Il voto favorevole del Consiglio regionale alla proposta di legge è stato unanime, così come lo era stato in commissione. D’ora in avanti, in nome della trasparenza, consiglieri e assessori regionali, incluso il Presidente della Giunta, dovranno rendere pubblica la loro situazione patrimoniale e associativa. La mancata dichiarazione o la sua parziale incompletezza determinerà una diffida da parte del Presidente del Consiglio regionale. Il diffidato avrà 15 giorni per ottemperare alla richiesta.
Scaduto tale termine, scatterà, insieme alla pubblicità di inadempienza, una sanzione amministrativa pari a 50 euro al giorno fino al momento dell’adempimento degli obblighi richiesti. Analogo obbligo, ma con sanzioni diverse, è esteso al Difensore civico, alle Autorità garanti e ai titolari di cariche, nomine e designazioni regionali. A illustrare il provvedimento in aula è stato il presidente della commissione Affari Istituzionali Marco Manneschi (Idv) . “Con questo atto si completa un lungo lavoro collettivo che è nato originariamente da una proposta del consigliere del gruppo Misto Pieraldo Ciucchi – ha spiegato Manneschi -.
Siamo andati molto oltre quello che è stato previsto dalle disposizioni in materia che sono poi state emanate dal governo Monti”. Secondo quanto previsto dalla normativa, entro tre mesi dalla data delle elezioni, o della nomina o designazione, i soggetti interessati dovranno dichiarare tutti i diritti reali su beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri, le azioni di società, le quote di partecipazione a società, l’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società.
Dovranno inoltre rendere pubblica l’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche e dichiarare le spese sostenute, le obbligazioni assunte, i finanziamenti e i contributi ricevuti per la campagna elettorale. Sempre entro i tre mesi dalle elezioni, i soggetti dovranno presentare una dichiarazione illustrativa della propria appartenenza, precisandone la denominazione, ad associazioni con finalità dichiarate o che svolgano di fatto attività di carattere politico, culturale, sociale, assistenziale e di promozione economica.
L’Anagrafe pubblica, che sarà aggiornata ogni anno, dovrà essere integrata con gli emolumenti, indennità, gettoni di presenza e rimborsi erogati a qualunque titolo dalla Regione; dalla dichiarazione dei finanziamenti ricevuti, e dei doni, benefici, beni materiali, immateriali, servizi o sconti per l’acquisto di beni o qualsiasi altra utilità diretta o indiretta che ecceda il valore di 150 euro; e dagli incarichi elettivi e le cariche ricoperte, anche al di fuori del Consiglio regionale, negli ultimi dieci anni.
Ulteriori integrazioni riguardano i dati di presenza ai lavori del Consiglio, delle Commissioni, dell’Ufficio di presidenza ed i voti espressi con la modalità del voto elettronico e per appello nominale. L’Anagrafe pubblica sarà consultabile sul Burt e sui siti web istituzionali e i dati in essa contenuti dovranno essere facilmente accessibile ai cittadini. E la Regione si riserva la possibilità di adottare “formalità ulteriori di trasparenza”. Soddisfatto si è dichiarato Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto).
“La trasparenza dell’attività degli eletti è un dovere civico che la politica italiana ha per lungo tempo disatteso – ha commentato il consigliere -. E’ un diritto dei cittadini sapere che cosa fanno i loro rappresentanti nelle istituzioni, quanto guadagnano e cosa offrono”. Anche Giuseppe Del Carlo (Udc) ha espresso soddisfazione e si è detto d’accordo nel rendere più trasparente possibile la condizione degli eletti in Regione; ha invitato però anche “a difendere decisamente il Consiglio da alcuni tentativi di condanna sommaria che danno discredito alle Regioni”. Alessandro Antichi (Pdl), annunciando il voto favorevole del suo gruppo, ha ricordato che un atto che garantisce maggiore trasparenza si inserisce nel quadro della riduzione dei costi della politica e che, grazie all’iniziativa del Consiglio regionale, la Toscana si pone tra le regioni virtuose. “Noi abbiamo i nostri limiti, ma non siamo tutti uguali”.
Questo il messaggio lanciato da Gianfranco Venturi (Pd). “Il lavoro compiuto è un ulteriore passo in avanti verso il rigore e la trasparenza, e noi faremo la nostra parte da protagonisti. E’ significativo che sia stata prevista anche una sanzione amministrativa”. Secondo Paolo Marcheschi (Pdl) “questo provvedimento è positivo e importante ma bisogna fare un ulteriore sforzo. L’amministrazione regionale deve confrontarsi con i nuovi percorsi, con la grande sfida degli open data”.
“Non solo cioè ci deve essere la trasparenza dei dati – ha detto Marcheschi – ma questi dati devono essere messi a disposizione di tutti nel formato più adatto, in modo da essere fruibili e riutilizzabili dai cittadini in ogni momento e senza alcuno sforzo”. “Tutto deve essere chiaro e trasparente, i cittadini devono poter conoscere quello che succede qui dentro”, ha commentato infine anche Dario Locci (Gruppo misto), il quale ha anche preannunciato una proposta di risoluzione, a nome suo e della consigliera Marina Staccioli (Gruppo misto), che prevede di affidare ai revisori dei conti il controllo sui fondi destinati ai gruppi consiliari.
Esprimo grande soddisfazione – dichiara il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli – per l’approvazione oggi in Consiglio Regionale dell'anagrafe pubblica dei Consiglieri e degli Assessori regionali e di nuove norme sulla trasparenza patrimoniale e associativa dei membri degli organi della Regione e dei titolari di cariche, nomine e designazioni regionali”. “La legge votata oggi è nata da una proposta del consigliere del gruppo Misto Pieraldo Ciucchi e da me sottoscritta – continua Romanelli – riprendendo così la campagna lanciata già nel 2008 dai Radicali per una riforma della trasparenza nelle istituzioni politiche italiane”.
“In Commissione Affari Istituzionali della Regione Toscana si è lavorato poi per nuovi ampliamenti e precisazioni, giungendo così a un testo unanime, che va ben oltre quanto indicato dal Governo”.