Ad accusare il Governatore Rossi è Ermanno Giannettiex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria già condannato per peculato che riferisce agli inquirenti di aver ricevuto dallo stesso Rossi che al tempo ricopriva la carica di Assessore alla Sanità, pressioni per falsificare i conti. Rossi respinge ogni accusa: "Ho ricevuto dalla Procura di Massa – dichiara il presidente della Regione Enrico Rossi – un invito a comparire come persona sottoposta ad indagine in relazione alla vicenda dell’Asl 1.
Sembra che l’atto della Procura sia conseguente alle dichiarazioni di un signore, Ermanno Giannetti, da me denunciato. Il quale di recente, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di galera per peculato. E’ un giochino vecchio come il mondo quello di accusare qualcun altro per scaricare le proprie responsabilità. Di tutto questo si sta occupando il mio avvocato”. "Sul crac della Asl 1 di Massa Carrara da tempo per via politica, la sola di nostra pertinenza, chiediamo all’ex assessore regionale alla salute e oggi presidente della Regione Toscana Enrico Rossi una chiarezza mai arrivata" dichiarano il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) e ilConsigliere regionale del Pdl Jacopo Ferri.
"Evidentemente non siamo i soli convinti che eventuali responsabilità politiche vadano per lo meno esplorate. Per questo, dopo avere appreso che il governatore Rossi ha ricevuto dalla procura di Massa un invito a comparire come persona sottoposta ad indagine, attendiamo i riscontri dell’inchiesta in corso". "La responsabilità di aver creato una voragine da 420 milioni, soprattutto considerato che in questa vicenda il peculato pare aver avuto un ruolo quantitativamente marginale, merita ogni approfondimento necessario.
Questa voragine nei conti della sanità toscana è la principale causa dei tagli ai servizi di assistenza e cura nonché degli aumenti dei ticket che oggi patiscono i cittadini della provincia di Massa e Carrara e della Toscana tutta. Proprio in questi giorni al fine di risparmiare risorse si stanno attivando le chiusure delle sale operatorie per la chirurgia di elezione, destinate a protrarsi per un mese o più. Se quei 420 milioni fossero stati in cassa come avrebbero dovuto, forse non sarebbe successo". Fa sponda Marco Carraresi dell'Udc: "Abbiamo sempre sostenuto in questi anni che le responsabilità del disavanzo dell'Asl di Massa non potevano essere addossate esclusivamente ai vertici amministrativi dell'Azienda.
Soprattutto per quanto riguarda i mancati controlli e le scelte dell'assessorato regionale che non avevano certo favorito trasparenza e corretta amministrazione. Così come siamo sempre stati convinti che il governo regionale e chi aveva guidato in questi anni la sanità toscana, creando di fatto un sistema impostato in maniera rigorosamente verticistica, non poteva certo chiamarsi fuori, rifiutandosi di rispondere politicamente in merito a quanto era accaduto. Al di là degli sviluppi giudiziari della vicenda, di cui prendiamo atto in attesa di comprenderne l'effettiva portata, è necessario che emergano finalmente con chiarezza e precisione tutte le responsabilità di coloro che sono stati coinvolti a vario titolo nel più grave scandalo della sanità toscana.
Una vicenda che oltretutto ha messo negli ultimi anni in gravissima difficoltà l'intero sistema sanitario della nostra regione". “Nella vicenda dell'Asl di Massa il presidente Rossi è stato colui che si e' recato subito in procura a denunciare la situazione di cui era venuto a conoscenza e a far partire cosi' le indagini - replicano il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli e il Capogruppo in consiglio regionale Vittorio Bugli- Per questo ancora di più siamo convinti della correttezza del suo operato, che conosciamo bene nella sua esperienza di amministratore.
Come sempre e' giusto che la magistratura faccia tutte le indagini necessarie nelle quali abbiamo fiducia. Auspichiamo che celermente la vicenda sia chiarita e attendiamo gli esiti con serenita'”.