E' ancora polemica sulle regole per le Primarie di centrosinistra, sta volta però dalle parole si passa ai fatti. Il Comitato per la candidatura di Matteo Renzi fa ricorso al Garante della privacy contro il regolamento approvato dal Pd che prevede anche la sottoscrizione dell'appello pubblico e l'iscrizione all'albo pubblico degli elettori. Il rischio secondo lo stesso Comitato è che ''tanto la sottoscrizione dell'Appello pubblico quanto l'accettazione dell'inserimento del proprio nome nell'Albo delle elettrici e degli elettori da parte dei partecipanti, siano finalizzati anche alla pubblicazione''.
Questo implicherebbe secondo i redattori dell'esposto "chiedere come condizione vincolante per la partecipazione il consenso alla diffusione o pubblicazione di un dato personale certamente sensibile, perché legato alla messa in atto di comportamenti che implicano la manifestazione di opinioni politiche o consistono essi stessi in manifestazione di opinioni politiche". Un regolamento quello approvato il 19 ottobre che si legge ancora nel documento inviato all'Autorità garante sarebbe ''costruito in modo tale da essere interpretato e applicato in maniera da obbligare l'elettore a concedere i consensi richiesti a pena di non poter esercitare il diritto di voto''.
Per questo il comitato Renzi sollecita un ''urgente intervento'' del Garante per evitare ''alla coalizione di porre in atto, anche inconsapevolmente, comportamenti illegittimi; ai cittadini partecipanti alle primarie di subire un gravissimo danno; alla democrazia italiana di vivere una vicenda che invece di rafforzarla, come certamente e' nelle intenzioni dei promotori delle primarie, la indebolisca ancora di piu', minando ulteriormente, per le modalita' di svolgimento, la fiducia democratica di tutti i cittadini (allontanandoli dalla partecipazione alla vita politica)". Il Comitato chiede inoltre di prevedere, tra le altre, anche la modalità di registrazione on-line. La replica del Pd si concentra sulla distinzione tra pubblico appello in sostegno del centrosinistra, quello che deve essere sottoscritto per iscriversi al voto, e l'albo pubblico degli elettori .
La partecipazione"é aperta a tutte le elettrici e gli elettori, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, che sottoscrivono il pubblico Appello di sostegno della Coalizione di centro sinistra 'Italia Bene Comune' e dichiarano di riconoscersi nella sua Carta d'intenti". Sarà invece tutelato dalle norme sulla privacy, - spiegano fonti Pd, - l'albo degli elettori che sarà ricavato dopo le operazioni di voto visto che non è automatico che chi sottoscrive l'appello pubblico e ha diritto di voto poi effettivamente lo eserciti.
"Perché nascondersi? Perché si è contro la trasparenza? Di cosa si ha paura?", chiede Roberto Speranza, coordinatore del comitato Bersani. "La trasparenza - aggiunge - è un valore irrinunciabile per dare forza alla partecipazione. Chi va a votare alle primarie contribuisce ad una scelta decisiva per l'Italia e per il centrosinistra". "Non capiamo sinceramente le ragioni di tanta preoccupazione che traspare dal ricorso presentato dal Comitato per Renzi - dichiara Roberto Speranza coordinatore del comitato Bersani.
"Chiedere di firmare l'appello pubblico per il centrosinistra - prosegue - significa chiedere, a chi si assume la responsabilità di decidere il prossimo candidato presidente del Consiglio, di prendersi a sua volta la responsabilità di far parte di una comunità che si impegna per il successo del centrosinistra alle elezioni politiche". ''Matteo Renzi ricorre al Garante della Privacy perchè vuole prendere il voto degli elettori del centrodestra" scrive Enrico Rossi (Pd), presidente della Regione Toscana, sul proprio profilo Facebook.
''Renzi vuole vincere a tutti i costi, anche con gli elettori del centrodestra in incognito. E coì ricorre alle vie legali, appellandosi al garante della privacy, contro il suo partito, come se fosse un esterno o un estraneo''. Gli fa eco l’On. Sani, coordinatore della segreteria regionale del Pd: «Renzi invoca la privacy a senso unico. Non quando invia centinaia di migliaia di newsletter senza chiedere preventivamente l’autorizzazione. Se continua così dovremo ricorrere al garante dei contenuti politici che non esprime». Insomma la Toscana del PD sembra tutta unanime contro il sindaco di Firenze. I quasi 200 comitati per Bersani, per lo più coincidenti con le sezioni del partito, hanno collezionato 12mila per la sottoscrizione della candidatura, a fronte del tetto delle 2.000 richieste a livello regionale secondo il regolamento.
Alla vigilia della visita di Pier Luigi Bersani in Toscana, che avrà luogo lunedì 29 ottobre, è così importante dimostrare al segretario nazionale del Partito Democratico che tutta la Toscana sarà con lui? Lo vedremo venerdì prossimo al 'Mandela Forum' quando Matteo Renzi proverà a riempire il Palasport di Firenze, con oltre 5 mila persone.