Il presidente del Consiglio Mario Monti oggi ha lanciato l'allarme sul settore sanità e ha avvertito che se nei prossimi due anni non saranno trovate nuove modalità di finanziamento e se non si provvederà alla ''riorganizzazione di servizi e prestazioni'', la ''sostenibilità'' potrebbe "non essere garantita" riorganizzazione di servizi e prestazioni''. L'Assessore alla Sanità toscano Luigi Marroni illustra la riforma sanitaria in corso e prova a rassicurare parlando di ' riorganizzazione' appunto e "non di tagli".
"Il lavoro intenso che abbiamo fatto in poco più di due mesi ha l’obiettivo di ottimizzare tutti i processi e accrescere l’appropriatezza delle cure. Quella a cui stiamo lavorando è una riforma molto impegnativa: quando sarà compiuta, avremo un sistema sanitario molto più efficace, in grado di garantire ai nostri cittadini il livello di servizi a cui sono abituati. Questa riforma la facciamo anche per non dover far pagare altri costi ai toscani, oltre ai ticket che ci sono stati imposti dal governo nel 2011″.
“Vogliamo e dobbiamo ridurre le ridondanze e renderemo più semplici e lineari i processi organizzativi – ha detto ancora Marroni – Porteremo i letti a più dell’80% del tasso di occupazione. La gente si cura di più e meglio con un uso più efficace ed efficiente della risorsa posto-letto. Ridefiniremo la rete ospedaliera, ma prima ancora potenzieremo il territorio. L’assistenza domiciliare sarà incrementata, e apriremo 4-500 letti di cure intermedie, in cui sono assicurate cure appropriate e la presenza di un medico”. Parlando dell’effetto dei tagli dei precedenti governi e della spending review dell’attuale, che si sono sommati, l’assessore Marroni ha ricordato che nel 2014 la sanità toscana avrà tra l’8 e il 10% di risorse in meno.
“Noi vogliamo salvare il sistema così come lo conoscono i cittadini toscani- ha detto – Abbiamo una strategia per farcela e porre le basi per passi avanti ulteriori”. “La sanità è un servizio fondamentale e ogni decisione che riguarda questo settore va valutata con la massima attenzione – è il commento di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana – Proprio oggi il Presidente del Consiglio ha lanciato l’allarme sulla difficoltà di mantenere in vita il sistema così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi e non vorremmo proprio che si trattasse di un modo per mettere le mani avanti e procedere a drastici tagli sulla sanità come su altri settori.
Quanto alla Toscana fa piacere la sottolineatura dell’assessore Marroni circa il potenziamento del territorio – spiega ancora Giurlani – Colgo l’occasione per ribadire la necessità di preservare i presidi sanitari soprattutto nelle zone più disagiate e più lontane dai grandi centri urbani, la cui esistenza è troppo spesso messa in discussione, come si può ben vedere dalle cronache degli ultimi tempi. È giusto ridurre l'eccesso di costi e gli eventuali sprechi – conclude Giurlani – ma tenendo sempre ben presente la straordinaria importanza dei servizi sanitari per i cittadini e le differenti condizioni di ogni realtà”. I Coniglieri regionali del Gruppo Misto Dario Locci e Marina Staccioli parlano invece di un "deficit preoccupante" commentanto i dati delle Asl resi pubblici oggi in sede di Giunta e accusano proprio l'assessore Marroni di inefficienza. “La peggior Azienda sanitaria toscana dopo Massa? Quella che era guidata fino alla scorsa primavera da Luigi Marroni, che nel frattempo ha ottenuto la promozione ad assessore regionale al diritto alla salute”.
“L’Asl 10 di Firenze chiude l’esercizio 2011 con quasi 26 milioni di rosso – spiega Locci – una cifra di gran lunga superiore a quella delle altre aziende sanitarie in perdita, esclusa Massa”. L’Asl 7 di Siena chiude a -10.499.216 euro, quella di Pistoia a –4.517.094, Lucca a -3.962.259, mentre Firenze si attesta a -25.904.218 euro. “Eppure – prosegue Locci - è proprio all’ex direttore generale dell’Asl 10 che il presidente Rossi ha deciso di affidarsi per risanare i conti della sanità toscana”.
L’Asl 10 di Massa chiude il 2011 con una perdita di oltre 55 milioni di euro. “Il buco si allarga – sottolinea la collega di gruppo Marina Staccioli – e lo stesso direttore generale ha preannunciato un’ulteriore perdita di 14 milioni di euro sull’esercizio in corso”. "Complessivamente mancano più di 100 milioni per far quadrare i conti – continua Staccioli – una cifra preoccupante. Considerata la situazione attuale, fatta di tagli e costanti sacrifici – conclude – cosa ci dobbiamo aspettare dai bilanci delle aziende sanitarie per il 2012?”