Il Consiglio provinciale ha approvato una mozione della Commissione Politiche sociali sulla situazione carceraria, in ordine al sovraffollamento, le carenze di risorse economiche e di personale di Polizia penitenziaria e sanitario e "lo stato di degrado strutturale in cui versano, a livello generale, gli istituti di pena della Regione Toscana". L'auspicio è la promozione di alcune misure: la riduzione dei tempi di custodia cautelare, almeno per i reati meno gravi; l'istituzione a livello nazionale del Garante dei detenuti; l'applicazione della detenzione domiciliare; la creazione di istituti "a custodia attenuata" per tossicodipendenti; l'esclusione del circuito carcerario delle donne con bambini.
Il Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti ha inoltre indetto un'iniziativa collettiva per denunciare la situazione del carcere al fine di raggiungere la sigla di un protocollo con l'amministrazione penitenziaria e un patto per migliorare la situazione delle carceri. "Gravemente insufficiente - recita la mozione - l'attuale numero di unità operative di Polizia penitenziaria e insufficiente l'attuale numero di unità amministrative e di educatori". Nei giorni scorsi la Commissione aveva incontrato il Garante dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone e quello della Regione Toscana Alessandro Margara.
Il Consiglio ha impegnato la Giunta a valutare la possibilità, sentite le Province di Prato e di Pistoia, di istituire un Garante Metropolitano per i diritti dei detenuti, e a sostenere il Consiglio per una seduta dell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi all'interno di uno degli istituti di pena sul territorio fiorentino entro il 2012. In sintesi la mozione aderisce all'iniziativa dei Garanti approvando le richieste circa: la modifica della legge sulle droghe, l'abolizione della legge Cirielli, approvazione delle legge sull'introduzione del reato di tortura e sull'affettività in carcere, istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti; applicazione integrale del Regolamento penitenziario per assicurare condizione di vita dignitosa alla popolazione carceraria; rifinanziamento della legge Smuraglia sul lavoro dei detenuti.
Siglata dal Presidente della Commissione Maurizio Cei, illustrata tra gli altri da Massimo Lensi (radicale, consigliere nel Gruppo Misto) e da Caterina Conti (Pd), la mozione ha avuto i voti di Pd, Idv e Rifondazione comunista. Contrari invece Pdl e Udc. Il Pdl aveva presentato un maxiemendamento, poi votato come documento, illustrato tra l'altro dal capogruppo Erica Franchi. "Ciò che più rammarica - spiega la capogruppo- è vedere che da parte delle forze della Sinistra l’attenzione è tutta rivolta verso i detenuti, per i quali sono giustamente necessari interventi - come ad esempio l’edilizia carceraria – che siano migliorativi per la loro vita in carcere, nel rispetto dovuto indistintamente a tutti gli esseri umani, ma non possiamo dimenticare le vittime, coloro che hanno subito e sofferto l’ingiustizia o il delitto, verso le quali non è stata spesa nessuna parola”.
“Al contrario - continua – noi avevamo presentato un maxiemendamento, che è stato respinto, nel quale chiedevamo di coinvolgere permanentemente, in qualsiasi attività inerente il processo di riorganizzazione delle carceri e di eventuali riduzioni delle pene, i rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime territorialmente costituite". Non ha voluto partecipare al voto il capogruppo della Lega Nord Marco Cordone, responsabile del movimento 'Per non dimenticare Abele', motivando il gesto come protesta verso "una scarsa attenzione a chi è vittima della criminalità".
Il padre di Cordone fu ucciso per strada, a Firenze, da un detenuto evaso dall'Opg di Montelupo. Il Consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà insieme a una delegazione Sel ha visitato stamani il Carcere di Volterra. Erano presenti il Consigliere Regionale Mauro Romanelli, il Consigliere Provinciale di Pisa Massimiliano Casalini e il Portavoce Provinciale di Pisa Dario Danti. La visita fa parte di un percorso di incontri nelle carceri della Toscana. “La situazione è decisamente migliore che in altre realtà che abbiamo visitato: i detenuti sono circa 180, tutti reclusi in celle singole, senza coabitazioni, appena poco più piccole dei 9 metri quadrati regolamentari. Non vi è quindi sovraffollamento e anche il personale è congruo rispetto al numero dei detenuti.” “La struttura è inserita nel contesto cittadino, fa parte della città, e non è situata all’estrema periferia, come in quasi tutte le altre realtà carcerarie e le principali attività sono di tipo scolastico e lavorativo.” “A questo proposito dobbiamo registrare il pesantissimo taglio di circa il 50% delle cosiddette “mercedi”, ovvero le paghe che i detenuti ricevono per il lavoro in carcere: questo significa un dimezzamento dei posti di lavoro e quindi della possibilità di dignità e riscatto sociale presenti e futuro per i detenuti.“ “L’attività di sartoria, ad esempio, storico fiore all’occhiello della struttura, è messa in pericolo: per adesso si regge su un finanziamento annuale che durerà fino a Settembre, dopodiché se l’attività non trovasse sbocchi di mercato, rischierebbe l’estinzione.” “Perciò facciamo appello affinché questa attività possa avere delle “commesse”: si era pensato ai grembiulini per i bambini delle scuole o ai camici degli ospedali, ma i progetti non si sono realizzati, speriamo con questo nostro appello che qualcun altro si faccia avanti e si possa dare soluzione a questa vicenda.” “Un altro appello lo facciamo per il progetto del famoso Teatro Stabile di Volterra: sarebbe un caso unico in Europa e forse al mondo, di un teatro interno ad un carcere.
Esso potrebbe garantire posti di lavoro per il presente e per il futuro, valorizzando un’esperienza di 25 anni di alta qualità portata avanti da Armando Punzo. Sappiamo che il Presidente della Regione Rossi ha scritto a questo proposito al Ministro della Cultura: lo incoraggiamo ad insistere e tenere duro.”