Il sindaco Matteo Renzi è tornato a fare il sindaco a tempo pieno, parla molto meno, quasi per nulla, di politica nazionale e si è ributtato a capofitto nelle questioni fiorentine. Il lavoro non manca e non è dei più facili: la crisi economica in questi mesi di campagna elettorale non si è presa una pausa e le aziende in crisi e a rischio chiusura sono ogni giorno di più. Tra le prime e tra le più urgenti è la Selex. Il programma di ammodernamento del sistema di comunicazione per le forze di Polizia TETRA è giunto ad un passaggio cruciale, e con esso le sorti dello stabilimento di Firenze, anche in funzione della fusione nella grande Selex.
Dopo lo stralcio del finanziamento dal decreto sviluppo della settimana scorsa, c'è adesso l’ultima possibilità per vederlo inserito nella legge di stabilità 2013 in queste ore in discussione in Senato, grazie a due emendamenti presentati dai Parlamentari toscani. Occorre però che i lavoratori e le forze politiche concorrano per una conclusione positiva della vicenda. Le RSU, unitamente alle OO.SS territoriali hanno a tale scopo promosso per Giovedì 13 dicembre alle ore 10 e 30 un incontro con sindaco e gruppi consiliari nel Salone dei Duecento a Palazzo Vecchio Ma questa non è l'unica iniziativa indetta dalle organizzazioni sindacali che hanno in programma uno sciopero di 3 ore dalle 10,00 alle 13,00 e consentire così ai lavoratori di raggiungere Palazzo Vecchio per partecipare all’iniziativa.
Altra patata bollente per Palazzo Vecchio è quella dei dipendenti comunali sulla questione aperta dei contratti e delle retribuzioni: oggi l’ennesimo incontro fra la RSU e la delegazione di Parte Pubblica. Al termine dell'incontro le Rsu dichiarano: "il fondo risulta composto ormai quasi unicamente dalle risorse fisse pari a poco più di 17 milioni e riuscirà a malapena con l’aggiunta di qualche risorsa variabile a coprire il pagato per l’anno 2012. Quindi si avrà la completa cancellazione dell’istituto della produttività, un istituto che riguarda la totalità dei lavoratori dell’Ente, che subiranno così un ulteriore decurtazione delle loro retribuzioni. Per il 2013 la situazione si annuncia ancora più seria -continuano le organizzaizoni sindacali - infatti l’Amministrazione ha proposto la definitiva soppressione delle 4 indennità già bloccate o ridotte dal mese di ottobre, l’adeguamento al ribasso dell’indennità di disagio equiparandola all’indennità di rischio prevista dal CCNL cioè a 30 € mensili, la riduzione pari al 30% delle indennità, e del 10% dell’indennità delle P.O. A fronte di queste compressioni salariali, ben si guardano invece dal ridurre le indennità riservate agli assunti a chiamata, che per chi non se lo ricordasse variano da 3.000 a 16.000 € l’anno, così come non toccano minimamente le retribuzioni dei Dirigenti.
Ancora una volta - concludono - come va di moda anche a livello nazionale, le mani in tasca questa Amministrazione le mette sempre agli stessi. I dipendenti comunali come già hanno fatto in un altra recente occasione si danno appuntamento per protestare durante la seduta del Consiglio Comunale, stavolta la data è quella di lunedì prossimo 17 Dicembre 2012 giorno in cui ci sarà l’ultimo Consiglio Comunale dell’anno. Altro settore in crisi e direttamente dipendente dal Comune di Firenze è la scuola per I'infanzia. "Da mesi - dicono gli insegnanti - denunciamo i rischi connessi alle scelte fatte dall'Amministrazione per la scuola.
Ora ci siamo: I'esaurirsi della graduatoria per le supplenze - frutto inevitabile della doppia scelta di bloccare ogni nuova assunzione di ruolo e di coprire solo con personale precario i sempre piu grandi buchi nell'organico - sta portando alla paralisi il servizio e determina condizioni di lavoro pesanti e insostenibili per gli/le insegnanti e tutto il personale delle scuole, alle prese con la mancanza crescente di supplenti e alla necessità di far fronte alle esigenze quotidiane delle scuole con "rabberci" di ogni tipo, con i bambini spostati come pacchi da una stanza all'altra, oppure con classi affollate oltre ogni limite previsto e consentito dalle norme.
Una situazione - continuano i docenti - che manda in malora ogni tentativo di fare scuola in maniera dignitosa e che sta determinando le prime, risentite reazioni anche da parte dei genitori, che rischiano però di scaricarsi non su chi ne ha la responsabilità, ma sul primo insegnante a portata di mano, creando ulteriori tensioni e difficoltà". Secondo gli insegnanti bisognerebbe istituire una nuova graduatoria di personale a tempo determinato da utilizzare per le supplenze; prevedere e provvedere ai casi di sovrannumero nelle classi e bandire un concorso per insegnanti a tempo indeterminato.
Si chiedono risposte all'Amministrazione e in tempi rapidi. E per restare nel campo scolastico fece un certo scalpore qualche mese fa la notizia di alcuni autisti dei comuni di Barberino Val D'Elsa e Tavernelle Val di Pesa che lasciarono a piedi e senza trasporto scolastico i bambini che quella, come tutte le mattine, aspettavano l'autobus per andare a scuola. Adesso per la prima volta alcuni dipendenti della Luca Falaschi srl che effettua il servizio di trasporto scolastico nei suddetti comuni, rompono il silenzio eraccontano la propria condizione lavorativa.
"Non lavoriamo in sicurezza, non riscuotiamo lo stipendio da cinque mesi e presto rimarremo senza lavoro". "Il 12 settembre, primo giorno di scuola, – raccontano – abbiamo iniziato il nostro servizio con le polizze assicurative dei mezzi che la ditta Falaschi ci ha fornito soltanto in fotocopia e senza lascritta “conforme all’originale. Con le fotocopie dei cedolini e una “ liberatoria” per eventuali incidenti, con cui la ditta Falaschi, incaso di incidente, si assumeva la responsabilità, abbiamo effettuato il nostro servizio anche il giorno 13.
Avendo tuttavia appreso che tale dichiarazione, se non redatta dalla compagnia di assicurazioni, è priva di qualsiasi valore, abbiamo deciso, consultandoci alle 6 di mattina con i colleghi che operano in altre zone, che il 14 settembre gli scuolabus non sarebbero partiti. E così è stato”. Questa azione, avvenuta senza alcun preavviso, aveva comportato l’immediata reazione da parte dei due Comuni interessati, Barberino e Tavarnelle, che si erano rivolti alle forze dell’ordine, denunciandogli autisti per l’inadempienza di quello che è un servizio di pubblica utilità. “A differenza dei nostri colleghi – proseguono – che avevano preavvisato i rispettivi Comuni nei giorni precedenti, la nostra decisione è stata invece estemporanea, seppur in buona fede".
“Arrivati però a questo punto, con una denuncia che tuttora ci vede chiamati in causa e che ciauguriamo possa avere un rapido e positivo epilogo, ci è sembrato giusto spiegare a tutti in qualicondizioni lavoriamo quotidianamente". Ma quello dei mezzi non assicurati, sembra non essere l'unico problema: "guasti continui, sbrinatori che non funzionano, gommelisce, infiltrazioni di acqua, frequente sospensione delle carte carburante e, ciliegina sulla torta - aggiungono - soltanto tre kit di catene da neve (obbligatorie dal 15 novembre) per sei pulmini".
Quanto ai dipendenti anche in questo caso, tre su sei, non riscuotono lo stipendio da cinque mesi. La ditta Falaschi palesemente in difficoltà si appresta a chiudere e passare la mano ad un altro gestore che però non si sa se riassorbirà i lavoratori della Falaschi. In ragione di questo, il giorno 19 dicembre, in accordo con il sindacato Filt Cgil di Firenze, tutti i lavoratori della Falaschi srl, dei Comuni di Cerreto Guidi, Montelupo Fiorentino, Vinci, Capraia eLimite, Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa, hanno proclamato otto ore di sciopero.