Firenze - Il più forte allarme per le linee che stanno emergendo circa i criteri di formazione della nuova tariffa idrica è stato lanciato dai gestori toscani: “ Se confermati, questi criteri metterebbero seriamente a rischio la stessa operatività delle aziende”, ha detto il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi. “Secondo quanto è dato conoscere e in base alle simulazioni da noi fatte – ha aggiunto - la nuova tariffa idrica cosiddetta transitoria contiene, infatti, elementi così penalizzanti per l’insieme dei gestori della Toscana da comportare come conseguenza il crollo verticale degli investimenti”. Si è puntato molto anche in Toscana sul ridimensionamento e l'aspetto migliorativo delle reti idriche obsolete.
Il presidente di Publiacqua Erasmo D'Angelis più volte ha spiegato come sulla rete del capoluogo toscano siano necessarie opere migliorative in grado di ridurre perdite e rendere qualitativo il servizio, nonostante questo si è operato per migliorare il tratto d'Arno di competenza. Investimenti che prendono avvio dalla disponibilità economica che, se non altrimenti definita, deve per necessità arrivare da voci già indicate in bolletta. In arrivo percentuali di 'aggiustamento'? Saranno comunque gli utenti a gravarsi dei costi di manutenzione? Per De Girolamo e Giuseppe Sardu, coordinatore del settore Acqua di Confservizi Cispel Toscana, “risulta veramente incomprensibile e inaccettabile che con il nuovo metodo tariffario si penalizzino proprio quelle realtà, come la Toscana, che per prima ha applicato la legge Galli, che più ha investito nel servizio idrico integrato in questi ultimi dieci anni, che ha dimostrato la concreta capacità di attingere a forme di finanziamento diverse da quelle dei bilanci degli enti territoriali anche con strumenti finanziari innovativi e che per prima ha riorganizzato e semplificato il sistema delle AATO passando da sei autorità ad una”. "E’ dunque indispensabile – hanno concluso De Girolamo e Sardu, che hanno inviato una lettera al Presidente dell’Autorità Nazionale Energia e Gas – “un ripensamento degli indirizzi fin qui maturati, definendo criteri che garantiscano la continuità delle gestioni esistenti, e consentano economicamente e finanziariamente di sostenere gli investimenti già programmati nei nostri Comuni di riferimento e di onorare i contratti di finanziamento che i gestori hanno definito in questi anni fra mille difficoltà”.
Un appello è stato rivolto alla Regione Toscana perché, in questa fase di confronto con governo e autorità nazionali, sostenga la richiesta degli operatori in modo da salvaguardare un modello di gestione idrica che ha funzionato". In Toscana oltre 2.400 persone sono impegnate nel servizio idrico integrato e tra il 2003 e il 2010 sono stati realizzati investimenti per oltre 1.200 ml.; nei Piani di Ambito tuttora vigenti sono ancora previsti 1.300 ml. da realizzarsi entro le scadenze delle concessioni (la maggior parte scade tra il 2021 e il 2026). I gestori toscani, d’intesa con le Autorità locali, stavano da tempo sviluppando iniziative concrete al fine di reperire ulteriori finanziamenti per rivedere i Piani di Ambito contando soprattutto sulla possibilità concreta che si delineasse finalmente un serio e coerente assetto regolatorio a livello nazionale.