ceramica, 377 nell’oreficeria, 260 nel restauro, 38 per vetro, musica e arti varie, cui vanno aggiunte le imprese dei settori legno, moda e pelletteria non estrapolabili dagli elenchi camerali perché classificate insieme ad imprese ‘non artistiche’) che “oltre a rappresentare un patrimonio culturale inestimabile, costituiscono una grande risorsa in termini economici, concentrando nella sola Firenze il 51% del totale provinciale di settore” conclude Bianchi.