Prossimi appuntamenti al Teatro della Pergola: fino a domenica 11 ancora in scena Il discorso del Re con Luca Barbareschi. Domenica 11 ancora tre repliche della visita spettacolo In sua movenza è fermo. Martedì 13 il debutto di un classico della commedia napoletana Miseria e nobiltà. Mercoledì 14 il ricordo del grande regista Orazio Costa con la presentazione del numero monografico della rivista Ridotto. MISERIA E NOBILTÁ di Eduardo Scarpetta con Gigi De Luca e con Gina Perna, Antonio Ferrante, Gino De Luca, Loredana Piedimonte, Antonietta D’Angelo, Vincenzo Leto, Jacopo Costantini, Silvia Zora, Francesco De Rosa scene Francesca Garofalo, costumi Adele Bargilli, musiche Matteo D’Amico, luci Luigi Ascione regia Geppy Gleijeses Geppy Gleieses firma una nuova edizione dello spettacolo che è stato il cavallo di battaglia dei più grandi attori napoletani (e non) del secolo scorso, e presenta la commedia integralmente in italiano.
Partendo dal testo originale di Eduardo Scarpetta, Gleijeses attraversa inevitabilmente l’adattamento di Eduardo De Filippo, la sceneggiatura del celebre film di Mario Mattoli per rieditare e riproporre al pubblico la maschera di Felice Sciosciammocca resa indimenticabile dall’interpretazione cinematografica di Totò e da quella di Eduardo che nel 1955 inaugurava in Rai le trasmissioni del Teatro in diretta. La compagnia di Miseria e Nobiltà prosegue la tradizione di una vera ‘famiglia teatrale’: accanto al capocomico Gleijeses, regista, interprete, produttore e direttore del Teatro Quirino di Roma, è sempre la moglie Marianella Bargilli e i costumi portano la firma della sorella Adele Bargilli.
Una famiglia allargata a collaborazioni consolidate come quella con Gino De Luca e con i migliori caratteristi napoletani, arricchita da un altro primo attore, Lello Arena sempre in compagnia dopo i successi di Lo scarfalietto di Scarpetta e A Santa Lucia di Viviani. L’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, cuoco arricchito è ostacolato dal padre, il marchese Favetti. Eugenio si rivolge quindi allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, storica coppia ricomposta oggi da Gleijeses e Arena, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. “I precedenti questa volta sono di quelli che fanno tremare le vene nei polsi – racconta Arena -d’altra parte se uno fa il comico e nasce a Napoli o smette subito oppure si deve rassegnare a questi confronti così importanti.
Pasquale, il mio personaggio, vive in simbiosi completa con Felice Sciosciammocca, ruolo interpretato da Geppy. Sono una delle coppie comiche più clamorose che siano mai state scritte perché si muovono seguendo il filo della commedia ma sono anche dei battitori liberi: lavorano sulla trama comica stando un po’ all’esterno del testo con l’improvvisazione, specie il mio personaggio, mentre forse Felice è quello che ha il compito di portare avanti la narrazione” Gleijeses nel riportare in scena Felice Sciosciammocca ha cercato nuove spigolature, angoli visivi insospettabili che continuano a fare di Miseria e nobiltà un classico eterno: “È strano, ma comunque lo si legga dal riformatore della commedia napoletana, il “borghese” Scarpetta, viene fuori una pièces e una condivisione delle ragioni dei miseri che lo avvicina più a Gor’kij che non a Wilde: più ai pezzenti che ai nobili.
E infatti vedremo un primo atto (la miseria) esangue e affamato, popolato di morti viventi che si azzannano tra di loro e che hanno perso qualsiasi dignità. Si ride, ma si ride amaro. Il palcoscenico è nudo, una tavola, poche sedie e una grata sospesa nel vuoto illuminata in tralice sottolineano l’essenzialità ineluttabile di questo mondo di straccioni. Nella seconda parte (la nobiltà) è tutto finto e luccicante, quinte di carta dipinta, fondalini d’antan, cuochi e salcicce ritratti ovunque, un padrone di casa “pezzente sagliuto” e tanti finti nobili travestitisi nella sartoria del San Carlo; ce n’è uno solo vero ed è un vecchio bavoso che tenta di concupire una ragazza.
C’è un lieto fine ma la miseria resta miseria e la nobiltà non esiste. Felice dirà: “Il mondo dovrebbe essere popolato solo da gente ricca, danarosa… la miseria non doveva esistere!” Più chiaro di così.” Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45. Prezzi biglietti interi: Platea: € 27 + € 3 (diritto di prevendita) € 30, Posto Palco: € 20+ € 2 (diritto di prevendita) € 22, Galleria: € 13,00 + € 2 (diritto di prevendita) € 15