FIRENZE – Più lavoro, energia pulita, presidio del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico. In breve: filiera corta nel settore bosco-legno-energia in Toscana. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato oggi dall’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori insieme ai rappresentanti di tutti i soggetti, istituzionali e sociali, che completano la filiera: Uncem Toscana, Anci, Upi, CGIL, CISL,UIL, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative. Al protocollo intitolato “Protocollo d’intesa per l’attivazione della filiera bosco legno, energia” si aggiunge anche un marchio di qualità volto a contrassegnare la filiera corta toscana del bosco-legno-energia.
Il marchio, nei colori del verde, azzurro, giallo e marrone (i colori che richiamano le rinnovabili: giallo per l’energia che proviene dal sole, blu per l’energia che proviene dall’acqua, verde e marrone per l’energia che proviene dal bosco), rappresenta la Toscana e riporta la scritta “Sistema Green Economy Toscana”. Ed è proprio questo l’obiettivo del protocollo, ossia quello di creare una filiera corta integrata che rappresenti un circuito virtuoso nell’utilizzo di una delle risorse di cui la Toscana è più ricca: il bosco. Oltre un milione di ettardi di boschi.
L’utilizzo attuale e’ di 2 milioni di metri cubi all’anno La Toscana infatti con 1 milione e 156 mila 682 ettari di superficie forestale pari al 51% del territorio regionale è la regione più boscata d’Italia. La maggior parte dei boschi è di proprietà privata (85%), ma si tratta in prevalenza di piccole proprietà, mentre il 15% pari a 130 mila ettari è di proprietà pubblica, 110 mila ettari la proprietà regionale. In prevalenza il bosco toscano è ceduo (75,6%), il 18,8 è rappresentato da fustaie, il rimanente 5,6% è irregolare.
La provvigione legnosa complessiva è di circa 124 milioni di metri cubi e l’accrescimento è del 4% annuo. A questo patrimonio è possibile aggiungere gli scarti del mondo agricolo (potature, ramaglie ecc.) che si calcola in circa 700 mila tonnellate di sostanza secca all’anno. Attualmente l’utilizzo del legname toscano è pari al 40% dell’accrescimento, pari a circa 2 milioni di metri cubi all’anno. Si calcola che nel settore lavorino circa 10 mila 500 persone e le imprese interessate siano attualmente circa 5 mila. Entro il 2015 una rete di piccoli cogeneratori a biomasse.
Più occupazione e difesa del suolo Dall’attivazione di una filiera corta bosco-legno-energia ci si attende la creazione entro il 2015 di una rete di piccoli impianti (non superiori complessivamente a 70 megawatt) per la produzione di energia elettrica e termica (cogenerazione), alimentati da biomassa legnosa da filiera corta. Grazie alla firma del protocollo odierno oltre cinquanta comuni hanno già dato la propria disponibilità ad ospitare gli impianti che avranno una dimensione di circa 1 megawatt di potenza.
Si stima un possibile incremento dell’occupazione di almeno 700-1000 addetti. La creazione della filiera corta bosco-legno-energia mira anche alla prevenzione del rischio idrogeologico grazie alla coltivazione del bosco stesso e al mantenimento del presidio umano sul territorio e risponde agli obiettivi della Regione Toscana, che ne ha fatto un punto strategico del programma regionale di sviluppo, e dell’Unione Europea per l’incremento di energia pulita prodotta da fonti rinnovabili. Il protocollo prevede una campgna di informazione anche tramite il progetto GiovaniSi e una cabina di regia per il coordinamento delle attività e promuove la certificazione di qualità sia in termini ambientali, che di sicurezza e responsabilità sociale delle imprese e si propone anche l’obiettivo di contrastare la piaga del lavoro nero.