Vendere Ataf ai privati e contemporaneamente indire una gara a livello regionale perchè sia unico il gestore del servizio: è questa la strategia aziendale messa in campo dall'Amministrazione fiorentina per risparmiare risorse. Ma da tempo i sindacati sono sul piede di guerra contro tali decisioni: meno efficienza del servizio, lavoratori penalizzati, una moltiplicazione di poltrone e costi. Questo in sintesi, secondo le organizzazioni sindacali dei lavoratori - il risultato che porterà il bando di gara sul trasporto pubblico indetto dalla Regione Toscana.
"Un’apertura al mercato ed una liberalizzazione che ha come caratteristica principale la nascita di nuovi Cda, di nuove figure dirigenziali, di ulteriori voci di spesa senza un reale progetto di servizio pubblico efficace ed efficiente – afferma il segretario generale della Uiltrasporti Toscana, Paolo Fantappiè –. Se a tutto questo aggiungiamo la mancanza di una politica di vera integrazione tra il ferro e la gomma il caso si chiude in una drammaticità senza precedenti”. Secondo la Uiltrapsorti Toscana stanno nascendo una serie di scatole cinesi, di partecipazioni societarie incrociate, di sovrapposizioni societarie, di nuovi consigli di amministrazioni che non hanno alcuna utilità per i cittadini e per i lavoratori.
Nel frattempo - continua Fantappiè - ATAF è stata venduta a Bus Italia e CAP nonostante svariati scioperi effettuati dalla nostra organizzazione sindacale insieme alle altre OO.SS; ATAF sarà un soggetto privato a tutti gli effetti a partire dal 1 dicembre 2012 e come primo atto non rinnoverà il contratto di lavoro a 43 lavoratori in apprendistato ed a 2 lavoratori con contratto determinato oltre a minacciare ulteriori esuberi per la riduzione delle risorse disponibili. “Diciamo NO a questo scempio – attacca Fantappiè –.
Non abbiamo firmato nessun accordo con la Regione e siamo scesi in sciopero per ben due volte. Dal primo di dicembre intanto quasi 1200 dipendenti di Ataf saranno trasferiti in Ataf Gestioni, acquisita dall'associazione temporanea d'impresa con a capo Busitalia-Sitanord (Gruppo Fs). Il timore dei lavoratori riguarda gli esuberi, dal momento che non è stata prevista la clausola sociale a salvaguardia degli occupati. Saato scorso alla Rsu di Ataf è arrivata una lettera inviata da Giacomo Parenti, presidente di Ataf Gestioni nella quale l'azienda si ''riserva la facolta' di disdire gli accordi integrativi tuttora in essere, nonche' la rivisitazione dell'organizzazione del lavoro attraverso anche la riduzione delle risorse disponibili, come ad esempio la consistenza dell'organico, avviando le procedure previste dalla normativa vigente in materia di riduzione del personale''.
''Questo vuol dire - spiegano le Rsu - che ci saranno esuberi che ancora non è possibile quantificare. Inoltre se il personale di Ataf cala diminuiranno inequivocabilmente anche le corse dei bus''. Nella nota critiche anche ''agli ex Comuni soci di Ataf e ai rispettivi consiglieri comunali per non aver previsto nella vendita la clausola sociale. Questo guaio sociale, che va dagli esuberi alla disdetta degli accordi, e' solo merito della loro politica miope e inadeguata. Anche il 'Magnifico' candidato alle primarie, ormai latitante - conclude la nota - finge e invece di rottamare la vecchia politica, vuole solo rottamare i lavoratori''.
La Rsu annuncia di voler riunire in assemblea i lavoratori e non esclude proteste. "Nessuno 'scempio sociale' può essere addebitato a questa amministrazione aziendale - replica Filippo Bonaccorsi ora Direttore di Ataf Spa - nel corso degli ultimi due anni abbiamo adottato una politica di esodi incentivati proprio perché vedevamo quello che i rappresentanti dei lavoratori facevano finta di non vedere: la drastica e continua riduzione di risorse pubbliche per il Tpl. In Ataf non è stato licenziato nessuno, i lavoratori sono passati da 1440 a 1195 in modo non traumatico proprio per evitare lo 'scempio sociale' che era chiaro sarebbe arrivato, a causa dei tagli continui”.
Così il Direttore generale di Ataf SpA, Filippo Bonaccorsi, risponde alla Rsu. “Ho sempre rispettato le deliberazioni del Consiglio Comunale e delle Assemblee dei soci (ne è ulteriore riprova l'adesione di Ataf SpA al raggruppamento di aziende toscane che ha manifestato interesse per la Gara unica regionale per il Tpl) che hanno raccomandato di tutelare i lavoratori nel passaggio da Ataf SpA ad Ataf Gestioni: infatti nella fase del passaggio all'ATI vincitrice della gara i lavoratori saranno assistiti da tutte le garanzie previste dalla legge, conserveranno cioè tutti i diritti acquisiti, compreso l'integrativo aziendale”, prosegue Bonaccorsi.
“L'unico stipendio che è stato tagliato durante la mia gestione è il mio. Parlare oggi di tagli agli stipendi dei lavoratori o di esuberi è falso e pretestuoso. La Rsu dovrebbe avere piuttosto l'onestà di riconoscere che Ataf, durante il mio mandato, non ha licenziato nemmeno un lavoratore pur avendo subito un taglio di 8 milioni di euro”, conclude il Direttore generale di Ataf SpA.